A Fiumicino volantini e questionari

A Fiumicino volantini e questionari A Fiumicino volantini e questionari Sotto controllo i passeggeri che provengono da sei aree a rischio Mara Montanari ROMA «Il problema è che non possiamo trattenere i passeggeri per avvicinarli uno a uno, visitarli o informarli su sintomi e caratteristiche del virus», osserva il dottor Diego Petriccione, dirigente sanitario dell'aeroporto di Fiumicino. Insieme coi colleghi dello scalo romano è al lavoro, da giorni, per controllare chi entra in Italia da una delle zone infettate dal virus della Sars (Severe acute respiratory sindrome), conosciuta come polmonite killer. Per ora, le aree individuate sono sei, come segnalato sul sito del ministero degli Esteri: Canada, Cina, Hong Kong, Taiwan, Singapore e Vietnam. Da ieri nell'aeroporto romano sono entrate in vigore nuove e più rigide misure di sicurezza. «Distribuiamo ai passeggeri in arrivo dalle aree a rischio - spiega Petriccione - volantini informativi, scritti in diverse lingue, sul virus e sulla sintomatologia, per esempio la febbre alta. Sappiamo che la malattia ha un periodo di incubazione, in cui per fortuna non è contagiosa, e con questa campagna d'informazione allertiamo le persone a recarsi subito da un medico nel caso in cui, dopo alcuni giorni dall'ingresso in Italia, si manifestino sintomi tipici del virus». Un'operazione tuttavia non facile: «Non possiamo trattenere tutti i passeggeri per distribuire i volantini - aggiunge il dirigente sanitario - per cui stiamo pensando ad altre forme di comunicazione come i cartelloni». , Il lavoro che viene fatto a Fiumicino è l'ultimo anello di una catena di controllo che inizia nei paesi a rischio. Qui ai passeggeri in partenza viene distribuito un questiona¬ rio in cui si chiedono informazioni sul soggiorno. Dopo questo primo screening, spetta alle compagnie il monitoraggio durante il volo. «Seguendo le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità dicono dall'Alitalia - i nostri equipaggi sono allertati a segnalare all'aeroporto di arrivo tutti i casi sospetti e a isolare, durante il tragitto, chi presenta sintomi riconducibili al virus». Petriccione racconta che negli ultimi giorni a Roma sono arrivati due casi sospetti: «C'è stato segnalato l'arrivo di due passeggeri che presentavano i sintomi della polmonite. Abbiamo fatto un'attenta auscultazione toracica e la radiografia. Per fortuna si trattava di semplice influenza». L'emergenza sanitaria per il virus provoca non poche difficoltà alle compagnie. A Fiumicino la Cathay (collega l'Italia con l'Estremo Oriente) ha cancellato alcuni voli. L'Alitalia ancora nessuno: «A parte il Canada, non abbiamo collegamenti con i Paesi a rischio per cui, almeno per ora, non abbiamo tagliato voli. Invece ne abbiamo dovuti cancellare parecchi per via della guerra in Iraq. Da giomi non ci sono più voli per Amman, Beirut, Damasco, Dubai», Il binomio guerra-polmonite killer sta creando notevoli danni economici. Anche alle compagnie che servono paesi non colpiti dal virus. Come la Thai. «La notizia che Urbani era morto a Bangkok benché avesse contratto il virus altrove - spiega Sergio Lezoche, direttore commerciale della Thai in Italia - ha creato panico. La guerra e il virus sono una miscela devastante, in Italia. Da noi, come in Spagna e Grecia, c'è maggior timore di viaggiare. Accadde la stessa cosa dopo l'il settembre. Basta pensare che ieri è partito da Parigi un volo per Bangkok con 300 passeggeri. Mentre oggi, quello partito da Roma, era mezzo vuoto. Dopo il caso Urbani 50 persone hanno cancellato la p notazione». Dopo la morte del medico Urbanii voli per Bangkok sono semivuoti: una crisi simile a quella che seguì all'undici settembre A Fiumicino sono state intensificate le misure di sicurezza e prevenzione anti Sars

Persone citate: Diego Petriccione, Petriccione, Sergio Lezoche, Thai