Futuro tutto verde con minicar da città

Futuro tutto verde con minicar da città L'INDUSTRIA STUDIA GLI SCENARI DEL DOMANI E ANTICIPA LE LINEE DELLA MOBILITA' «COMPATIBILE» Futuro tutto verde con minicar da città Nel settore dei veicoli urbani ampie prospettive di sviluppo TORINO CHI tenta di intravedere il futuro dell'auto compie spesso errori clamorosi. Negli Anni '50 e '60, ad esempio, si pensava che le vetture nel Duemila avrebbero potuto volare, che il loro aspetto sarebbe stato simile a quello dei veicoli raffigurati nei fumetti di Flash Gordon e che i motori sarebbero stati a turbina, come nei jet. Nessun futurologo aveva anticipato i problemi della sicurezza e dell'ambiente o aveva immaginato gli sviluppi dell'elettronica. Il discorso cambia quando gli scenari sono a breve-medio termine e, soprattutto, quando vengono tracciati, sulla base di chiare tendenze tecniche, commerciali e legislative, da specialisti del settore. E' il caso degli esperti del Centro Ricertne Fiat, di Fiat Auto e di Fiat-GM Powertrain, che in questi giorni hanno tracciato nel conve¬ gno «Cavalcando il futuro», organizzato dall'Ata ad Automotor, i possibili e probabili sviluppi dell'auto nel giro di undecennio o poco più, esponendo anche una serie di prototipi realizzati negli ultimi anni e relative soluzioni d'avanguardia: dalla Seicento Elettra a idrogeno e fuel cells all'Ecobasic con motore Multijet, dalla Multipla ibrida a prototipi con sistemi tecnologici innovativi per ridurre consumi e inquinamento. Ecco, senza addentrarci qui in dettagli tecnici, ci sono alcuni punti che emergono chiaramente: l'auto continuerà a recitare un ruolo fondamentale per la mobilità, integrandosi sempre più con i sistemi di trasporto pubblico e le infrastrutture (grazie alla telematica) e garantendo una migliore sicurezza; il futuro sarà pjù che mai verde; si assisterà a ima più netta divisione fra vetture destinate all'uso extra-urbano e ai grandi viaggi e quelle per l'impiego cittadino, destinate a diventare più che mai mini ed ecologiche. . Un tema, quest'ultimo, di particolare interesse. L'auto (oggi costituita da circa 15 mila parti, di cui 5000 elettriche o elettroniche per un costo al chilo equivalente a quello di uno spuntino in una paninoteca) non può più essere un oggetto «medio», capace di assolvere a varie funzioni. E se nel campo della mobilità extraurbana ci sarà una evoluzione, con un miglioramento delle caratteristiche delle vetture (incremento della sicurezza attiva e passiva grazie all'elettronica, maggiore capacità di controllo con la tecnologia by-wire, miglior inserimento nel traffico con la telematica), in quello dei modelli da città si avrà una vera rottura con il passato, con la nascita di mezzi particolari, «dedicati» specificatamente a questo tipo di uso. Il motivo è semplice: oggi, e ancor più domani, il problema della circolazione nelle aree metropolitane è cruciale. I vei, coli attuali, buoni appunto per ogni uso, sono troppo pesanti e ingombranti. Pesano mediamente sui 1200 chili e trasportano una sola persona (1,3 calcolando che talora a bordo sale un secondo occupante), così in pra¬ tica si spreca un sacco di energia solo per far muovere il mezzo. E allora? Logico pensare a minivetture intomo ai 400-500 kg, lunghe sui 2 metri (e, quindi, biposto), dai consumi minimi (capaci di compiere oltre 50 km con un litro di carburante), con impatto ambientale vicino allo zero grazie all'adozione di sistemi ibridi, in cui il metano potrebbe recitare un ruolo importante, e (in un domani più lontano) della più complessa tecnologia idrogenofuel cells. In attesa di un futuro di miniauto verdi, anzi verdissime, si lavora per un ulteriore affinamento dei motori tradizionali, a benzina e a gasolio. Tante soluzioni sono allo studio o in fase di ulteriore affinamento, nell'ottica di realizzare propulsori sempre più efficienti e, di conseguenza, più «risparmiosi» e «puliti». In ogni caso l'ambizione è quella di conservare all'automobile il suo ruolo centrale e di non privare gli utenti di quel piacére della guida che costituisce uno dei fascini della mobilità individuale.

Luoghi citati: Automotor, Torino