Licheni, controllori dell'ambiente

Licheni, controllori dell'ambiente ECOLOGIA | OGGI UN CONVEGNO ATORINO Licheni, controllori dell'ambiente ESTREMAMENTE SENSIBILI ALL'INQUINAMENTO, SONO INDICATORI PREZIOSI NEL VALUTARE LA QUALITÀ' DELL'ARIA, SOPRATTUTTO NEI CENTRI CITTADINI Rosanna Piervittori (*) LE tecniche biologiche (biomonitoraggio) per valutare gh effetti deh'inquinamento atmosferico sugli esseri viventi diventano sempre di più un vahdo complemento ahe indagini strumentali. Tra gh indicatori biologici i licheni che crescono sugli alberi si sono rivelati particolarmente idonei per l'elevata sensibilità nei confronti delle alterazioni ambientali in generale, e dell'inquinamento atmosferico in particolare, grazie aha loro stretta dipendenza dah'atmosfera per lo svolgimento dehe attività funzionali. Potenzialità già intuite addirittura nel 1790 da Erasmus Darwin osservando il paesaggio vegetale intorno ad una miniera di rame: «No grassy mantles hides the sable hills 1 No fioweiy chaplet crowns the trickllng rihs II Nor tufted moss nor leathery hchen creeps I In russet tapestry o'er the crumbling steeps» (Nessun mantello d'erba nasconde le sabbiose colline I Nessuna ghirlanda fiorita incorona le stillanti sorgenti I Né si arrampicano ciuffi eh muschi e i coriacei licheni I In rugginosi tappeti sopra le sbriciolate rive). Gh effetti nocivi dehe sostanze inquinanti giocano un molo vincente anche sul forte consorzio fungo-alga provocando, a determinate concentrazioni, dapprima la regressione dei licheni più sensibili, poi la graduale ma inesorabile scomparsa, soprattutto dai grandi insediamenti urbani (deserto lichenico), di tutte le specie. Oggi monitorare con i licheni vuol dure poter contare su un'ampia gamma di procedure standar¬ Il lic dizzate che ne prevede l'utilizzo sia come bioindicatori (correlando cioè determinate intensità di disturbo ambientale a variazioni morfologiche, di copertura e presenza) sia come bioaccumulatori (sfruttando la loro capacità di assorbire sostanze dah'atmosfera e misurando la concentrazione di queste ultime nei talli). Queste tecniche consentono una valutazione ambientale globale e sono un efficace stmmento per individuare anticipatamente le zone a rischio per una più coiretta pianificazione degh interventi per la tutela, la conservazione dell'ambiente e, con un approccio metodologico innovativo, la salute deh'uomo. Il confronto tra due bioindicatori come i licheni e l'uomo ha permesso recentemente di sperimentare nuove opportunità in campo epidemiologico, consentendo di approfondire le relazioni tra inquinamento atmosferico e rischio-salute (per esempio tumori polmonari). Anche se cacciati dahe nostre città, gh "incospicui e negletti licheni", come li definiva negh Anni alga 60 il poeta-lichenologo ligure Camillo Sbarbaro, sembrano volersi riconciliare in qualche modo con l'uomo, artefice deha loro regressione. L'introduzione di norme restrittive sull'emissione di inquinanti in molte aree urbane ha infatti avuto qualche effetto positivo, se alcune specie stanno lentamente ricomparendo, come si nota in molte parti d'Europa. Il fenomeno è stato segnalato anche in Italia, soprattutto in quelle aree dove da tempo i licheni sono utilizzati in indagini ambientali. Il caso più interessante è rappresentato da Torino, dove si è potuto ricostruire l'evoluzione del rapporto hebeni-inquinamento atmosferico in un arco di tempo molto ampio. Così si apprende che nel periodo 1792-1919 alcune specie colonizzavano gh alberi del centro cittadino; a partire dal 1960 viene registrata una progressiva e marcata regressione, con punte di "deserto lichenico" estese a tutto il territorio urbano nel periodo 1975-1993; attualmente vi sono nuovi segnah di una graduale, seppur lenta, ricomparsa iniziata nel 1996. E proprio a Torino il 3 e 4 aprile si svolgerà un convegno nazionale sul biomonitoraggio ambientale (www.bioveg.unito.iV congr.htm). Nell'ambito dell'incontro verrà presentata la prima rete regionale permanente di monitoraggio biologico deha quahtà deh'aria tramite licheni, frutto di una cohaborazione tra l'Agenzia Regionale per la Protezione deh' Ambiente del Piemonte ed il Dipartimento di Biologia Vegetale dell'università. (*) Università di Torino

Persone citate: Camillo Sbarbaro, Cittadini Rosanna, Erasmus Darwin

Luoghi citati: Europa, Italia, Piemonte, Torino