«Erano in un giro più grosso di loro»
«Erano in un giro più grosso di loro» «Erano in un giro più grosso di loro» Incredulità nei paesi dei tre imprenditori finiti in manette Giampiero Maggio Voci. Pettegolezzi: che nei paesi dove i tre arrestati con l'accusa di usura vivono circolavano da tempo. C'è chi dice, il giomo dopo aver letto la notizia sul giornale, che in fondo se lo aspettava che sarebbe finita così. «Beh, per forza, uno si domanda come faceva a cambiare auto in continuazione...». Ma in fondo i tre che i carabinieri hanno ammanettato sono considerati tré pesci piccoli: il cerchio potrebbe allargarsi e coinvolgere nomi ben più pesanti. A Gaetano Falsone, Quinto Rean Ruffat e Achille Berardi si è anivati quasi per caso, anche se alla base c'è la denuncia di un imprenditore edile di Cuoignè con l'acqua alla gola per i debiti e i soldi che gli venivano chiesti in continuazione e il lavoro durato un anno degli uomini dell'Arma su intercettazioni ambientali e telefoniche, p Imprenditori rampanti, in qualche modo legati tra loro, eppure totalmente diversi l'uno dall'altro. Gaetano Falsone, 53 anni, che a Rivarolo tutti conoscono come Pino. E' il personaggio, dei tre, forse più noto. In una foto scattata due anni fa, quando vestiva i panni del personaggio principale del carnevale della città, sorride e ha ima vaga somiglianza con «Jimmy il fenomeno» l'attore che durante gli anni '70, al fianco di Alvaro Vitali, appariva sui lungometraggi delle commedie di serie B all'italiana. Di carriera ne aveva fatta in anni di attività: un negozio di formaggi, forse il più bello della città, ristrutturato di recente, una panetteria nel pieno centro e un bar che a giomi dovrà aprire in piazza San Rocco, il salotto di Rivarolo. Ora è agli arresti domiciliari, nella villetta a schiera color nocciola con il giardino curato e la pianta d'ulivo, alla periferia di Feletto. Il sindaco Edoardo Gaetano preferisce non sbilanciarsi: «Aspettiamo che siano i giudici a pronunciarsi prima di fare commenti». Ma a Rivarolo la gente parla. C'è chi si stupisce: «Ma davvero hanno arrestato Pino? No, non ci posso credere. E qual è l'accusa? Usura? Ma roba da matti». E c'è chi maligna: «Lo sapevo che sarebbe finita così, del resto uno che apre un negozio dietro l'altro...». Ma in fondo si dice così di tutti quelli a cui gli affari vanno bene, l'invidia è dietro l'angolo. Il fatto è che i carabinieri parlano di tassi sui prestiti anche del 10-12 per cento al mese: cifre pazzesche, da strozzini, e alle quali diventava quasi impossibile far fronte per chi era già in difficoltà economiche e viveva al limite della disperazione. Cambi paese e la musica è la stessa. A Valperga, nel bar del centro «Da Dino», Quinto Rean Ruffat, 52 anni, lo vedevano ogni mattina alle 9 in punto. «Si, lo conosciamo - dice Dino Perda, uno che ha fatto la guerra e nella sua vita ne ha viste tante - un uomo molto elegante, parcheggiava la sua Volvo blu, apriva la sua bella ferramenta e poi veniva qui, al bar, per il caffè». Hanno saputo dell'arresto leggendo la notizia sul giornale: «Ecco perché oggi non si è visto» dice uno. Mentre Michele Fasana, un altro anziano frequentatore di questo posto, sembra uno che la sa lunga: «Lunedì c'erano i carabinieri in giro per il paese, so che lo hanno bloccato che erano le due del pomeriggio mentre Quinto stava aprendo il negozio». Voci su di lui? Pettegolezzi? «Si qualcosa si diceva, sa com'è nei paese, si parla, si chiacchiera, ma devo dire che Rean Ruffat ha sempre fatto una vita molto ritirata, nessuno sfarzo in particolare, nessun colpo di testa». E infine c'è Achille Berardi, una moglie, ima figlia, una bella casa a Salassa. Artigiano edile con piccole denunce di ricettazione alle spalle e con il vizio delle belle auto, prima una Mercedes, ora un fuoristrada. «Uno che si alza presto al mattino, gli appalti non gli mancano, e che in fondo può permettersi un discreto tenore di vita». C'è chi dice che fosse entrato m un giro pericoloso, gente più navigata ed esperta. E che Berardi fosse facilmente condizionabile: «Forse qualcuno Iha incastrato, forse dietro di lui ci sono i pesci più grossi...». Achille Berardi Quinto Rean Ruffat
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