«L'Italia, transito di mujaheddin per l'Iraq» di Guido Ruotolo

«L'Italia, transito di mujaheddin per l'Iraq» DOPO I NUOVI ARRESTI, GLI UOMINI DELL'INTELLIGENCE RIFLETTONO SUGLI SCENARI DELL'EVERSIONE ISLAMICA «L'Italia, transito di mujaheddin per l'Iraq» Gli 007; qui passano uomini e armi Guido Ruotolo ROMA Ieri le mete erano la Bosnia, la Cecenia, i paesi nordafricani dove si combatteva ferocemente a colpi di attentati, di massacri di civili, di donne e bambini. E l'Afghanistan di Osama bin Laden addestrava i mujaheddin che, per arrivare a quei campi, attraversavano l'Iran, b Pakistan. Oggi è b Kurdistan iracheno, dove si combatte «la guerra santa per scacciare gb invasori angloamericani», la nuova meta di questi mujaheddin, probabbmente la Siria rappresenta almeno una stazione di transito di queste carovane di «combattenti». Colpisce l'inchiesta deba Digos di Mbano perché consegna un fotogramma che non può essere rassicurante di per sé. L'Itaba, dagb atti debe indagini, si conferma una «retrovia», una «stazione di transito», una «base logistica» dove i «fratelli combattenti», arrivati magari dal «fronte» afghano, si rifocillano, trovano ospitabtà, documenti di riconoscimento contraffatti. E dopo una «vacanza», sono pronti a tornare in «zona operativa». Né può essere consolatorio il fatto che queba Milano che frequenta la moschea di viale Jenner si riveb, in questo caso, anche una «scuola» di reclutamento, di organizzazione debe nuove leve di «combattenti» da mandare ad addestrarsi per intraprendere b «viaggio» verso le aree di conflitto, oggi l'Iraq. E' questa la sostanza deb'inchiesta mbanese: l'Italia è uno degb snodi - come lo sono, e forse ancora di più, l'Inghilterra, la Francia e la Germania - di questo «ciclo riproduttivo» dei mujaheddin, pronti ad essere arruolati o inviati di nuovo al «fronte». Ma si tratta, appunto, soltanto di un fotogramma, di urna immagine in particolare e non di una panoramica. In Europa, e quindi anche in Itaba, infatti, potrebbero essere arrivati altri mujaheddin con b mandato di colpire qui. Sintomatici i riferimenti, nelle intercettazioni tra due degb indagati arrestati l'altro giorno, a un possibbe attentato contro obiettivi israeliani e la «soddisfazione» manifestata per le vittime tedesche deb'attentato di Djerba. Ricordano i nostri 007 che in un messaggio del novembre scorso di Osama bin Laden anche «l'Italia è indicata come un obiettivo dacolpbe». «Finora, il nostro Paese si è rivelato una stazione di transito spiegano ab'Antiterrorismo - ma non possiamo per questo, come si dice, abbassare la guardia. C'è da sottolineare, però, che finora da noi non s^ no state trovate armi, prodotti o formule chimiche, né, naturalmente, sono stati intercettati discorsi funzionab alla preparazione di un attentato da compiere in Itaba». Dunque, Mbano, Kurdistan bacbeno: «Abo stato debe indagini - spiega un investigatore - non possiamo affermare che questa cebula mista, composta da somab, egiziani, curdi iracheni, sia cobegata direttamente ad Al Qaeda. Sappiamo che ha come riferimento il gruppo di "Ansar Al Islam" che ha suoi campi di addestramento nel Kurdistan bacheno». Si fermano qui le considerazioni dell'Antiterrorismo: «Naturalmente saranno le ulteriori indagini ad approfoncbre lo scenario intemazionale». Una indicazione, invece, emerge dab'ordinanza di custodia cautelare. Il gip milanese Guido Salvini scrive che queba neutrabzzata è «una cellula con struttura associativa inserita in una organizzazione transnazionale il cui leader riconosciuto» è l'ermro giordano Abu Mussab Al Zarkqawi «membro di rilievo di Al Oaida». Era stato b segretario di Stato americano, Colin Poweb, nel suo discorso ab'Onu del 5 febbraio, a rivelare l'esistenza di ima cebula di Al Oaeda in Italia, cobegata appunto con "Ansar al Islam", l'organizzazione che conta cbca 700 affibati ed è stata fondata, secondo gli americani, con 300.000 dobari di Osama bin Laden. Il suo quartier generale è a Biyara, un vibaggio del Kurdistan iracheno. E i campi di adde¬ stramento in queba zona sono stati nei giorni scorsi bombardati dall'aviazione americana. Dunque, anche se l'inchiesta mbanese conferma b ruolo di «base logistica» deb'Itaba, b rischio di attentati di matrice terroristica islamica resta alto. Non è un caso che ieri, intervistato dal settimanale Famiglia Cristiana, b ministro deb'Intemo, Beppe Pisanu, abbia rilanciato l'abarme: «Cresce b rischio di cobegamento tra le nuove Brigate Rosse e l'eversione intemazionale di matrice islamica, come attestano diversi segnab e la stessa risoluzione pobtica di Nadia Lioce che indica le masse arabe e islamiche come b naturale abeato del proletariato metropobtano». Preoccupa Pisanu questa possibbe saldatura. Non c'è solo b documento programmatico elaborato daba «prigioniera» Lioce che, con b passare delle settimane daba sua cattura, si sta rivelando sempre di più come ima figura centrale dell'organizzazione, addirittura secondo gb investigatori - Nadia Lioce potrebbe essere b capo debe Br (e dopo Bologna per l'omicidio Biagi anche Roma si appresta a contestarle l'omicidio D'Antona). Vi sono anche altri segnab che fanno ipotizzare una possibbe saldatura tra le Br e b terrorismo islamico. La valutazione del ministro, evidentemente, trova una sua verifica nebe attività debe struttv.i ( di intebigence e di prevenzione. Colpisce b clima tra gb investigatori che, nonostante gb arresti, non vivono queste ore come un momento liberatorio. Non foss'altro perché l'inchiesta mbanese mette in luce una «capacità riproduttiva debe cebule eversive di matrice islamica»: sgominata un anno fa l'organizzazione che faceva capo ad Abdelkader ES Sayed, b reclutatore egiziano probabilmente morto in Afghanistan, durante i bombardamenti a Torà Bora, se ne è creata una nuova, queba appunto sgominata ieri di Abu Omar. Prima le mete erano Bosnia, Cecenia, paesi nordafricani Poi è venuto il turno dell'Afghanistan, attraverso la via pakistana Oggi i fondamentalisti che passano da Milano puntano per lo più sull'Iraq curdo: «È lì che si combatte la guerra santa» v ^ m m r;^mr-^^nì^^^^^iim^^mm Il tribunale di Milano, centro delle indagini sulle cellule islamiche italiane