Profumo: adesso la Fiat è in condizioni di ripartire

Profumo: adesso la Fiat è in condizioni di ripartire L'AD DELL'UNICREDITO OTTIMISTA SUL FUTURO DEL GRUPPO TORINESE Profumo: adesso la Fiat è in condizioni di ripartire Secca replica a Confindustria: basta polemiche sul ruolo delle banche Tutti i numeri dimostrano che il sistema del credito aiuta le imprese Flavia Podestà inviata a CERNOBBIO «LaFiat? Ora abbiamo tutte le precondizioni per superare positivamente una fase di difficoltà». Par la seconda volta nel volgere di due settimane, Alessandro Profumo valuta ricambi al vertice, accelerazione di programmi e di decisioni, nuove precisazioni degli obiettivi del Lingotto: e lo fa, per la seconda volta, in termini positivi. E' la prova che il cambio de la direzione d'orchestra e l'aggiustamento della partitura in casa Fiat - se è avvenuta prescindendo dalle banche - ha comunque soddisfatto appieno le aspettative degli istituti di credito che hanno finanziato il gruppo torinese impegnato nel rilancio dell'auto. E a Villa d'Este - in margine al Forum promosso da Confcommercio con l'aiuto dello Studio Ambrosetti sul tema: «I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni Duemila» - l'amministratore delegato dell'Unicredito Italiano ha voluto ribadirlo esplicitamente. Lo ha fatto senza esseme obbligato. Lo conferma il fatto che, a dispetto della sfilza di domande sui vertici di venerdì scorso sul nuovo patto di sindacato di Mediobanca, che sembra incontrare maggiori difficoltà del previsto - per il persistere di opinioni e di interessi non coincidenti tra l'Unicredit e Capitalia e gli azionisti francesi rappresentati da Vincent Bollore Profumo non ha voluto dire una sola )arola. Lasciando gli interlocutori nela convinzione che l'intesa sulle nuove regole destinate a disegnare nuovi equilibri nella banca d'affari di piazzetta Cuccia e a disciplinare diritti e doveri dei futuri azionisti dell'istituto milanese sia più complessa da costruire di quanto non si fosse previsto: ma lasciando anche intatte le loro curiosità circa i veri nodi delle residue differenze. Nella geografia del Forum voluto dal presidente della Confcommercio Sergio Bilie per individuare cosa sia utile alla competitività in uno scenario appesantito dalla guerra in Iraq, Profumo aveva una posizione cruciale. Nell'immaginario dei signori della, distribuzione (in platea c'erano anche i principali esponenti di quella di grandi dimensioni), ma anche dei tanti industriali campioni della made in Italy giunti al seguito del presidente di Centromarca Emesto Illy, a Profumo si chiedeva, probabilmente, di attenuare le ansie circa la disponibilità di credito a costi bassi in una fase economica ritenuta particolarmente complessa da tutti. Complessa anche per il sindacato che, per bocca del leader della Cisl Savino Pezzotta, arrivava addirittura a chiedere al govemo «un tavolo di confronto sulla pohtica per lo sviluppo», promessa da Silvio Berlusconi in campagna elettorale ma poi «dimenticata in qualche cassetto»: richiesta che Pezzotta faceva ritenendo «per nulla sufficienti le richieste di interventi a sostegno dei consumi avanzate da Bilie». Profumo, invece, a Cemobbio regalava la sua operazione «verità». Tacciando di assoluta «inutihtà» le polemiche che anche negli ultimi tempi avevano informato le prese di posizione della Confindustria circa la inadejuatezza del nostro sistema bancario e a sua incapacità di finanziare lo sviluppo delle imprese. Ricordando che le banche «sono imprese e non enti di beneficenza». Ribadendo che «la selezione del merito di credito è attività essenziale per una banca che proprio per il bene delle imprese - deve saper dire di no». Una rivoluzione, insomma, nei rapporti tra banche e imprese che a giudizio di Profumo potrebbe beneficiare nel fare passi avanti di Basilea 2. Oggi, infatti, per l'amministratore delegato di Unicredit ci sarebbero «troppe imprese buone che pagano alti tassi e pochi grappi meno brillanti sotto il profilo del merito di credito che pagano troppo poco il denaro». Con Basilea 2 questa situazione potrà essere riequilibrata con indubbio vantaggio delle imprese. «Certo - ha aggiunto Profumo - resta il problema di come aiutare le imprese a migliorare il loro rating»: ma questa è un altra questione. L'operazione verità è andata anche oltre per investire la questione della «scarsa disponibilità di credito nel Mezzogiorno». «Se le imprese del Sud hanno, come effettivamente hanno, un margine operativo molto più basso delle imprese del Nord, è inevitabile che paghino il denaro di più -,ha scandito Profumo - perché per gli istituti di credito il rischio è più elevato». Per Profumo, in sintesi, il problema «è delle imprese e non delle banche», che debbono invece migliorare la loro posizione sul lato delle sofferenze, dei crediti a rischio, degli incagli. Il fatto che la selezione attenta del merito di credito non sia stata fatta in passato con l'attuale pignoleria - ha concluso Profumo - è «una colpa» e non «un merito» del nostro sistema creditizio che erogando senza risparmio finanziamenti ad imprese poco meritevoli, non avrebbe so o «favorito i loro guai», ma qualche volta avrebbe «anche accelerato la loro fine». L'amministratore delegato di Unicredìto Italiano Alessandro Profumo

Luoghi citati: Basilea, Bilie, Cernobbio, Este, Iraq, Profumo