Lelio Orci, un pioniere della biologia cellulare

Lelio Orci, un pioniere della biologia cellulare ALL'ATENEO DI GINEVRA Lelio Orci, un pioniere della biologia cellulare LASCIA L'INSEGNAMENTO: FONDAMENTALI LE RICERCHE SUL FUNZIONAMENTO DELLE «INSULE DI LANGERHANS» Domenico Ribatti (*) ELIO Orci, uno dei maggiori morfologi e biologi cellulari che degh ultimi ■mi quarant'anni, sta per lasciare l'insegnamento attivo, ma non certamente l'attività di ricercatore. Originario di San Giovanni Incarico, in provincia di Prosinone, dove è nato nel 1937, si trasferì subito dopo la laurea a Ginevra, dove è stato a lungo direttore del Dipartimento di Morfologia della facoltà di Medicina. Fondamentali sono stati i suoi contributi nello studio deha organizzazione delle cosiddette «insule di Langerhans» del pancreas, che egh ha studiato in maniera sistematica. In particolare ne ha analizzato, avvalendosi di approcci metodologici sempre molto innovativi, la componente intracellulare (attraverso lo studio deha sintesi e deha secrezione dell'insulina), quella intercellulare (attraverso lo studio dei rapporti che si stabiliscono fra la cellula beta produttrice di insulina e le altre cellule endocrine che entrano neha composizione dell'isolotto) e, per ultima/quella trans-cellulare (attraverso lo studio dehe vie di comunicazione diretta fra le cellule insulari). Lelio Orci Sterminata è la sua produzione scientifica, che copre tutte le più prestigiose riviste del settore, da «Nature» a «Science», da «Celi» ai «Proceedings» della National Academy of Sciences. Ha creato a Ginevra una scuola di valentissimi ricercatori, alcuni dei quali come Roberto Montesano, Mariella Ravazzola e Paolo Meda, italiani. Numerosi sono i riconoscimenti ricevuti da parte della comunità scientifica intemazionale, come per esempio il King Falsai International Price, vinto da Orci nel 1985 e quest'anno assegnato a Umberto Veronesi. Gli sono state anche attribuite due lauree «honoris causa». In tutti questi anni Lelio Orci ha anche coltivato in modo altrettanto originale la sua passione per le arti figurative: una passione ispirata a Monet, Cézanne, Klee e Sisley che si è espressa prevalentemente attraverso acquarelli, spesso pubblicati sulle copertine di riviste biomediche, come «EMBO Journal». E non c'è alcun dubbio che Orci, anche dopo aver lasciato l'insegnamento, continuerà ad esprimersi sempre ai massimi livelli, con lo stesso entusiasmo e con la stessa vivacità inteUettuale di quando era un giovane ricercatore. (*) Università di Bari Lelio Orci

Luoghi citati: Ginevra, San Giovanni Incarico