Rai, è scontro sulla guerra nei talk show di Fabrizio Del Noce

Rai, è scontro sulla guerra nei talk show PETRUCaOll: «IL PRESIDENTE DEVE METTERE FINE ALIA GESTIONE VERGOGNOSA CHE SI STA FACENDO DEI SALOTTI TELEVISIVI» Rai, è scontro sulla guerra nei talk show Oggi il Cda dovrà discutere il caso «Domenica in» retroscena ROMA ALLA sua prima riunione, il nuovo cda della Rai si troverà oggi ad affrontare la prima grana: il caso di «Domenica in», finito sotto il tino dell'opposizione per essersi trasfonnato in un talk show sulla guerra con toni da «Processo del lunedì» e per aver intervistato ben due ministri, Moratti e Sirchia in parziale contrasto con il recente documento sul pluralismo votato dalla commissione parlamentare di Vigilanza (ma non ancora recepito formalmente dalla Rai). U consiglio si riunisce alle 15 insieme all'azionista Rai Holding, per nominare ufficialmente direttore generale Flavio Cattaneo. Una «assemblea totahtaria» dopo la quale è già previsto che il consiglio si riconvochi alle 15,30. Ma a questa seduta Cattaneo non potrà partecipare nel suo ruolo di dg. Resta però possibile un'ulteriore riconvocazione nella stessa giornata: è da vedere se il cda deciderà di sfruttarla o preferirà rinviare il caso «Domenica in» a quando i bollenti spiriti del Palazzo si saranno calmati. Sul programma condotto da Mara Venier S- Michele Cucuzza la polemica infatti infuria, il centro sinistra fa esplicito appello a Lucia Annunziata. Difficilmente la neopresidente potrà evitare di affrontare l'argomento. Anche perché nel frattempo il presidente Petruccioli ha fatto recapitare al cda copia del documento approvato dalla Vigilanza nell'interregno. «Il nuovo presidente della Rai deve mettere fine alla gestione vergognosa che si sta facendo dei salotti televisivi», chiedono i ds Vincenzo Vita e Giuseppe Giulietti, denunciando come nei dibattiti sulla guerra «si ha la sensazione che sia passato una sorta di ordine di servizio per far parlare solo chi è a favore della guerra, e mettere in evidenza che chi non è con Bush è con Saddam Hussein». Dalla Margherita Enzo Carra si dice «amareggiato» perché la Rai, «con oltre 1500 giornalisti, ricorre a gente di spettacolo per parlare di guerra, così che la guerra appare una variante dello spettacolo». Mentre Gioigio Merlo osserva come il programma domenicale «venga all'occorrenza mascherato da contenitore di pseudoinformazione facendone un megafono della propaganda del governo», e considera «mammissibili» le parole di Del Noce sulla Vigilanza. Il direttore di RaiUno ha difeso le sue scelte (che, peraltro, non hanno giovato agli ascolti: «Domenica in» è stata battuta da «Buona domenica» su Canale 5,21 punti di share contro 27) sostenendo di essersi attenuto «al senso» del documento sul pluralismo della Vigilanza, di cui ha esaminato la ratio con alcuni consiglieri. «E la ratio è che i politici possano presenziare purché non facciano altre cose, estranee alla loro funzione», ha spiegato Del Noce, chiarendo che il documento non è stato ancora recepito dal cda e che «noi ci siamo attenuti alle delibere in vigore». Il direttore ha poi difeso il dibattito sulla guerra come «esempio di pluralismo» e ha annunciato che in ogni caso, col protrarsi del conflitto, «i programmi torneranno alla normalità, sia pure con un occhio all'Iraq». A difendere Rai Uno è anche l'azzurro Paolo Romani, che se la prende con le «polemiche strumentali» dell'opposizione la quale «furbescamente» dimentica che la presenza dei politici negli show deve essere giustificata dajgli aigomenti trattati: e a «Domenica in» si parlava di scuola e sanità. A questo punto Petruccioli ha ritenuto far sapere di aver inviato al nuovo cda il famoso documento. Che nel punto in questione esordisce: «Nei programmi di intrattenimento la presenza dei politici va normalmente evitata». «Mi augu- ro - ha detto il presidente della Vigilanza - che venga rispettato». Intanto si profila una nuova questione legata a cinque corrispondenti (Badaloni, Cassieri, Laudi, Innaro, Pagliara) ai quali l'azienda aveva già dato il preavviso di cessazione dell'incarico il 31 marzo e che attendono disposizioni. Una destituzione che l'Usigrai aveva già denunciato come ((priva di motivazioni editoriali». L'Ulivo sospetta che si tratti di giornalisti non graditi alla maggioranza desiderosa di avere, in particolare a Bruxelles, corrispondenti più com¬ piacenti di Badaloni e Cassieri. Una lettera di Sacca, che ieri avvisava gli interessati di attendersi in breve tempo le «determinazioni del nuovo vertice», ha riacceso la polemica. Quanto ai vicedirettori generali, voci non confermate riferiscono di un'insistenza della Lega (che candida Maroni o Ferrarlo) mentre An proporrebbe Magliaro e il Ccd starebbe sondando la disponibilità di Meocci, oggi aU'Authority. Si fa anche il nome di Maurizio Beretta. I vice di Cattaneo potrebbero dunque essere addirittura quattro. lm.g.b.l Del Noce difende la gestione di RaiUno:«Ci siamo attenuti ai regolamenti in vigore ed abbiamo garantito il pluralismo» Lucia Annunziata, presidente della Rai Fabrizio Del Noce, direttore di RaiUno

Luoghi citati: Bruxelles, Iraq, Roma