Imi-SIr, Lodo Mondadori altro stop al processo

Imi-SIr, Lodo Mondadori altro stop al processo LA DIFESA: QUESTO DIMOSTRA LA FONDATEZZA DEI NOSTRI DUBBI Imi-SIr, Lodo Mondadori altro stop al processo La corte d'appello si riunirà il 15 aprile per valutare le istanze di ricusazione dei giudici e di trasferimento dell'intero processo a Perugia come richiesto dagli avvocati dell'ex ministro Previti MILANO Si allontana il giorno della sentenza del processo Imi-Sir/Lodo Mondadori. Ad allungare i tempi è stata la decisione della Corte dAppello di Milano: ha fissato per il 15 aprile una camera di consiglio per esaminare l'istanza con la quale Cesare Previti ha ricusato i giudici della quarta sezione penale del Tribunale, quelli che, da quasi tre anni, si occupano dei casi Imi-Sir e Lodo. Ieri mattina, dopo una riunione per l'esame degli atti depositati dal parlamentare di Forza Italia, il collegio della quinta Corte dAppello presieduto da Nicolò Franciosi, ha emesso un decreto di citazione per il 15 aprile delle parti, il sostituto procuratore generale e la difesa Previti, per la discussione dell'istanza. Decisione che inevitabilmente farà slittare l'udienza del 2 aprile nella quale il presidente della quarta sezione penale Paolo Carfi e i due giudici a latere di Imi-Sir/Lodo, dopo le ultime dichiarazioni spontanee in aula degli imputati, si sarebbero dovuti ritirare in camera di consiglio per poi uscire con la sentenza. Invece, come è accaduto giovedì scorso, il processo dovrà essere aggiornato di nuovo. La data probabile è intorno a Pasqua, anche se poi la reale prosecuzione del processo dipenderà dalla decisione della Corte. La camera di consiglio per il 15 aprile è stata decisa in base al codice di procedura penale che stabilisce che tra il giorno della notifica del decreto di citazione alle parti e il giorno dell'udienza devono trascorrere almeno 10 giorni. «I giudici, fissando l'udienza, hanno ritenuto ammissibile e meritevole di approfondimento la nostra istanza», ha dichiarato soddisfatto Giorgio Perroni, uno dei legali di Cesare Previti. «Questo dimostra - ha proseguito l'avvocato - come la nostra richiesta di ricusazione avesse fondamento. Il problema della competenza è un problema effettivamente sussistente. È la prima volta che viene fissata l'udienza e questo dimostra la bontà delle nostre argomentazioni». Di parere opposto l'avvocato Giuliano Pisapia, legale di parte civile Cir-De Benedetti: «Probabil¬ mente vogliono sentire le parti e valutare con attenzione la documentazione acquisita dal tribunale. Continuo a ritenere immotivata in fatto e in diritto l'istanza di ricusazione». Con l'istanza di ricusazione «per grave inimicizia», questa volta Previti, chiamando in causa il giudice naturale e la competenza territoriale, ha avanzato due richieste alla Corte dAppello: sostituire il collegio e acquisire non solo i documenti rifiutati «dal giudice procedente» all'udienza di mercoledì scorso, ma anche cercare tutta la documentazione contenuta nel fascicolo n.9520/95. Fascicolo ancora aperto presso la Procura di Milano «relativo a procedimento pendente da oltre sette anni, al di fuori di ogni regola prevista dal codice di rito». Questi documenti per Previti, «danno prova assoluta» che la prima iscrizione della vicenda Imi-Sir è avvenuta nel '94 a Perugia. Quindi, il giudice naturale, questa la sua tesi, è a Perugia. Venerdì scorso il sostituto procuratore generale, Laura Bertele Viale, chiamata ad esprimere il parere, aveva considerato l'istanza inam- missibile e ieri, dopo la decisione della Corte d'Appello, si è limitata a dire di essere «fiduciosa» dell'ulteriore valutazione dei giudici. Proseguirà invece il 4 aprile il processo Sme, in corso davanti ai giudici della prima sezione penale di Milano. La prossima udienza prevede l'interrogatorio di Cesare Previti e eventuali integrazioni su alcune circostanze dell'avvocato Attilio Pacifico. Ieri Pacifico, rispondendo alle domande dei difensori, ha parlato della figura della teste «Omega», Stefania Ariosto, che ha detto di aver conosciuto «solo per il gioco», nel senso che la vide un paio di volte al Casinò di Campione e Montecarlo. Qualche screzio tra difensori e il pm Ilda Boccassini, quando il magistrato ha chiesto ragione a Pacifico del fatto che in una delle sue agende vi fossero i numeri di teMono di Paolo Berlusconi, che il professionista ha sempre negato di conoscere, ^ «Confermo - ha risposto Pacifico di non aver mai conosciuto, né di aver mai parlato con Paolo Berlusconi. Il fatto che abbia scritto i suoi numeri non significa che lo abbia incontrato né che gli abbia parlato». «Non posso usare i tabulati - ha detto Ilda Boccassini - perché non sono entrati nel dibattimento, ma vi assicuro che di telefonate ce ne sono tante». «Il pm non può essere testimone del suo operato. Questo è assolutamente irrituale», ha ribat'tuto l'avvocato Francesco Fatane, uno dei legali di Pacifico. Ir. m.l Cesare Previti nel corso di un'udienza

Luoghi citati: Milano, Montecarlo, Perugia