Gli ex tecnid del Toro «Spaventate la Juve»

Gli ex tecnid del Toro «Spaventate la Juve» MENTRE LA SQUADRA SI CARICA NEL RITIRO DI SALICE TERME Gli ex tecnid del Toro «Spaventate la Juve» Mondonico e Giagnoni: ogni derby fa storia a sé, vincere si può Agroppi stuzzica: prima della partita fate la danza dei tacchetti Aurelio Benigno TORINO Comincia a crederci il Toro. Questo derby vuole vincerlo. Passano i giorni e cresce la convinzione che quella di domani possa non essere un'impresa cosi impossibile. Per ima serie di ragioni importanti: per il riscatto del 4-0 dell'andata, per la storia del Toro ricca di derby vinti che sembravano irrimediabilmente persi e soprattutto per riaccendere una speranza, esile, di salvezza. Ad accrescere questa voglia di vincere c'è poi il vecchio cuore Toro: non solo quello di Zaccarelli, Ferri, Cravero, Comi e Benedetti, tutti chiamati disperatamente da Franco Cimminelli per restituire dignità e tremendismo a una squadra che stava precipitando senza nemmeno un po' di orgoglio. Non saranno solo loro a spingere il Toro verso questa impresa impossibile. Ci sono anche Gustavo Giagnoni, Emiliano Mondonico e Aldo Agroppi, che da lontano cercano di stimolare e aiutare la squadra. Lo fanno a modo loro, come lo facevano in campo e dalla panchina, magari proprio alla vigilia di un derby importante. Ci credono, eccome se ci credono e proprio per questo caricano la squadra. Giagnoni ricorda derby dal pronostico scontato, diversi per gli obiettivi, ma identici nella psicologia di una stracittadina: «L'unica differenza è che allora si giocava per lo scudetto. Ma gli stimoli e la carica sono gli stessi. A dir la verità sono rimasto sconcertato dal derby dell'andata, soprattutto da una cosa: dopo un fallo i granata porgevano la mano e chiedevano scusa. Ho sgrana¬ to gli occhi e mi sono dato un pizzicotto, non poteva essere vero. Il mio Toro che chiede scusa ai "gobbi": mai». Ed ecco il consiglio da vecchio cuore Toro: «Torno indietro di qualche anno. Siamo sul pullman che da Chieri ci portava al Comunale per il derby. Non volava una mosca, silenzio totale. Mi alzai e dissi: avete paura! Se l'avete voi, figuratevi loro. Ecco, questo era il mio modo di caricarli. In campo li sbranavamo, li divoravamo, li distruggevamo. Questa è storia, non storie». Aldo Agroppi ricorda la danza dei tacchetti: «Appena calzate le scarpe si andava davanti al loro spogliatoio. C'era silenzio, nessuno parlava. Improvvisamente cominciavamo tutti e undici a pestare con i tacchetti sul pavimento. Facevano un rumore pazzesco di ferraglia, era una musica da brivido. E stavamo lì davanti fìngendo di scaldarci, facendo sentire loro tutta la nostra forza, un anticipo dell'aria che avrebbe tirato in campo». Infine Emiliano Mondonico. Ne ha vinti tanti di derby, da giocatore e da allenatore e. di grinta ne ha ancora molta: «Ai miei tempi, quando giocavo, il derby valeva la stagione. Per chi segnava poi, valeva addirittura un rinnovo di ingaggio. Mi sembra di essere tornati a quei tempi. Viste le tante delusioni di questo Torino, occorre che si rivesta nuovamente da Toro. Io ci credo, perchè quando hai quella maglia addosso, almeno per chi la sente ancora, puoi raggiungere qualsiasi traguardo, anche vincere il derby e scucire lo scudetto alla Juve. E' già accaduto, può accadere un'altra volta». Buone notizie, intanto, da Salice Terme dove i granata lavorano sodo. Un gruppo finalmente compatto. Solo problemi di scelta per Zaccarelli. Conferme per Lucarelli e Ferrante, a centrocampo fuori Sommese e dentro Comotto che lo spirito da derby ce l'ha. Infine gli ultras : hanno promesso antiche coreografie. Una su tutte: si rivedrà il lughissimo e gigantesco striscione «Forza veccluo cuore granata». Come ai bei tempi. Anche questo è derby. Lucarelli non sa ancora se comincerà il derby da titolare o dalla panchina Giagnoni guidò il Toro oltre 30 anni fa Eb Agroppi lasciò il Toro nell'estate 75

Luoghi citati: Chieri, Torino