È iracheno il nuovo eroe degli Usa

È iracheno il nuovo eroe degli Usa L'UOMO HA FORNITO Al MARINES LE INDICAZIONI PER IL BLITZ, ADESSO E' OSPITE DEGLI AMERICANI È iracheno il nuovo eroe degli Usa Ha visto Jessica ferita in ospedale e le ha detto: «Ti aiuterò» retroscena Paolo Mastrolilìj NEW YORK L'America deve aggiungere un altro eroe alla lista, e il suo nome è Mohammed. Un gioviale avvocato di Nasiriyah che ha rivelato ai marines dov'era prigioniera Jessica Lynch. Un'altra svolta sorprendente in questa storia drammatica, che ha già spinto Hollywood a contattare la famiglia, per ottenere il permesso di girare subito un film televisivo. Se la storia raccontata sul Washington Post dal quartier generale dei marines in Iraq è vera, là sceneggiatura avrà un co-protagonista. Il cognome non è stato rivelato, per ragioni di sicurezza, ma sappiamo che Mohammed ha 32 anni, ha studiato legge e inglese a Bassora, faceva l'avvocato a Nasiriyah e guidava una vecchia auto di fabbricazione sovietica. Ha una figlia di sei anni ed è sposato con Iman, già infermiera all'ospedale «Saddam». La settimana scorsa era stato a trovare la moglie sul posto di lavoro, e aveva notato parecchie guardie vestite di nero, i famigerati fedayn. Si era informato in giro, e un amico medico gli aveva confidato che stava curando una prigioniera americana. Mohammed è un tipo curioso e non ha resistito: voleva vederla, e ha convinto il dottore a portarlo nel reparto emergenze, al primo piano, dove la tenevano. Guardando dietro una porta a vetri, l'avvocato ha visto i fedayn che piantonavano Jessica, sdraiata a letto e bendata, mentre uno di loro la prendeva a schiaffi. «Il mio cuore - ha raccontato - si è spezzato. Ho deciso che dovevo raccontare questa storia agli americani». 11 giorno dopo, quando i guardiani si erano allontanati un momento, era entrato nella stanza per parlare con la ragazza; «Non preoccuparti, ti aiuterò». Quindi si era avviato a piedi dove sapeva che c'erano i marines. Dopo circa dieci chilometri, Mohammed si è imbattutto nella prima pattuglia. Ha alzato le mani, ma sapeva che rischiava doppio: da una parte, infatti, potevano riconoscerlo i fedayn e farlo fuori, dall'altra potevano ammazzarlo gli americani, temendo che fosse un militare vestito da civile in missione suicida. In effetti la sua misisone era suicida, in un certo senso, ma l'avvocato dal sorriso facile ha neutralizzato subito il pericolo con la frase magica: «Ho informazioni importanti sulla vostra prigioniera». Il marine di guardia lo ha ispezionato e poi lo ha portato dagli ufficiali. Là Mohammed La raccontato la sua scoperta, disegnando pure una cartina dell'ospedale. Per il raid gli americani avevano bisogno di altre informazioni, e quindi gli avevano chiesto di tomare all'ospedale. Nel frattempo, per fortuna, l'avvocato aveva preso la precauzione di mandare moglie e figha da un parente, infatti quella notte stessa - sempre secondo il racconto del Washington Post - i fedayn avevano perquisito la sua casa. Mohammed comunque era andato di nuovo all'ospedale, prendendo nota delle vie d'accesso, la stanza di Jessica e le guardie presenti: 41 in tutto. «Il mio amico medico mi aveva detto che volevano amputarle una gamba, perciò bisognava sbrigarsi». Quindi era tornato dai marines, stavolta con la moglie. Anche lei, che conosceva bene il posto, aveva disegnato una piantina, aggiungendo dettagli co- me la possibilità per elicotteri di atterrare sul tetto. Con quei pezzi di carta in mano, martedì notte le forze speciali sono entrate nell' ospedale liberando Jessica. Ora Mohammed, sua moglie e sua figlia sono al sicuro nel quartier generale dei marines: gli hanno dato una maglietta della Mtv, una bandiera americana e lo status di rifugiato: «Magari - dice lui andremo negli Stati Uniti. Ma prima o poi, quando Saddam sarà caduto sul serio, voglio tornare a Nasiriyah». Jessica, intanto, è stata operata due volte in Germania, alla schiena e alle gambe. Non l'avevano accoltellata come era stato detto e sta già meglio: da mangiare ha ordinato tacchino, carote e torta di mele. Il padre Gregory ha detto che se incontrerà Mohammed, «gli darò un mondo di abbracci. E' un angelo, un Dio, a modo suo». Hollywood, invece, potrebbe dargli un po' di quattrini, perché secondo il produttore Michael Jaffe sono già partite le chiamate per comprare i diritti della storia. Jessica Lynch è stata fatta prigioniera dagli iracheni a Nassiriya il 23 marzo e liberata nella notte tra martedì e mercoledì con un blitz di forze speciali e marines. Sul suo corpo non ci sono ferite

Persone citate: Jessica Lynch, Michael Jaffe, Paolo Mastrolilìj

Luoghi citati: America, Bassora, Germania, Hollywood, Iraq, New York, Stati Uniti, Usa