Magie, assist e colpi di classe Tutto il repertorio del Pupone

Magie, assist e colpi di classe Tutto il repertorio del Pupone EUFORICO IL GIALLOROSSO, LEADER Di UNA SQUADRA FINALMENTE UNITA E PERFETTO NELL'INTESA CON CHRISTIAN Magie, assist e colpi di classe Tutto il repertorio del Pupone personaggio Giancarlo Laurenzi inviato a PALERMO La prima volta che da queste parti videro la Nazionale era dicembre del '52 e fini 2-0 contro gli svizzeri. Segnarono un romanista (Pandolfìni) e uno che calava da Milano (il rossonero Frignani). Cinquant'anni dopo il romanista e l'uomo da Milano (interista, però) hanno ripescato Azzurra dal pozzo della classifica, raschiando dagli anfratti la ruggine rimasta dopo l'infelice comparsata degli ultimi Mondiah. Tetti e Vieri: il primo è tornato in caserma dopo 9 mesi e mezzo, il secondo ha timbrato i due gol che hanno riaperto all'Italia le porte del Continente, seguendo due assist al bacio del capitano giallorosso. Pure Vieri ha confermato il progetto della vigilia: maglietta col cuore rosso sotto quella azzurra mostrata per renderla più popolare in attesa di lanciare la propria linea di moda. Tetti ha colpito un palo e ha reclamato un rigore evidente, Vieri lo ha aizzato in campo, offrendogli la spalla: ((Adesso ti faccio segnare». Trap ha apprezzato l'intesa, meno l'eccessivo altruismo di Bobone («deve essere più egoista»). Per il Pupone questo modulo «piace di più: ai giocatori, al pubblico. Era tempo che non mi divertivo così». In campo e fuori: la coppia è tornata unita. Dopo appena 5 minuti Tetti ha alzato lo sguardo e ha visto un paio di cose gustose: il portiere Niemi venirgli incontro come fosse scivolato da una sedia a dondolo e Vieri con l'atteggiamento prediletto da mototrebbiatrice, frenetico nel colpire tutto quello che compare oltre il ciuffo d'erba. Dentro dì sé, forte la tentazione di accarezzare la palla per il lob vincente anziché servire il compagno pronto ad aggiornare il record azzurro (30 presenze, 15 gol). Invece ha voluto mantenere la parola data a Trapattoni che aveva passato i quattro giorni di ritìro a incollare col silicone i rapporti ridotti in schegge impazzite dal fallimento d'Oriente. Soprattutto, il et aveva chiesto ai due di evitare gelosie, egoismi, antipatie. «Fato le cose semplici, siete i migliori, con voi ho di nuovo a disposizione la vera Italia»: nella preghiera TraDattoni ha dimenticato Del Piero, ■u o ico ad aver segnato nelle quaUf izioni europee in corso, e Totti e Vi^ri l'hanno preso in parola, recitando da divinità. Mente e gamba. tritolo e fosforo: dopo il primo elementare (ma non scontato) assist per l'I-O, Totti ha firmato la sventagliata d'esterno destro che ha consentito a Bobone d'involarsi a passi cammeDati verso lo scontato raddoppio e insieme chiudere in cantina l'avvilita Finlandia. , Totti s'era già distinto nel riscaldamento, unico tra gli azzurri a sbucare dal tunnel con un pallone in mano. Prima di iniziare lo show, Pupone aveva voluto fare un altro paio di passi nella direzione giusta: un abbraccio a metà campo con Buffon (che giovedì aveva confermato di aver accantonato i dissidi con il giallorosso: «l'importante è ammettere di aver sbagliato»); la prima punizione dopo 60 secondi, volutamente spedita sulla testa di Cannavaro, quello che più di altri s'era seccato per i (presunti) privilegi goduti dal romanista nel ritiro di Sendai. Dove, a parte l'andirivieni di Ilary (la fidanzata-letterina che ha deciso di sposare), nulla ricordava la sua adolescenza, stazione di partenza dell'avventura. E sorrideva quando ci tornava sopra col pensiero: nella stanza che gli aveva arredato mamma Fiorella aveva appeso il poster di Giuseppe Giannini, che della Roma era il capitano e che Totti ancora pupo (sulla strada per diventare Pupone) aveva ammirato in tv con la maglia della Nazionale spingersi fino alla semifinale del Mondiale giocato in cai ì, Si addormentava immaginandosi con la fascia ài capitano sul braccio e gli sarebbe bastato toccare con mano quel sogno per sentirsi realizzato, adesso che i dùigenti della Roma avevano deciso di investire su di lui portandolo via alla Lodigiam. Sembravano già così lontani i primi calci con la Fortitudo, la Smit Trastevere, il derby da baby contro Nesta. Lontani anche i dissidi da grandi con Zoff, che lo fece esordire contro la Svizzera (10 ottobre '98) ma lo spedì dietro la lavagna dopo una fuga notturna da Ancona (senza salutare), seguita all'incolore prova contro la Bielorussia valida per le qualificazione europee: «Fa sempre poco rispetto alle qualità che ha», la sculacciata di Superdino. Ora Totti non ha più il poster di Giannini appeso sulla parete, perché è cambiata la casa (anzi, le case: l'ultima è un superattico con ampia metratura di giardino pensile) e soprattutto perché nella storia della Roma gli è passato davanti, sfrecciando a cavallo dello scudetto. E' con la Nazionale che gira storto, ogni volta un fantasma diverso: agli Europei il golden-gol di Trezeguet, ai Mondiali i gonfiori di Byron Moreno. Magari il destino cambierà nemico e la ditta Totti fr Vieri atterrerà su un tapis-roulant. Tanto che i due, insieme a molti altri azzurri, si sono affittati un charter per rientrare nella notte a Roma e Milano, senza aspettare i voli di linea (di oggi) pagati dalla Federazione. In fretta prima di tornare nemici per la pelle: già domenica sera, nel posticipo. Perché, come ha confessato Vieri, «Moratti non me lo comprerà mai». Francesco Totti è stato uno dei grandi protagonisti della sfida di Palermo