Paura nel focolaio del virus In crisi la Silicon Valley cinese

Paura nel focolaio del virus In crisi la Silicon Valley cinese A RISCHIO UNO DEI LUOGHI DEL MIRACOLO ECONOMICO Paura nel focolaio del virus In crisi la Silicon Valley cinese Crescono i danni. Il Guangdong produce un terzo delle merci esportate «L'opinione pubblica non crede più alle troppe rassicurazioni del regime» reportage Francesco Siscì PECHINO IL passaparola è più forte di ogni annuncio sui giornali o alla televisione. La gente, specialmente i nuovi borghesi con accesso su Internet e alle fonti di informazione in inglese, è scettica sui messaggi rassicuranti del governo, e ha paura della nuova polmonite. I fantasmi che evoca sono i peggiori, anche se i numeri per ora almeno li smentiscono. Taiwan sta conducendo da una decina di giorni una feroce campagna di stampa, accusando Pechino di avere causato la diffusione della polmonite atipica con i suoi maldestri tentativi di copertura. Ieri i due principali giornali inter¬ nazionali americani, l'Herald Tribune e il Wall Street Journal, erano divisi sul giudizio della situazione. Il primo metteva l'accento sull'allarme ai viaggiatori lanciato per la prima volta dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l'altro sottolineava che a Hong Kong è stato messo a punto un trattamento forte ma efficace che guarisce il male. La zona del Guangdong, focolaio della polmonite, è la Silicon Valley cinese. Circa un terzo delle merci destinate all'estero, per un valore di 90 miliardi di dollari, vengono prodotte qui. Parte di questo miracolo è il libero flusso di personale e manager tra Canton, Pechino, Hong Kong e Taipei, Ma questo flusso si è pericolosamente rallentato nelle scorse settimane. Agenzie turìstiche internazionali dicono che ci sono circa il 50 per cento di viaggiatori in meno nelle zone del contagio. Anche per cercare di arginare il panico che sta mietendo molte più vittime della Sars, ieri sono arrivati nel Guangdong funzionari dell'Oms. È una visita di sei giorni in cui dovranno andare negli ospedali e nei laboratori e trarre indicazioni utili per la cura della malattia e il decorso dell'epidemia, mentre in Cina gli infetti sono oltre 1200 e in tutto il mondo sono altri 1100. Questi numeri dimostrano che la polmonite atipica miete vittime a pelle di leopardo. È una malattia nuova che aggredisce in maniera repentina e uccide sconfiggendo i rimedi considerati in passato certi, come gli antibiotici. Per mesi non c'è stata cura né è stato con sicurezza isolato il suo virus, né tantomeno si ha un vaccino. Per tutti questi aspetti evoca l'incubo dell'Ai¬ ds, il male incurabile, anch'esso nuovo, più forte di ogni medicina. Ma a differenza dell'Aids, la cui trasmissione avviene solo per contatti ematici, la Sars si diffonde per via aerea. Uno starnuto, un colpo di tosse basta per essere contagiati. Nella provincia del Guangdong, focolaio della Sars, i contagiati in quattro mesi sarebbero però meno di mille su una popolazione di 80 milioni. Sono cifre non solo ben lontane dalla pestilenza del passato ma anche inferiori alla normale incidenza della polmonite normale. A fronte di questo poi ci sono le nuove, sempre più incisive misure di prevenzione adottate da sempre più Paesi asiatici e oggi anche dalla Cina. Anche a Pechino, tremila chilometri dal Guangdong, i bambini hanno cominciato ad andare a scuola con le masche¬ rine: le autorità hanno cominciato a prendere sul serio i colpi di tosse dei passeggeri, prima trascurati. Gli ospedali delle varie province stanno facendo affluire nella capitale i dati in loro possesso riguardo ai malati o ai casi sospetti, tutti poi messi in quarantena. Forse così potremmo oggi assistere al picco della malattia che potrebbe man mano rifluire. Il primo sintomo del riflusso potrebbe venire da Singapore, che è stata la prima a chiudere le scuole nel timore di contagi. Le scuole dovrebbero riaprire la settimana prossima: se ciò avverrà, vorrà dire che le autorità considerano finito il periodo di massimo allarme. Ma le difficoltà delTOms per ispezionare la zona di Guangdong, per ottenere collaborazione dalle autorità, gettano un velo sui rapporti della Cina con gli altri Paesi del mondo. Tecnici in abiti sterilizzati e protetti impegnati in controlli e verifiche Madreefiglia con la mascherina