In bilico il mito deirazionarìato diffuso di Francesco Manacorda

In bilico il mito deirazionarìato diffuso IN DUBBIO LO SVILUPPO DEI MERCATI E LA CRESCITA DELLE IMPRESE, RITORNA LO SPETTRO DEGLI ANNI 30 In bilico il mito deirazionarìato diffuso Scandali e nuovi crack: risparmiatori e Borse verso il divorzio analisi Francesco Manacorda MILANO FORSE non finirà come nel giugno 1933 quando, seduto di fronte a una commissione d'inchiesta del Congresso Usa sul crack del '29, Jack P. Morgan Jr. - a capo dell'omonima banca d'affari - si ritrovò all'improvviso il nano da circo Lya Graf in braccio e i flash dei fotografi a bersagbarlo, nel supremo sberleffo alla rispettabilità di Wall Street e dei suoi sacerdoti. Ma certo, la strada che scende precipitosa tra il picco delle quotazioni di tre anni fa e la voragine borsistica attuale è lastricata, oltre che di timori per l'instabibtà intemazionale, soprattutto di fiducia tradita. Ed è una strada che sempre più risparmiatori tendono ad abbandonare, forse in modo definitivo, minando così in prospettiva anche le prospettive di crescita di un'azionariato diffuso e i suoi effetti sul sistema delle imprese. Anabsti sorpresi a scambiarsi e-mail private in cui definivano «schifezze», per usare il termine più adatto ai minori, gb stessi titob di cui consigliavano caldamente l'acquisto al pubbbeo; amministratori delegati, gb onnipotenti Chief executive officer, di cui si scopriva la passione per case di lusso, quadri d'epoca e viaggi pagati dalle casse sociab; aziende blasonate i cui bilanci formalmente impeccabili nascondevano transazioni inesistenti. Tutto questo, anche se non solo questo, è stato il susseguirsi di casi come Enron, Tycho e Worldcom, per non citare che i più importanti sul mercato Usa. E la conseguenza più importante e peggiore causata da questa valanga m scandab societari è queba che il Financial Times, - inaugurando un mese e mezzo fa una serie di articob sotto la rincuorante dizione di «Vivere con l'Orso» ha definito «il circolo vizioso di depressione degb investitori e di sfiducia». Sfiducia deUe aziende nel comportamento dei consumatori, sfiducia dei revisori che devono esaminare i bilanci di quelle aziende, sfiducia dei banchieri che devono fare loro credito. E sfiducia soprattutto degb investitori a cui si chiedono altri soldi o più spesso - si fanno promesse in cambio dei soldi già investiti. Un problema di fiducia, queUo dei mercati, che anche le misure di pronto intervento messe in atto negb Usa - mentre l'Europa si culla neUa mezza iUusione di essere meno vulnerabile alle frodi finanziarie e preferisce affidarsi soprattutto alle dubbie virtù deU'autodisciplina - non riescono a risolvere nemmeno in parte. Anzi, un provvedimento come il Sarbanes-Oxley Act, con le sue rigide regole e le pesanti sanzioni per gb amministratori delle socie¬ tà quotate è di fatto proprio una dimostrazione di quanto la fiducia ormai bruciata difficilmente tornerà indietro. Che qualcosa sia cambiato in modo netto sui mercati e neUa psicologia dei risparmiatori, lo si avverte anche in Itaba senza equivoci. Non è un caso, per passare dalle piazze intemazionab aba dimensione casalinga di piazza Affari che l'offerta pubbbca deU'emibana Meta - una paciosa multiutibty che proprio due settimane fa ha fatto il gran salto in Borsa - si sia conclusa in modo inglorioso, raccogbendo in tutto il paese meno di tremila piccoli risparmiatori, disposti a puntare sul titolo, nonostante questo fosse cobocato al prezzo più basso previsto dagb advisor. E non è un caso che proprio una settimana fa il governatore deUa Banca d'Itaba Antonio Fazio abbia tirato il segnale d'allarme per il risparmio gestito, spiegando che l'etica è aba base di tutto, ma anche che è «inutile avere etica, deUa quale non dubito, senza professionabtà». Un avvertimento che indica la scarsa fiducia - spesso giustificata, aba luce dei risultati degli ultimi anni - dei risparmiatori nei confronti delle capacità di chi maneggia i loro soldi e che forse ha spinto anche Assogestioni a un passo in più verso la consapevolezza che - come ha detto il suo presidente Guido Cammarano - «occorre difendere il sistema finanziario da ima forte crisi reputazionale». Verso al stessa difesa, del resto, muovono adesso le banche riunite neU'Abi: dopo il collocamento dei bond argentini, dopo la diffusione al grande pubbbeo delle obbligazioni Cirio anche loro lanciano campagne basate sulla quabtà e la trasparenza. Iniziative meritorie, anche se probabilmente prese con qualche ritardo e la cui efficacia è messa in dubbio da una crisi che scuote in modo globale i mercati ma anche la psicologia degb investitori. Ma iniziative che non devono far dimenticare che la fiducia dei risparmiatori si conquista - o si riconquista - solo sul campo e non a colpi di spot. Per il «Financial Times» negli ultimi tempi si è innescato un circolo vizioso di depressione che contagia tutti, singoli cittadini e grandi investitori 1 risparmiatori sono sempre più disorientati

Persone citate: Antonio Fazio, Graf, Guido Cammarano, Jack P. Morgan Jr, Scandali

Luoghi citati: Europa, Milano