Sant'Anna, sparite 20 cartelle cliniche

Sant'Anna, sparite 20 cartelle cliniche Sant'Anna, sparite 20 cartelle cliniche «Forse qualcuno ha voluto eliminare errori imbarazzanti» il caso Giorgio Baliario LA magistratura sta cercando di rintracciare 20 cartelle cliniche scomparse nei mesi scorsi dall'ospedale Sant'Anna. Lunedì alcuni agenti di polizia giudiziaria inviati dal pubblico ministero Carlo Pellicano si sono presentati alla direzione sanitaria dell'ospedale ostetrico-ginecologico e hanno sequestrato ciò che è rimasto della documentazione sanitaria relativa al parto di quella ventina di donne, che nel secondo semestre del 2002 hanno avuto un bambino nella struttura sanitaria di corso Spezia. Gran parte delle cartelle «sparite» provenivano dal reparto del professor Mario Campogrande. L'inchiesta del pm Pellicano è partita dalla denuncia per «colpa medica» presentata da un'avvocatessa torinese, che nel luglio dello scorso anno ha subito un parto cesareo al Sant'Anna; ma dopo i jrimi accertamenti le indagini dela Procura si sono estese anche alle cartelle mediche «fantasma». Il magistrato ha già interrogato medici e infermieri del reparto di ostetricia diretto da Campogrande e ha iscritto un paio di persone nel registro degli indagati. Il reato contestato è ancora top-secret, ma nei prossimi giorni sono attesi clamorosi sviluppi. L'intervento cesareo sull'avvocatessa - che chiameremo Roberta - è andato apparentemente bene, ma qualche giorno più tardi la giovane donna è stata di nuovo ricoverata in ospedale con febbre altissima e in preda a lancinanti dolori al ventre. Rioperata dal professor Campogrande, alla paziente e stata asportata una sacca di pus del diametro di 7 centimetri, che stava provocando un'infezione con elevato rischio di setticemia, nonché una forma di broncopolmonite. Dopo la seconda operazione, eseguita d'urgenza il 12 luglio, Roberta è rimasta ricoverata in Rianimazione per 20 giorni. Quando si è ristabihta la professionista ha chiesto al Sant'Anna copia della sua cartella clinica,per valutare se esistessero gli estremi per presentare una denuncia per colpa medica. Ma con grande stupore degli stessi impiegati dell'ospedale, la cartella è risultata largamente incompleta, il diario clinico non è stato trovato e nel registro delle persone operate il 12 luglio il nome di Roberta non figurava neppure. Il 10 ottobre l'avvocatessa ha presentato querela in Procura e pochi giorni dopo è stato lo stesso Sant'Anna a denunciare la scomparsa di una ventina di cartelle cliniche. Mentre il pm Pellicano e la polizia giudiziaria hanno continuato a svolgere accertamenti sul reparto di ostetricia e ginecologia diretto dal professor Campogrande, Roberta ha depositato una consulenza di parte effettuata dal professor Carlo Zara del Policlinico di Pavia, nella quale si conclude che c'è stata neghgenza da parte dei sanitari del Sant'Anna nel dimettere troppo in fretta la paziente dopo il cesareo, il secondo intervento è stato tardivo e l'assistenza post-operatoria non adeguata alle circostanze. Gli investigatori stanno cercando di capire come siano potute sparire 20 cartelle cliniche. E soprattutto perché. Al momento non ci sono risposte, ma una delle ipotesi sulla quale lavora la Procura è il rischio di «scopertura» assicurativa al quale vanno incontro molti medici e chirurghi. Al Sant'Anna il problema è molto sentito, dato che l'ostetricia-ginecologia è una delle branche mediche più a rischio di errore e quindi di richiesta di risarcimento. Dall'inizio dell'anno il personale medico dell'azienda ospedaliera Sant'Anna-Regina Margherita è in subbuglio perché la direzione generale ha sottoscritto con l'Ina Assitalia una polizza per la responsabilità civile (valore 5 milioni di euro all'anno) che prevede massimali ritenuti troppo bassi: 750 mila euro per ogni singolo sinistro e un tetto complessivo di 7 milioni e mezzo di euro, cioè 15 dei vecchi miliardi di lire. C'è il pericolo concreto, insomma, che in caso di risarcimento per colpa grave sia lo stesso medico a dover indennizzare la parte lesa. «Penso che se un autista dell'Atm non avesse la polizza per la responsabihtà civile in caso di incidente, non guiderebbe molto sereno - commenta Giorgio Cavallero, segretario regionale dell'Anaao Assomed, uno dei sindacati di categoria dei medici figuratevi un medico che deve agire su un paziente a rischio: non può star lì a fare i conti se l'assicurazione lo copre oppure no». Per questo motivo l'Anaao Assomed, insieme all'altra organizzazione Cimo, si è rivolta agli avvocati Claudio Maria Papotti e Gianni Saracco ed ha presentato ricorso al Tàr. «Abbiamo stipulato il contratto con l'Ina Assitalia perché non avevamo altra scelta - spiega la direttrice sanitaria del Sant'Anna, Grace Rabacchi - nessuna altra compagnia si è presentata alla gara d'appalto e c'era il rischio di iniziare il 2003 senza copertina assicurativa».

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