La Bce: troppe incognite dalla guerra, serve fiducia di Stefano Lepri

La Bce: troppe incognite dalla guerra, serve fiducia DUISENBERG: IMPOSSIBILE VALUTARE GLI EFFETTI DEL CONFLITTO. BANCONOTE DA 1 -2 EURO? BISOGNERÀ' ASPETTARE ANNI La Bce: troppe incognite dalla guerra, serve fiducia Summit dei banchieri a Roma. Fazio: «Tenere la barra del timone diritta» Stefano Lepri ROMA «La parola recessione non è comparsa», però l'economia d'Europa non promette bene. Pressata da più parti a ridurre il costo del denaro, la Banca centrale europea risponde che toccare i tassi in questo momento darebbe un segno di nervosismo e aggiungerebbe, incertezza all'incertezza già grande. Si resta al 2,50Zo. «Occorre mantenere la calma e trasmettere un'immagine di stabilità e di continuità» dice il presidente Wim Duisenberg. «Meglio tenere la barra dritta» fa eco Antonio Fazio, presente come padrone di casa, perché la riunione del consiglio Bce si è tenuta questa volta a Roma, in Banca d'Italia. La questione irakena è già stata pagata dall'economia mondiale con un lungo periodo.di incertezza. «Che effetto avrebbe un taglio dei tassi in questo momento?» ha chiesto un giornalista a Duisenberg in conferenza stampa. «Ce lo domandiamo tutto il tempo anche noi» è stata la risposta, quasi sincera dietro l'apparente evasività. «Sarà necessario riesaminare le implicazioni economiche della guerra non appena si delineerà un quadro più chiara» è là formula che i 18 membri del consiglio Bce hanno attentamente concordato. Se il quadro fosse negativo, i tassi potrebbero essere abbassati; «ma per il momento non c'è alcun orientamento in alcun senso». In Europa «le aspettative riguardo al ritmo di espansione dell'economia nel 2003 non possono che essere molto modeste». Lo «scenario di base» in cui i banchieri centrah dell'eiu-o ritengono giustificato per ora non toccare il costo del denaro è già peggiore di quelli di molti governi. Il ministero dell'Economia italiano sta rivedendo ora una previsione di crescita del 2,307o nel 2003 per il nostro paese, circola l'ipotesi di un aggiustamento all'1,3%. La Bce conferma circa ri0Zo come media dell'area euro; l'Italia negli ultimi anni non è mai andata sopra la media, se quest'anno ci riuscirà sarà di un soffio. Ai governi europei Duisenberg ha consigliato - la formula gli piace, l'ha ripetuta più di una volta - di «astenersi dall'attivismo fiscale». Ovvero, la Bce è fermamente convinta che le difficoltà congiunturali non si superano con nuovi sgravi fiscali o con aumenti delle spese. Niente «pacchetti di rilancio», niente riduzioni di tasse se non coperte da misure strutturali di taglio alle spese, niente modifiche al «patto di stabilità» europeo. Fazio aggiunge: «la cosa da fare adesso sono le riforme di struttura»; apparentemente hanno effetti solo a lungo termine, possono averli subito se «riescono a ricostruire la fiducia, che è il compito di oggi». Ma anche la cooperazione intemazionale non è facile, nel clima attuale. Potrà fare qualcosa il G-7 dei ministri del Tesoro, che "si riunisce a Washington la settimana prossima? Gli americani certo esorteranno l'Europa al rilancio. Ma gh europei, anticipa Duisenberg, «guardano con preoccupazione - al riemergere dei due deficit gemelli degli Stati Uniti». Sono attorno al 50Zo del prodotto lordo sia il deficit di rilancio (lo Stato americano spende molto più di quanto incassa) sia il deficit delle partite correnti con l'estero (gli americani importano troppo più di quanto esportano, vivono al di sopra dei propri mezzi): «entrambi sono insostenibili nel lungo periodo e potrebbero rendere la loro e la nostra vita più difficile in futuro». Non ci sono soluzioni facili in vista, da nessuna parte. La Bce è stata spesso accusata di decidere con troppa lentezza; il vicepresidente Lucas Papademos, che ieri è rimasto silenzioso, si adopera per adeguare più prontamente le analisi al mutare delle prospetti- ve. Duisenberg assicura che «anche prima della fine della guerra» e «in qualsiasi momento», se segnali negativi sulla crescita, o positivi sul calo dell'inflazione, inducessero a cambiare scenario, il costo del denaro potrà essere abbassato! Se si confermerà il calo del prezzo del greggio registrato negli ultimi giorni «il tasso di inflazione scenderà con ogni probabilità al di sotto del 20Zo nel corso del 2003» (ora è al 2,40Zo nell'area euro). Sempre in materia di inflazione, è rimandata a un tempo lontano se non ufficialmente accantonata l'idea del ministero dell'Economia italiano (appoggiata poi dalla Grecia) di stampare la banconota da un euro, in modo da dare l'idea di un maggior valore dell'unità monetaria. «Ci vorranno anni e anni» dice il residente della Bce: se ne riparerà quando sarà decisa una nuova serie di banconote àa sostitmre a quelle attuali. ' Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio ed il presidente della Bce, Wim Duisenberg

Persone citate: Antonio Fazio, Duisenberg, Lucas Papademos, Wim Duisenberg

Luoghi citati: Europa, Grecia, Italia, Roma, Stati Uniti, Washington