«Questa guerra esalta Saddam» di Grazia Longo

«Questa guerra esalta Saddam» iTOTllit /iv^vur-iu «Questa guerra esalta Saddam» Grazia Longo LA guerra in Iraq? «Un abuso di potere che può condurre alla fine del mondo». Saddam Hussein? «Un dittatore che l'invasione anglo-americana ha trasformato in un eroe». Il conflitto arabo-israeliano? «Finirà solo se lo vorrà la leadership israeliana». Il patriarca di Gerusalemme, monsignor Michel Sabbah, ha risposto alle domande del pubblico - ieri sera alle Missioni della Consolata, con accanto padre Predo OUvero e padre Francesco Ciahni - sulla guerra in corso in Iraq e quella che «da più di 100 anni sta dilaniando il Medio Oriente». Arrivato da Roma, dove ha incontrato il Pontefice, monsignor Sabbah ha portato il suo messaggio di pace. «Papa Wojtyla lo ripete da tempo: l'unica alternativa alla guerra è la pace. Quella umana sembra irrealizzabile, confidiamo nell'aiuto di Dio per infondere un sentimento di pace nel cuore di chi vuole la guerra». Per fortuna le parole di pace di Giovanni Paolo II sono state capite dal mondo arabo «che si è così convinto che in Iraq non si sta combattendo una guerra tra musulmani e cristiani. Anche se purtroppo nelle folle permane la visione di un Occidente invasore e spesso l'Occidente è confuso con il cristianesimo. Ma è comunque chiaro che quella in Iraq non è una guerra di religione». Michel Sabbah è una delle rappresentanze più figurative dei 150 cristiani che vivono in Palestina. L'impegno cristiano per la pace è ancora vivo in chi non ha dimenticato quelle immagini trasmesse da tutte le televisioni del mondo un anno fa. Come non ricordare i 13 palestinési che trovarono rifugio nella chiesa della Beata Natività a Betlemme? «Oggi la coesione all'interno del mondo cristiano è ancora più forte stigmatizza monsignor Sabbah -, le 13 comunità religiose di Gerusalemme, cattoliche, ortodosse e protestanti sono più unite che mai». Tra sii ostacoli più difficili da superare, c'è la crescita del prestigio di Saddam Hussein. «La scelta della guerra fa di Saddam Hussein un eroe, un simbolo. Se si voleva evitare una situazione di tirannia, di dittatura, si è sbagliato. Perché la guerra sta facendo il contrario. Lo scontro non doveva avere luogo perché nulla può permettere ad un paese, qualunque sia la sua forza, di invadere un altro paese. Questo conflitto deve cessare quanto prima altrimenti si continua a condannare l'umanità al sentimento della guerra». Una condizione che contribuirà a rallentare il processo di pace in Medio Oriente. «Ci sono studiosi - conclude il patriarca latino - convinti che per altre due generazioni non ci sarà pace. E il popolo, sia palestinese sia israeliano, continuerà a essere oppresso. Anche dal punto di vista economico. Dobbiamo affidarci alla preghiera e alla speranza nell'amore infinito di Dio».

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Michel Sabbah, Papa Wojtyla, Sabbah, Saddam Hussein