Diventa legge il frenaricorsi Nuovo scontro sull'Rc auto

Diventa legge il frenaricorsi Nuovo scontro sull'Rc auto IL DECRETO APPROVATO DEFINITIVAMENTE IERI DAL SENATO Diventa legge il frenaricorsi Nuovo scontro sull'Rc auto Centrosinistra e associazioni dei consumatori pronti a raccogliere le firme per un referendum abrogrativo: così il governo favorisce le imprese Marzano: «Salvacompagnie? No, salvamercato». L'Ania: evitate tensioni Roberto Ippolito ROMA Ricorsi più difficili. Consumatori sempre più infuriati. Fra le proteste, il decreto salvacompagnie è legge: il Senato l'ha approvato definitivamente. Diventa così meno agevole chiedere un risarcimento dopo la condanna inflitta dall'Antitrust il 31 luglio 2000 per 700 miliardi di lire a 39 imprese (ridotte poi a 17 dal Consiglio di Stato) colpevoli di aver costituito un cartello, cioè di aver concordato (ovviamente al rialzo) le tariffe per la Re auto, le polizze obbhgatorie per la responsabilità civile in caso di incidente. Con le associazioni dei consumatori è molto dura l'opposizione di centrosinistra. Roberto Manzione, vicepresidente dei senatori della Margherita, annuncia anche il ricorso al referendum abrogativo. Già ieri sera è stato costituito il comitato promotore, frutto dell' iniziativa di Manzione insieme all'Intesa consumatori: Carlo Rienzi del Codacons, Elio Lannutti dell'Adusbef, Rosario Trefiletti della Federconsumatori e Carlo Pileri dell'Adoc. Sono già scattati ricorsi alla corte costituzionale e alla corte di giustizia europea. Ma anche all'interno della maggioranza non mancano le obiezioni. Francesco Pontone, presidente della Commissione industria del Senato ed esponente di Alleanza nazionale, si è astenuto dicendo che il provvedimento rischia di apparire «un favore concesso alle compagnie». Pontone crede che adesso si debba «fare di più per dare giustizia agli assicurati». Ma l'Ania, l'associazione delle compagnie, con il direttore generale Gianpaolo Galli nega innanzitutto che il provvedimento possa essere definito salvacompagnie «perché in realtà pone rimedio a un vuoto legislativo e lascia intatte le prerogative dei giudici di pace». E il ministro delle Attività produttive Antonio Marzano sostiene che «non è, come è stato detto, un decreto salva compagnie, ma salvamercato». Marzano considera l'approvazione «una buona notizia» e «a questo punto possono partire gli incontri con le compagnie e spero con i consumatori» (ma la data «non è stata ancora fissata»). Galli sostiene che «senza la conversione in legge si sarebbero create tensioni formidabili sul mercato, con un potenziale rischio per le aziende di dover fronteggiare ricorsi per un totale di nove miliardi di euro». E considera «improbabile» il successo dei ricorsi alla corte costituzionale e alla corte di giustizia. Nonostante le forti proteste di ieri, l'Ania è convinta che ora, «sarà possibile riaprire un dialogo sereno e costruttivo anche con i consumatori». Ma un eventuale sconto delle tariffe, ipotizzato dalla maggioranza di centrodestra a sostegno della validità del provvedimento, è ancora teorico. Dice Galli: l'intervento tariffario «spetta alle compagnie e non all'associazione che le rappresenta, la quale non può agire in questo senso in base alla legge antitrust». Il decreto tenta di bloccare il forte aumento del contenzioso. Il giudice di pace non si pronuncerà più secondo equità, formula che rende inappellabili le sue decisioni, ma secondo diritto, con la possibilità dell'appello. I consumatori che presentano ricorso sono pertanto scoraggiati dalla prevedibile lunghezza dei tempi. La nuova legge non vale solo per la Re auto: si applica a tutti i contratti «di massa», ovvero quelli per elettricità, telefono, gas o altri servizi di pubbhca utilità. Si tratta di un provvedimento «giusto» per il senatore Giuseppe Consolo, responsabile di An per il settore assicurativo; un provvedimento «non certo rivolto contro i consumatori le cui ragioni potranno essere sempre fatte valere». Un intervento «opportuno e necessa¬ rio» perché «non nega il diritto del cittadino ad adire l'autorità giudiziaria» secondo Leonzio Borea dell'Udc. Ma l'opposizione contesta duramente. Nando Dalla Chiesa per la Margherita afferma che «si colpisce il senso di giustizia dei cittadini». Il diessino Loris Maconi sostiene che il governo «ha scelto la strada dell'intervento d'autorità» in una controversia sociale «schierandosi da una parte sola», quella delle compagnie. Governo ritenuto «contro i consumatori» da Tommaso Sodano di Rifondazione comunista. L'Intesa dei consumatori afferma poi che il progettato referendum si aggiunge «a tutte le iniziative già intraprese e da intraprendere per ottenere il ritiro dell'iniqua legge». L'Intesa bolla il provvedimento come «una vergogna». E Cittadinanzattiva è pronta a presentare una denuncia alla Commissione europea contro «lo scempio a danno di milioni di cittadini». Altroconsumo lamenta la «mancanza di rispetto per i diritti» dei consumatori.

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