Mazzola: «Ho sbagliato sognando l'impossibile»

Mazzola: «Ho sbagliato sognando l'impossibile» L'ADDIO DELL'EX DG: «AL TORO DICO CHE CI DEVE ANCORA CREDERE» Mazzola: «Ho sbagliato sognando l'impossibile» «Questa esperienza mi ha permesso di riallacciare un rapporto che si era spezzato in quel tragico 1949: avevo sei anni e mezzo» «CimmineUi ha salvato la società, poi è andata come è andata» intervista Aureìio Benigno TORINO COMMOZIONE e delusione sul volto di Sandro Mazzola. Ieri ha rescisso il suo contratto con la società granata. Subito dopo ha salutato gli amici, «quelli che mi hanno aiutato a capire cosa sia veramente il Toro. Sì, perché, a sei anni e mezzo io ho perso tutto. Mio padre Valentino e la squadra». Mazzola, con quale stato d'animo lascia il Torino? «Lascio con il pensiero rivolto al passato per ciò che ho trovato, e al presente per ciò che lascio». Soddisfatto? «Ce l'ho messa tutta. Davvero. Sono partito per questa avventura con obiettivi precisi. In testa avevo in mente progetti chiari. Insomma, ho creduto sempre in quello che facevo. Ma non avevo fatto i conti con il calcio che è cambiato. E' cambiato soprattutto il mercato. Credetemi, è stato difficile operare, sbaghare molto più facile». Anche la società, però, ci ha messo del suo. «A CimmineUi bisogna dare atto di una cosa: ha salvato il Toro. Vi posso garantire che ha messo soldi, tanti. Poi possiamo discutere su molte cose, ma questa gli va riconosciuta». Dopo l'occupazione della sede lei disse: adesso parlo solo io, qui si comincia a parlare di calcio e basta. Ricorda? «Perfettamente. Dissi che qualcuno si doveva fare da parte. Ma è durato poco. E pensare che era cominciata bene, ritenevo che il mio messaggio fosse stato recepito. Invece, è tornato tutto come prima». Cosa non rifarebbe più? «Ragionandoci sopra e lasciando perdere i sentimenti, non avrei dovuto rinnovare il contratto». Perché? «Perché avevamo conquistato una magnifica salvezza, ottenuta dopo una grande promozione e poi perché avevo proposte interessanti. Ma il sentimento ha prevalso sulla ragione e il fatto che sia qui con gli amici lo conferma». Il momento più bello? «La promozione con i record». Quello più brutto? «Martedì scorso». Cosa non rifarebbe? «L'Intertoto. Non lo rifarei. Non eravamo attrezzati. Per ottenere quel risultato, probabilmente, avevamo dato tutto, prosciugando anche le riserve che avevamo». Ma c'è dell'altro. Asta ad esempio. «No. Io qui non c'entro. Sapete tutti com'è andata. Certo, poi ho preso Sommese che non è Asta ma era nostro e rappresentava il meglio». E Bastida? «Chi? Altra domanda, prego». Gamarra è il suo grande rimpianto? «In quel momento ci pensavo davvero. Però ho riscoperto Mezzano che allora non era considerato». Dalmat e Farinos? «La notte sogno spesso, anche loro due, ma il giomo sono lucidissimo». E' deluso? «Mi dispiace lasciare, perché non sono abituato a mollare. Ma qualcosa accadrà. Ho detto ai ragazzi: non mollate, perché non è finita. Può accadere di tutto, anche la riforma dei campionati. Io ci credo». Perché crede ancora nella salvezza? «Perché molto dipenderà dal piazzamento di Napoli e Bari in serie B. E poi basta leggere tra le righe le varie interviste rilasciate da Galliani prima e da Carraro dopo. Penso che qualcosa accadrà. Per questo motivo ho detto ai ragazzi di crederci ancora». Perché è così commosso? «Perché questa esperienza mi VO ^jjjl Ammetto, ^" mi sono lasciato trascinare dai sentimenti L'Intertoto è stato un errore, non eravamo preparati Ora qualcosa accadrà 99 ha permesso di riallacciare un rapporto che si era spezzato drammaticamente il 4 maggio del '49. Avevo sei anni e mezzo, Ho rivisto luoghi e persone che avevo completamente rimosso dalla mente. Ho riscoperto un mondo di cui avevo perso i ricordi. Una sensazione bellissi- ma». Verrà il 4 maggio? «No. Andrò come sempre, il giomo prima a Superga. Da solo». Come la dovranno ricorda- re i tifosi granata? «Come il figlio di capitan Valen- tino». Li saluta con un addio? «No. Dicendo loro arrivederci». Sandro Mazzola si è congedato dalla società e dai tifosi Un saluto commovente nel quale l'exdg ha rivissuto i momenti della sua avventura ingranata Agli amici ha confessato «Dico arrivederci non addio»

Persone citate: Bastida, Carraro, Dalmat, Galliani, Gamarra, Sandro Mazzola, Sommese

Luoghi citati: Bari, Napoli, Torino