«Corrotto perché rovinato dal gioco»

«Corrotto perché rovinato dal gioco» NEL CARCERE DELLE VALLETTE BASTAVA PAGARE L'AGENTE DI CUSTODIA PER OTTENERE QUEL CHE SI VOLEVA «Corrotto perché rovinato dal gioco» «Mi ha rovinato la passione del gioco. Vede, signor giudice, ho incominciato con piccole somme, poi le cose sono peggiorate, i debiti sono aumentati sempre di più e non sono riuscito più a venirne fuori. Mi sono rivolto pure ad una finanziaria. Tutto per i videopoker». Davide Alleata, l'agente della polizia penitenziaria che, in cambio di soldi, faceva entrare alle Vallette di tutto, si è così giustificalo davanti ai magistrati Gabriella Viglione e Marcello Tatangelo. Dall'inizio di marzo è in una cella del carcere di Alba, a meditare sulle sue «imprese», sulla sua legge¬ rezza per mettersi nei guai. Guai che peggiorano sempre di più. I magistrati hanno individuato altri cinque detenuti che hanno beneficiato nel tempo dei favori dell'agente Alleata. Due di questi nel frattempo erano tornati in libertà: l'altro giorno hanno dovuto fare dietrofront, quando i carabinieri hanno notificato i nuovi ordini di custodia cautelare. Chi pagava, poteva chiedere tutto o quasi. Dal cognac, al whisky, anche l'hashish (così almeno sostiene l'accusa, ma Alleata sulla droga nega). Al detenuto con la passione del body building non poteva eerto mancare la creatina. E così nei mesi scorsi un'amica premurosa aveva consegnato all'agente l'energetico assieme ad biglietto di saluti. Come altre volte Alleata aveva portato tutto in carcere ma poi aveva scoperto che il detenuto atleta non aveva i soldi per pagare. E allora lui non gli aveva consegnato il contenitore còri la creatina: «Per ora niente da fare. Te la restituisco quando avrai i soldi». I carabinieri che hanno perquisito casa sua e l'armadietto in carcere, hanno trovato ancora la creatina e anche il bigliettino di saluti. Nella storia della droga, hashish per la precisione. Alleata è accusato assieme a due extracomunitari, uno che teneva i contatti con altri detenuti. Contro l'agente ci sarebbe anche una telefonata, ma lui nega: «Una volta l'ho acquistata per portarla dentro, alle Vallette, ma ho incrociato una macchina della polizia, mi sono spaventato e l'ho buttata». Sul resto, invece, l'agente che è assistito dall'avvocato Antonio Mencobello, ammette tutto. Dà la colpa al gioco, a quei videopoker che l'hanno spinto a chiedere soldi anche ad una finailzia- ria. Soldi che non bastavano mai. E allora, per mettere assieme un po' di denaro, lui prestava il suo cellulare ai detenuti e in cambio si faceva dare 150 - 200 euro, a volte anche di più. «Ma alcuni non mi pagavano nulla». Era stato proprio quel cellulare trovato in una cella a far scattare l'indagine nel novembre scorso. Alleata sapeva di quell'inchiesta ma aveva continuato tranquillamente ad esaudire le richieste dei detenuti. Non c'era voluto molto però per arrivare a lui, con tutte le tracce che lasciava in giro. La scheda del cellulare scoperto nella cella era intestato ad Alleata e seguire le sue mosse è stato un giogo da ragazzi. E ora assieme a lui sono una decina 1 detenuti accusati di corruzione. Due extracomunitari hanno anche lo spaccio di droga, per la storia dell'hashish che Alicata però nega.

Persone citate: Alicata, Antonio Mencobello, Gabriella Viglione, Marcello Tatangelo

Luoghi citati: Alba, Alleata