Rai, basta polìtici a Domenica in di Maria Grazia Bruzzone

Rai, basta polìtici a Domenica in IL CDA HA UFFICIALIZZATO ALL'UNANIMITÀ LA NOMINA DI CATTANEO ALLA DIREZIONE GENERALE Rai, basta polìtici a Domenica in L'Ulivo: il ddl Gasparri non risolve il conflitto d'interessi Maria Grazia Bruzzone ROMA Il cda della Rai nomina formalmente Flavio Cattaneo direttore generale. All'unanimità. E il consigbo recepisce il documento della Vigilanza sul pluralismo, che tra l'altro esorta ad evitare di norma la presenza di pohtici negli show tipo «Domenica in». Quanto ai vicedirettori generali e ai corrispondenti da sostituire, il nuovo dg taglia corto: al momento, fa sapere, non intende procedere a nuove nomine. Cattaneo si prenderà invece trenta giorni di tempo per studiare i problemi, incluso quello degb uffici di corrispondenza da riorganizzare. Fine delle polemiche dunque, per ora. Ma solo sul fronte Rai. Perché su quello del ddl Gasparri di riforma del sistema tv - testo che dovrebbe passare alla Camera in due giorni, cioè oggi - la tensione fra maggioranza e opposizione è al diapason. Con Fassino e RuteUi che accusano duramente Casa delle Libertà e governo: «Utibzzano in modo cinico l'attenzione degb italiani per la guerra per approvare una legge che rappresenta il trionfo del conflitto di interessi». Repbca Gasparri: «Con la legge non facciamo un favore a Berlusconi ma aU'Itaba». Viale Mazzini dunque, dove si è insediato Cattaneo che, con i suoi 40 anni non ancora compiuti è il direttore generale più giovane della storia della Rai. Solo Ettore Bemabei divenne dg nel '61 a 40 anni già fatti. A suo favore hanno votato tutti i consigberi, anche il presidente Lucia Annunziata e il consigbere Gioirlo Rumi, che sulla designazione si erano astenuti: «Un gesto di fiducia e di rispetto per l'azionista», spiega Rumi. «Mi ero astenuto sul metodo mentre il presidente mi pare che avesse eccepito sul fatto che non aveva abbastanza elementi», aggiunge. osservando che «oggi non c'è più nulla da eccepire». Sobrio ma assai netto il primo comunicato del consiglio. Informa che nella fase attuale «obiettivo fondamentale dell'azienda è rafforzare la propria struttura, valorizzando professionabtà interne, per garantire la qualità del prodotto e le finabtà del servizio pubbbeo»; auspica «criteri di efficienza, evitando moltiplicazioni e sovrapposizioni di cariche e funzioni». Infine, il cda «fa propria la raccomandazione della Vigilanza secondo cui, nei programmi di intrattenimento la presenza dei pobtici va assolutamente evitata e comunque limitata ad argomenti di loro competenza, e sempre entro una apposita finestra informativa». Ben diversi i toni sulla legge Gaspani, di cui sono stati approvati ieri 11 articoli coi tempi contingentati stabibti dal regolamento della Camera. «Questa legge dà un colpo gravissimo al plurabsmo radiotelevisivo invocato dal presidente Ciampi nel suo messaggio alle Camere, sia a quello esterno sia a quello intemo aba Rai. Ed acuisce il problema del conflitto di interessi che Berlusconi aveva promesso di risolvere nei primi 100 giorni del suo governo», esordisce Rutelli. Sotto accusa sono i meccanismi con cui il testo «aggira» la sentenza della Consulta, che lo scorso settembre ha imposto di rispettare i limiti antitrust attuali trasferendo Rete4 sul sateUite. Il testo del governo - spiega l'Ubvo equipara le reti nazionab a quelle sperimentali digitali: e siccome Mediaset ne ha già lanciate quattro, il tetto debe reti sale da 1 a 15 e Mediaset si tiene Rete4 a terra. L'altro meccanismo «di aggiramento» consisterebbe nel calcolare il limite globale antitrust sui fatturati non solo di tv, radio e giomab ma anche di film, libri, affissioni e pubbbcbe relazioni. «La stessa Antitrust non sa come calcolare questo tetto, e in questo modo si mette in mora un'autorità di garanzia», denuncia Fassino. «La torta complessiva sale a 25 mibardi di euro secondo le stime di Mediaset, e infatti Confalonieri ha già annunciato l'intenzione di acquisire giomab», sottolinea Paolo Gentiloni deUa Margherita. Critiche che Gasparri respinge, sottolineando che la sua legge «accogbe l'appeUo di Ciampi, m particolare con l'art. 6 che definisce tutte le attività televisive, attività di servizio pubblico» soggette alla par condicio e osservando che il ddl è stato presentato a settembre, e in commissione «è stato migliorato». «Modifiche che riguardano i minori», risponde l'Ubvo, che lamenta invece il «testo blindatissimo» e il fatto che i 15 articoli che la maggioranza approverà oggi, in commissione non sono stati nemmeno discussi. Gentiloni: «Gasparri insiste sube moltissime audizioni dei mesi scorsi? Ma si dimentica di dire in quanti hanno criticato pesantemente il ddl, a cominciare dal presidente deU'Antitrust Tesauro», la cui relazione veniva distribuita neUa conferenza stampa ubvista. Il nuovo direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo Fassino e Rutelli: la maggioranza approfitta della crisi internazionale per far passare una legge sbagliata

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