«Colpo duro ma rimedìeremo al Senato»

«Colpo duro ma rimedìeremo al Senato» PARLA IL MINISTRO DELLE COMUNICAZIONI «Colpo duro ma rimedìeremo al Senato» Gasparri: escludo il dolo, i più sorpresi sono stati quelli della sinistra intervista ROMA SONO le dieci della sera. Montecitorio oramai è deserto, l'ultimo a uscire è il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri e visto che sta piovendo, il presidente dei deputati leghisti Alessandro Ce lo stuzzica: «Ne hai presa di pioggia oggi, eh?». E Gasparri: «Pensa che quando hanno fatto la Mammì, cinque ministri si sono dimessi!». Ministro Gasparri a caldo avete detto tutti che era un incidente casuale, ma ora che è passata qualche ora come si fa a far finta di niente? «E infatti non è possibile dirlo, non è possibile far finta di niente. E' stata una prova dura, i tanti voti segreti hanno innalzato la soglia di rischio e c'è stato uno strappo. Ma non c'è problema: rimedieremo al Senato». Ma lo strappo si è verificato sul cuore della legge, su due questioni fondamentali... «Questa è una prova difficile. Con le tensioni, le tante polemiche su Berlusconi. Nel nostro Paese la Tv è sempre stata una materia delicata, legiferare su certe questioni è sempre stato complicato. La storia lo insegna». Ministro, converrà che è assai curioso il fatto che ogniqualvolta si vota segreto, la maggioranza vacilla e spesso va sotto? «Mi scusi ma anche oggi quante volte si è votato segreto? Tante. E la maggioranza ha retto. Credo che poche leggi come questa abbiano contemplato tanti voti segreti». Già, ma ci sono stati ben diciassette deputati che hanno consapevolmente votato contro il possesso di tre reti tv da parte del Presidente del Consiglio... «Quei diciassette voti possono essere l'espressione dei disagi personali più diversi, a cominciare dal deputato che non è stato fatto sottosegretario e magari si sfoga così. Senza dimenticare che c'è sempre qualcuno che si sbaglia». Ministro, sul passaggio chiave della legge... «D'accordo. Ma quando c'è il votificio non è dettò che tutti sappiano esattamente quel che stanno facendo. Una cosa però posso escluderla con certezza: il dolo di un gruppo organizzato su quell'emendamento. Anche per un particolare: i più sorpresi erano quelli della sinistra». Con Berlusconi ci ha parlato? Come'l'ha presa? «Sì, l'ho cercato dopo quel voto, perché francamente io ero amareggiato. Anche lui era abbastanza contrariato dalle assenze. Ma, anche stavolta, è stato una fonte di fiducia e devo dire che era più tranquillo lui di me». In Transatlantico l'exploit dei franchi tiratori è stato interpretato con tutte le dietrologie possibili, a cominciare da quelle legate agli interessi di grandi gruppi editoriali. Di quelle dietrologie, ne condivide qualcuna «Guardi, questa è una legge che interessa tutti gli editori di giornale, tutte le tv pubbliche e private, nazionali e locali. La lista degli interessi coinvolti è sterminata, trovare quello più interessato è come cercare un ago nel pagliaio!». Sottovoce qualcuno della maggioranza ha avuto da ridire sulla conduzione dell'aula del Presidente Casini: lei ha qualcosa da recriminare? «Personalmente nessuna obiezione o recriminazione. Era un compito difficile. Il voto segreto è stato i.tilizzato in modo ampio, ma la cosa evidentemente era stata discussa dalla Presidenza della Camera. Se il Regolamento lo consente, nulla da obiettare. Certo, è stata una prova durissima». Al Senato lei pensa che la maggioranza ripresenterà senza la minima modifica lo stesso testo bocciato a voto segreto? «Penso che bisogna ripristinare quel concetto che avevamo proposto». Così come era? «Al principio io credo fermamente. La posizione della sinistra su Rete 4 è oscurantista e sbagliata perché finge di ignorare la moltiplicazione di canali e di spazi». Loro dicono che nel 2006 non si arriverà a questa moltiplicazione... «Io dico di sì, dico che con un grosso sforzo finanziario ce la potremo fare. E in questo contesto è insensato soppri¬ mere Rete 4. E' stata la sinistra ad indicare il traguardo del 2006, non credendoci. E invece possiamo farcela». In definitiva: al Senato che testo proporrete? «Io difendo un principio che riproporrò. Poi, le modalità, come sarà scritto il testo lo potremo vedere, ma stiamo parlando di dettagli». Quell'emendamento spuntato in zona Cesarmi sulla maggioranza semplice per il Presidente Rai cosa era? Una ripicca? Un golletto per pareggiare all'ultimo minuto? «Chiariamo subito: io mi sono rimesso all'aula e non ho mai dato parere favorevole. Della questione si potrà discutere ancora. Poi, certo, non posso escludere che la giornata possa avere favorito un certo orientamento nella maggioranza». Il centro-sinistra oggi ha esultato... «Io dico soltanto una cosa: il tentativo del 1138 messo in piedi dal centro-sinistra nella precedente legislatura non è mai uscito dalla commissione. E allora?». Ministro, dica la verità: lei è fiero della legge che porta il suo nome? «Certo. Nella legge mi ci riconosco. Si tratta di un grande passaggio e vedremo se ce la faremo con il digitale nel 2006 o nel 2007. Perché io potrei chiederle: in che anno è stato inventato il telefono da Meucci? Non è l'anno in meno o in più a segnare una grande novità. Posso apparire bizzarro: ma stasera sono soddisfatto. Stamattina ero dispiaciuto ma poi il proseguio della giornata mi ha cambiato l'umore. E' come aver fatto avanzare il tuo esercito: hai dei feriti che curerai, ma intanto abbiamo percorso un tratto di strada». ^^ Ho cercato W^ il premier dopo quel voto perché ero francamente amareggiato e anche questa volta è stato fonte di fiducia Era più tranquillo di quanto lo fossi io 99 IjCdC L'emendamento "™ che abbassa il quorum per l'elezione del presidente del Cda Rai non credo sia stato una vendetta lo mi sono rimesso all'aula e non ho mai dato parere favorevole 99 Il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri

Persone citate: Berlusconi, Gasparri, Mammì, Maurizio Gasparri, Meucci

Luoghi citati: Roma