In tribunale manager e soci di Blu
In tribunale manager e soci di Blu LA SOCIETÀ' ACCUSATA DI TURBATIVA D'ASTA IN OCCASIONE DELLA GARA PER L'UMTS In tribunale manager e soci di Blu ROMA La Procura di Roma ha citato a giudizio i responsabili delle società che nell'ottobre del 2000 facevano parte del consorzio «Blu» e che deliberarono la partecipazione alla gara per le licenze Umts per i telefonini di nuova generazione. Turbativa d'asta il reato contestato loro in concorso dai pubblici ministeri Pasquale Lapadura, Salvatore Vitello e Rodolfo Sabelli. Il processo, fissato per il prossimo luglio vede imputati nomi di spicco dell'imprenditoria italiana. Secondo l'accusa i vertici di Blu avrebbero deliberato la partecipazione alla gara con la consapevolezza di doversi poi ritirare per non perdere la fidejussione di quattromila miliardi di lire versata in precedenza dal consorzio. Sono 21 i manager indicati nell'atto di citazione a giudizio; si tratta di Giancarlo Elia Valori, Enrico Casini e Angelo Milanello (Blu), Pasquale Pio Cannateli! (Mediaset), Davide Croff e Luigi Abete (Bnl), Francesco Gaetano Caltagirone e Fabio Cera (Gruppo Callagirone), Gilberto Benetton e Gianni Mion (Edizioni Holding), Alberto Meomartini e Sergio Primus (Italgas), Bob Warner (British Telecom), Vito Gamberale (Autostrade), William Bruce Hicks (Vistacom), Luigi Cera e Ferdinand Willeit (Sitech). Inoltre, tra gli indagati, figurano Giovanni Calabretta, Enzo Concina, Sal¬ vatore Pino e Agostino Spoglianti, rappresentanti di alcuni dei gruppi citati. Nel corso delle indagini la maggior parte degli indagati convocati per essere sentiti si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Alcuni di loro come Valori, Casini e Gamberale, hanno invece rivendicato la legittimità dell'operato di Blu. A favore degli indagati rimangono i giudizi del Tar del Lazio nell'estate del 2001 e successivamente del consiglio di Stato, che diedero ragione a Blu dopo il ricorso presentato dall'Avvocatura dello Stato. Anche l'Antitrust, in quel periodo, giudicò corretto il comportamento del consorzio prima, durante e dopo la gara Umts dell'ottobre 2000. Costituita nel 1999, Blu, dopo esser diventato il quarto gestore dei cellulari (con lo slogan portante che recitava: «Il futuro che non c'era»), aspirava anche a gestire l'ambito business dell'Umts. Ma è stato proprio l'Umts in un certo qual modo a decretare la fine dell'avventura. Le divergenze sulle strategie tra i soci hanno portato prima ad abbandonare la super-asta indetta dal governo, e poi, lo scorso anno, a cedere la società attraverso im break-up degli asset. In questi tre anni Blu però è al centro anche di un lungo contenzioso nei tribunali amministrativi: il governo, dopo la gara, inflisse alla società una maxi-sanzione da 4.000 miliardi delle vecchie lire, per l'abbandono della gara Umts. La società rispose ricorrendo al giudice amministrativo, ottenendo ragione sia dal Tar del Lazio che dal Consiglio di Stato. Ieri il capitolo si è riaperto con l'iniziativa giudiziaria della Procura di Roma. [r.e.s.]
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