In tv dal nemico, licenziato Peter Arnett di Paolo Mastrolilli

In tv dal nemico, licenziato Peter Arnett IL PREMIO PULITZER PER IL VIETNAM CACCIATO DALLA NBC. NEL 1998 FU ALLONTANATO DALLA CNN PER UN SERVIZIO SULL'USO DEI GAS PER I DISERTORI In tv dal nemico, licenziato Peter Arnett La colpa: aver detto che i piani americani in Iraq sono personaggio Paolo Mastrolilli NEW YORK , LA rivincita di Peter Arnett è già finita. Il mito giornalistico della Cnn nella Prima Guerra del Golfo, che la notte del 17 gennaio 1991 raccontò le bombe su Baghdad guardandole dalla finestra del suo albergo, è stato licenziato ancora dalla sua nuova emittente per aver parlato con la televisione del nemico. E soprattutto per aver sostenuto che i piani americani sono falliti. Arnett ha 68 anni, è nato in Nuova Zelanda, ma è cittadino americano. Era un campione del giornalismo di guerra anche prima del 1991, e infatti aveva vinto il premio Pulitzer quando era all'agenzia «Associated Press» per il lavoro fatto in Vietnam. Le sue foto da giovane con l'elmetto fanno parte dell'iconografia di quel conflitto, e un professore della Columbia University che era stato inviato con lui lo descriveva così; «Peter ha un ego più grande del mio ufficio». Questo ego e la spericolatezza dell'inviato di guerra, che dopo averne passate tante comincia a sentirsi immortale, lo avevano portato alla gloria intemaziona¬ le nel 1991. Mentre gli altri giornalisti scappavano da Baghdad, per timore delle bombe americane in arrivo, lui era rimasto al suo posto assieme a Bernard Show e John Holliman. La notte del 17 gennaio, quando l'operazione Desert Storm era cominciata, lui e i suoi colleghi erano stati gli unici a raccontarla in diretta, osservando l'attacco dalla finestra dell'albergo. Quella trasmissione aveva consacrato Peter come la stella giomaUstica della guerra, e soprattutto aveva creato il mito della Cnn, la nuova tv delle notizie 24 ore al giorno che continuava ad andare in onda senza paura. Arnett era tornato dall'Iraq avvolto in una nube di venerazione, ma poco alla volta il suo «ego grande come un ufficio» aveva cominciato a tradirlo. Nel 1998, quindi, aveva fatto l'errore che costa una carriera. Aveva raccontato la storia dell'Operazione «Tailwind», avvenuta nel 1970 in Laos, quando gli americani avevano usato l'agente nervino Sarin contro un villaggio per colpire alcuni disertori. Il Pentagono aveva smentito tutto, gli autori del pe: :o non avevano potuto provarlo, e la Cnn aveva ritirato il servizio. Arnett si era difeso dicendo che lui non aveva ricercato le notizie, ma solo letto quelle raccolte dagli altri. Il fondatore della Cnn Ted Tumer, e il presidente Tom Johnson, si erano limitati a rimproverarlo, ma l'anno dopo non gli avevano rinnovato il contratto. Il mito della Guerra del Golfo si era ritrovato disoccupato, cercando collaborazioni sui new media di internet per sopravvivere. Quest'anno, però, era arrivata la rivincita. Era tornato in Iraq per il «National Geographic Explorer», che ha un accordo con la tv di notizie Msnbc, e tramite questo canale era finito in prima serata sulla televisione nazionale Nbc, quando i suoi inviati avevano lasciato Baghdad. Ancora ima volta, quindi, le bombe in diretta le aveva raccontate lui, e pochi giorni dopo il governo iracheno aveva cacciato i corrispondenti della Cnn Nic Roberston e Rym Brahimi. «Provo un piacere perverso aveva ammesso Arnett - a trasmettere per i concorrenti della mia vecchia tv. Ted Tumer e Tom Johnson non sono più alla Cnn, e invece io sono a Baghdad per la Nbc». Troppa fretta nel godere la vendetta, però, perché l'ego era ancora in agguato. Infatti, domenica sera, alla fine di un briefing con i giomahsti stranieri, la tv di Stato irachena ha chiesto a Peter di fare ima chiacchierata. Lui era a caccia di un'intervista con Saddam, se è ancora vivo, e quindi ha ritenuto utile accettare. «Gli americani ha detto davanti alla telecamera - stanno riscrivendo il piano di guerra, perché il primo è fallito a causa della resistenza irachena». Quindi a aggiunto che «le nostre trasmissioni da qui, con le vittime civili, stanno avendo un impatto negli Stati Uniti, dando argomenti agli oppositori della guerra». Pochi minuti dopo, il video era sulla tv conservatrice americana Fox, che proprio ieri ha perso l'inviato Geraldo Rivera, cacciato dal Pentagono per aver rivelato la posizione del reparto con cui viaggiava. I commentatori hanno paragonato Arnett a un giomaUsta che avesse parlato con Hitler nel 1942, la Casa Bianca si è infuriata, e lo scandalo è esploso. Sulle prime la Nbc lo ha difeso, dicendo che aveva espresso valutazioni anahtiche. Ieri mattina, però, la tv ha scoperto che la libertà di espressione garantita dal Primo emendamento della Costituzione non bastava a pro¬ teggerla dalle proteste. Perciò Arnett è stato licenziato in tronco. Nell'ultima trasmissione, col programma della Nbc «Today», Peter ha chiesto scusa all'America, ma ha aggiunto che in fondo aveva «ripetuto quello che tutti sappiamo su questa gueira». Poi ha spiegato i suoi piani per il futuro: «C'è una piccola isola nel Pacifico meridionale, disabitata. Cercherò di raggiungerla a nuoto». Nella prima guerra del Golfo raccontò le bombe su Baghdad del 17 gennaio 1991 Ora il mito degli inviati di guerra ha chiesto scusa agli americani e ha chiuso con una battuta «C'è un piccola isola disabitata nel Pacifico, la raggiungerò a nuoto» Peter Arnett fotografato ieri a Baghdad, dopo l'annuncio del suo licenziamento