Tra le polemiche primo sì alla legge Gasparril di Maria Grazia Bruzzone

Tra le polemiche primo sì alla legge Gasparril Al PRIMI DI MAGGIO LA PAROLA PASSA AL SENATO Tra le polemiche primo sì alla legge Gasparril Il ministro: «Quando fu approvata la Mammì andò molto peggio»Mi Gi Maria Grazia Bruzzone ROMA La quiete dopo la battagUa. Si fa per dire, perché ieri il ddl Gasparri di riforma del sistema televisivo è stato licenziato da Montecitorio, sia pure un po' acciaccato e stravolto. Ma con ancora 10 franchi tiratori della maggioranza, pur presente questa volta a ranghi quasi comp eti. E si lascia dietro un bel po' di polemiche fra i partiti del centrodestra, che si accusano l'un l'altro per quei 17 cecchini e quei numerosi assenti nei propri ranghi, che il giorno prima avevano consentito all'opposizione di far passare con un blitz l'emendamento Giulietti, che stravolgeva il senso del testo governativo costringendo fra Mediaset a disfarsi di Rete4, trasferendola sul satelUte come chiedeva la Consulta. Nella notte la maggioranza è corsa ai ripari scrivendo un emendamento a un altro articolo così da scongiurare comunque quella eventualità. Mentre è rimasto il vuoto sul «sistema integrato» della comunicazione, il paniere sul quale si dovrebbe calcolare il nuovo tetto antitrust. E' restato anche r«emendamento Coronella», dal nome dell'autore, deputato di An, ribattezzato dall'opposizione «emendamento rappresaglia» perché proposto (e votato dalla maggioranza) dopo la rotta sull'altro del centrosinistra, e perché modifica le norme di elezione del presidente Rai. NeUa nuova versione, questo avrà U voto di due terzi della commissione di Vigilanza solo nelle prime due votazioni, poi si passerà al 510Zo. «L'incidente di ieri è stato recuperato al 9007o», si compiaceva ieri il relatore Paolo Romani, di Fi. Ma il ministro Gasparri, pur dicedosi soddisfatto, parlava di «miglioramenti da apportare al Senato, per favorire ancora di più la modernizzazione e il pluralismo». In una sorta di sintonia con quando andava chiedendo l'esponente deU'Udc De Laurentis. Ci sarà tempo per pensarci. Intanto ieri tirava un'aria di riappacificazione, almeno fra la Margherita e Casini. A inizio seduta Roberto Giachetti si è scusato col presidente per il proprio comportamento, «causato dalla concitazione». Casini non lo aveva individuato fra coloro che insultavano per aver continuato le votazioni quando l'opposizione aveva abbandona- to l'aula, ma ha apprezzato le scuse. «I lavori parlamentari sono caotici, soprattutto in una giornata come quella di ieri. E a volte qualche errore si può fare», ha risposto rammarcandosi. E spiegando che comunque «non vi è stato dolo». Fine dell'incidente. Ma non per quanto riguarda la vicenda dei cecchini nella maggioranza, che le cronache avevano attribuito in primis all'Udo e a parte di An, segnatamente, alla destra sociale. Accuse respinte dai diretti interessati, sulle quali insisteva il capogruppo deUa Le¬ ga Alessandro Ce chiedendo un «chiarimento neUa maggioranza» che suscitava un bel po' di polemiche. «Nessun chiarimento. E' necessario serrare le fila di fronte ad una opposizione scatenata e pronta a sfruttare ogni margine di distrazione deUa maggioranza», tagUava corto il portavoce di Fi Enrico Bondi. Nel partito azzurro si sostiene la tesi dell'«incidente» e si guarda al domani. Al Senato. «Riproporremo al Senato le modifiche ai tetti antitrust dopo la sopressione dell'articolo 16 per l'emendamento Giulietti», spiegava Gasparri, dicendosi aperto ad altre migliorie. Anche il ministro parlava di «incidente di percorso», di un'«altra tappa in un cammino irto di ostacoh» e si consolava ricordando che «con la Mammì era andata peggio» (in effetti: si era spaccato il governo, e cinque ministri deUa sinistra de si erano dimessi). L'opposizione preannuncia battagUa dura. «Il potere di Berlusconi vacilla», azzarda Enzo Carra della Margherita, che appare la più attiva in questa lotta, insieme al «correntone» dei Ds . A cui si è unito ieri Sergio Cofferati, che dal suo sito faceva sapere: «Una legge sbagUata. Se passasse, il sistema deUe comunicazioni non sarebbe normato e verrebbe confermato il principale dei problemi: il conflitto di interessi». Riappacificazione " tra la Margherita e Casini dopo i battibecchi in aula

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