La rapina, un omicìdio e la stessa arma

La rapina, un omicìdio e la stessa arma IL REVOLVER ERA NASCOSTO NELL'AUTO UTILIZZATA DAI BANDITI CHE ASSALTARONO. A OTTOBRE, IL DEPOSITO DELLA SECURMARK La rapina, un omicìdio e la stessa arma Trovata la pistola che ha ucciso il titolare di un night Massimo Noma La Bmw di Lorenzo S. girovagava per Torino «seguita» dal satellite. Gli agenti della mobile avevano messo un segnalatore elettronico e così, mentre la voce di Lorenzo S., una specie di io narrante, raccontava - captata da una microspia - fatti e misfatti della nuova mala torinese, la polizia poteva ricostruire al millimetro i movimenti della gang, individuare i covi e i depositi di auto e refurtiva. Fatti e misfatti: come l'omicidio di Vincenzo Casucci, 52 anni, un uomo dal passato difficile che, negli ultimi tempi, gestiva un night in via Barbania, una traversa di corso Palermo. Casa e bottega, perchè lui abitava al 108. Poche decine di metri, percorse tutti i giorni con il cagnolino al guinzaglio, sino alle serrande del night «Champagne». Una notte, era il 18 giugno 2000, qualcuno entrò; in testa aveva un casco da motociclista bianco, in pugno un revolver 357 Magnum. Ad attenderlo fuori una maximoto guidata da un complice. Quattro colpi al ventre. Casucci morì tra le braccia della figlia. Quando arrivarono i killer, «Erizino» stava giocando al videopoker, quasi una nemesi, perchè il movente forse nasce lì, per il controllo delle bische clandestine. Adesso gli uomini del capo della mobile, C audio Cracovia, e del capo della Omicidi, Marco Basile, hanno trovato l'arma che ha «firmato» il delitto. Tutto inizia domenica 27 ottobre 2002, nel deposito di via Gioberti 17 della «Securmark», quando avviene un colpo da milioni di euro. Gli «uomini d'oro» sono due antiche conoscenze della squadra mobile; Carmelo Camuglia, 42 anni, origini catenesi, residenza a Borgaro e in Liguria, e Lorenzo Spampinato, 52 anni, siciliano residente a Torino. Sono accusati anche di rapina, per essersi impadroniti delle armi dei vigilantes della Securmark, picchiati e legati dopo il colpo. Difesi dall'avvocato Salvo Lo Greco, allora, non vollero rispondere alle domande del pm. Prima di loro, era stato arrestato e subito scarcerato, per ricettazione e detenzione di armi da guerra. Salvatore Trapanotto, 45 anni, Settimo, via Cervino, titolare di un garage in via del Cascinotto, nel quartiere Barca. Qui avevano parcheggiato un furgone. All'interno, gli agenti della squadra mobile, nella notte tra lunedì e martedì, hanno trovato, in uno scomparto della portiera di sinistra, un revolver, una mitraglietta, tre giubbotti anti-proiettili, tute da meccanico, maglioni, passamontagna neri, guanti, tre caschi da moto. Il revolver è quello che ha ucciso Casucci. Trapanotto, difeso dagli avvocati Aldo Perla e Roberto Morda, tentò di difendersi: «Non so nulla della rapina, il furgone con le armi è di un amico che mi ha chiesto-se poteva lasciarlo un paio di giorni all'interno del mio capannone». Camuglia, tra i due, è il soggetto più interessante. Originario di Catania, residente da anni alle porte di Torino, a Borgaro Torinese, era già stato indagato nell'86 per una serie di rapine. Proprietario di una villet- ta nella collina torinese, di una seconda casa al mare nella Riviera di Ponente, ad Albenga. Dagli accertamenti è emerso che possedeva un discreto numero di titoli, compresa una «special card» rilasciata ai clienti Vip per il casinò di Saint Vincent. Nome d'arte, «Mister mazza». Negli ultimi giorni la mobile (pm Onelio Dodero) cercava l'ultimo tassello per individuare il «proprietario» dell'arma, per spedirlo in cella con un'accusa da ergastolo. Casucci aveva alle spalle una lunga catena di precedenti penali. Nelr89, fu coinvolto in una storia di droga tra Piemonte, Lombardia e Liguria e, prima ancora, i carabinieri lo avevano trovato a Porta Nuova con due chili di cocaina purissima. Anni di galera, di confessioni fiume. Poi il ritomo a Torino e l'approdo in quel night dall'aria sordida, con le «ragazze» dell'Est a fare compagnia ai radi clienti e il sospetto che, lì dentro, si giocasse d'azzardo. La polizia è arrivata al garage seguendo con il satellite una «cimice» montata sulla Bmw di un pregiudicato L'ingresso del locale dove fu ucciso Vincenzo Casucci, il 18 giugno 2000