I marines si spingono alle porte di Baghdad di Maurizio Molinari

I marines si spingono alle porte di Baghdad ROBUSTA AVANZATA, LE FORZE ALLEATE SI ATTESTANO A 30 CHILOMETRI DALLA CITTA' I marines si spingono alle porte di Baghdad L'intelligence avverte: ora Saddam userà le armi chimiche Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Le forze della coalizione hanno sfondato le linee di difesa irachene tra Karbala e Al Kut, penetrando nella «zona rossa» fino a trenta chilometri da Baghdad. L'avanzata è stata seguita dall' ordine, arrivato dal Pentagono, di indossare le tute anti-gas perché l'intelligence ritiene che Saddam Hussein potrebbe usare presto le armi chimiche. Il generale Tommy Franks, comandante di «Iraqi Freedom», ha lanciato l'attacco dopo aver ricevuto dal presidente George Bush - comandante in capo delle forze armate - l'autorità di decidere quando marciare su Baghdad. In Italia erano le prime ore di ieri. Fanteria e marines si sono mossi assieme. La III divisione di fanteria è andata all'assalto della divisione corazzata «Medina» della Guardia Repubblicana posta a difesa di Karbala: dimezzati da quattro giorni di bombardamenti, gli iracheni hanno subito l'offensiva, almeno duemila soldati sono stati uccisi. Tank e blindati della «Medina» sono stati decimati dalle CBU-105, le bombe a grappolo dell'ultima generazione 454 chilogrammi ognuna - concepite per lanciare dieci ordigni capaci di penetrare le armature. E' stato un diluvio di ferro e fuoco. «Sono venuti a contatto con la più potente forza militare della Terra, è in corso l'attacco al cuore del regime» dice il generale Vincent Brooks, del comando centrale in Qatar. Pur indeboliti e travolti da un diluvio di fuoco, gli iracheni «non si sono arresi, hanno combattuto e combattono, non hanno aperto la porta all'avanzata» sottolinea Victoria Clarke, portavoce del Pentagono, lasciando intendere che i comandanti iracheni hanno rifiutato le offerte di resa ripetutamente avanzate negli ultimi giorni. La fanteria ha circondato Karbala e quanto resta della «Medina», avanzando fino a 60 chilometri dalla capitale. L'offensiva della fanteria puntava ai ponti su Eufrate e Tigri: alcune unità hanno passato l'Eufrate ad Al Mussayb, catturando un ponte strategico sebbene fosse stato minato, mentre il VII cavalleria si è impossessato del «Canale Saddam» sul Tigri. Senza la preoccupazione dei mezzi corazzati della «Medina» più a Est, ad Al Kut, i marines hanno travolto la divisione «Baghdad» della Guardia Repubblicana, composta solo di fanteria, superando a loro volta il Tigri. Al Kut è a 170 chilometri da Baghdad, i marines hanno divorato il terreno arrivando in serata a 30 chilometri dalla città. «La "Baghdad" è stata annientata» ha riassunto il generale Brooks. A farlo, oltre ai marines, sono state almeno due bombe da sei tonnellate, denominate «Taglia Margherite» perché, dopo l'esplosione, non resta praticamente nulla in piedi, neanche una margherita. La manovra su Karbala e Al Kut è stata fulminante. «Le operazioni sincronizzate sono un pilastro della dottrina militare degli Stati Uniti - spiega Frank Torp, portavoce del comando centrale - perché consentono di sorprendere tatticamente l'avversario». Perii maresciallo dell' aria Brian Burridge, comandante britannico in Iraq, «questo è solo l'inizio, la fase decisiva spesso prende tempo, non pensate che in 48 ore sarà tutto finito». E' dei marines lo slancio maggiore, sono loro a essere arrivati in vista delle centinaia di trincee di Baghdad riempite di greggio e incendiate dai difensori della città. Lo sfondamento della «zona rossa» - stabilita da Saddam attorno alla capitale aveva un punto debole: se gli iracheni fossero riusciti a far saltare la grande diga sul lago Al-Milh, le forze della coalizione sarebbero state travolte. Il compito è stato affidato a reparti di forze speciali: il blitz, a Nordovest di Baghdad, ha tolto a Franks quella che era al momento la più seria preoccupazione. Con la «Baghdad» distrutta e la «Medina» accerchiata, di fronte agli americani vi sono altre due divisioni la «Hammurabi» (corazzata) e la «Nabucodònosor» (fanteria). Alcune loro unità sono già entrate in combattimento, altre sono finite sotto le bombe dei B-52. Decine di soldati della «Nabucodònosor» si sono arresi dopo essere stati bombardati a colpi di decibel da giganteschi altoparlanti. «Se dovessi descrivere la situazione della Guardia Repubblica - dice il generale Brooks - direi che sono in un mare di guai». Aver spostato «Nabucodònosor» e «Hammurabi» così a Sud indebolisce le difese di Baghdad a Nord e Ovest e lascia scoperta la zona di Tikrit - dove Saddam è nato affidata ora alla meccanizzata «Adnan» e alla fanteria «Al Nida». Non è escluso che proprio da Nord e da Ovest possa arrivare l'ultimo affondo del generale Franks su Baghdad. Su Mosul e Kirkuk, i due centri del Nord a ridosso delle zone curde, si sono succeduti ieri pesanti bombardamenti. Attacchi anche su Baghdad dove una bomba, secondo gli iracheni, ha colpito un reparto maternità di un ospedale della Mezzaluna Rossa: il Pentagono non conferma ma ha aperto un'inchiesta. Adesso il timore è quello delle armi chimiche. «I combattimenti più duri devono ancora arrivare» assicura la portavoce del Pentagono, Victoria Clarke, sottolineando che «finora non abbiamo trovato né Scud né armi chimiche». Ovvero: Saddam potrebbe usare entrambi. Marines e fanteria hanno ricevuto l'ordine di indossare tute protettive e maschere anti-gas. Alle spalle del fronte, la logistica americana mostra la sua forza: colonne di mezzi si estendono a vista d'occhio per decine e decine di chilometri. Si tratta di centinaia e centinaia di carri armati, obici, camion, jeep, blindati, cisterne e trasporto truppa che continuano ad arrivare dal Kuwait e serviranno per controllare il territorio e sostenere l'avanzata. Tanti mezzi creano ingorghi nel deserto: gli aereitrasporto C-130 vengono fatti atterrare sulle autostrade costruite da Saddam per accelerare i rifornimenti. Per le operazioni di bonifica delle sacche di resistenza, l'epicentro ieri è stato a Najaf, città santa degli sciiti quanto lo è Qom in Iran. Alcuni gruppi di miliziani e Fedayn sono entranti nella moschea sacra dove si trovano le spoglie di Ali e da lì hanno iniziato a fare fuoco su imita della 101a aviotrasportata. La decisione di Tommy Franks è stata di non rispondere al fuoco e non assaltare la moschea - ima delle più venerate dell'Islam - mentre elicotteri Apache della 101" divisione eliminavano altre sacche di resistenza in città e facevano esplodere due grandi depositi di munizioni. «Sparare da dentro una moschea - dice Victoria Clarke non è l'unico episodio che denota la disperazione del regime, a Najaf hanno trasformato anche un ospedale in una casamatta». Così il generale Stanley McChrystal, dello stato maggiore congiunto, descrive il campo di battaglia: «A Nord combattiamo contro la Guardia RepubbUcana, a Sud contro le forze irregolari di Saddam Hussein». Baghdad ha reagito all'offensiva con il mimstro dell'Informazione, Mohammed al-Sahaf, che ha negato la caduta di Al Kut, parlato di «allucinazioni americane» e, riferendosi alla moschea Ali di Najaf, ha accusato gli alleati di «sparare contro i luoghi santi». Per dare fiducia ai difensori al-Sahaf ha letto in tv per la seconda volta in 24 ore un messaggio di Saddam Hussein. E' un nuovo appello a combattere: «La vittoria è vicina, abbiamo adoperato neanche un terzo delle nostre forze. Allah ci darà la vittoria contro i criminali aggressori, è l'opportunità per difendere l'onore, combatteteli come e più di quanto ha fatto l'undicesima armata a Nassiriya, infliggendogli pesanti perdite, ognuno di voi deve combattere a Nassiriya e a Zhi Qar». In serata la tv di Baghdad ha mostrato immagini di un Saddam sorridente, senza però chiarire quando sono state girate: il giallo sulla sorte del Raiss è iniziato la prima notte di guerra con l'attacco alle fattorie di Dora, e continua. Marines americani tengono sotto controllo un avamposto iracheno vicino a Numaniya. A destra, un tank inglese passa accanto a un T-55 iracheno distrutto a Sud di Bassora «E in corso l'attacco al cuore del regime», dice il generale Brooks Manovra a tenaglia, lungo l'Eufrate e oltre il Tigri Demolite le divisioni Medina e Baghdad della Guardia Repubblicana Saddam ricompare sorridente in tv ma restano i dubbi sulla sua sorte Bomba americana colpisce il reparto maternità di un ospedale della capitale