Troppe imboscate per quei sospetti di Alessandra Levantesi

Troppe imboscate per quei sospetti Troppe imboscate per quei sospetti Pittoresco doppiatore del protagonista è Giancarlo Giannini Alessandra Levantesi SUO padre, scomparso in circostanze imprecisate nel corso di una missione, è onnai una stella senza nome nell'albo d'onore della Cia; ed è accettando come un destino il retaggio familiare che il giovane Colin Farrell si lascia adescare da Al Pacino vecchia volpe con venticinque anni di servizio nello spionaggio. La sua prima lezione alle reclute, nel rifugio segreto chiamato «la Fattoria» (ricostruito dalla produzione nei pressi di Toronto), è quella di non fidarsi di nessuno perché «niente è ciò che sembra». Ben inteso, anche in amore: perché quell'ambigua e graziosa Bridget Moynaham che fa l'occhio di triglia a Colin potrebbe essere una talpa, anzi lo è. Almeno così sostiene l'istruttore capo Pacino nel corso delle esercitazioni che in un percorso costellato di microspie e telespie prevedono interrogatori con la macchina della verità e finti sequestri di persona culminanti in botte e torture che fanno male davvero. In «La regola del sospblto» seguiamo le varie fasi del pro¬ gressivo disorientamento di Farrell, sottoposto a prove tremende per venire accolto nel gruppo degli agenti speciali. Pur avendo premesso che al culmine di questo cursus honorum non ci saranno né soldi, né sesso, né fama, l'indiavolato Pacino non demorde nell'iuakdre il suo pupillo, E l'interprete, pittorescamente doppiato da Giancarlo Giannini, ne approfitta per spadroneggiare senza troppa misura da un capo all'altro della pellicola. L'australiano Roger Donaldson, un regista che conosce i segreti del mestiere, imbastisce con sorniona abilità la trama dei reciproci sospetti e la allarga a dimensioni che ambirebbero a essere insospettabili. Tuttavìa chi ha un po' di pratica del genere mangia la foglia molto presto, in modo che gli interessi per gli sviluppi del racconto finisce per scadere in maniera invereamente proporzionale allo spropositato aumento di imboscate, inseguimenti, volta faccia, sparatorie e altri uggiosi luoghi comuni. Inclusa la posta in gioco, che stavolta è il possesso della formula di un virus elettronico in grado di creare immensi danni all'impero americano. Cupa e smaltata, la fotografia si Stuart Dryburgh assicura una certa dignità al prodotto. Per la cronaca si può segnalare che «La regola del sospetto» la avuto un esito non travolgente al botteghino Usa: poco più di cinquanta milioni di dollari in sei settimane. LA REGOLA DEL SOSPETTO dì Roger Donaldson con Al Pacino, Colin Farrell Usa 2003 Thriller, spionistico TORINO, cinema Ciak, Fiamma, Ideal, Massaua, Medusa, Pathé Lingotto, Reposi. MILANO, Splendor.. ROMA, Adriano, Atlantic, Broadway, Ciak, Doria, Galaxy, Gulliver, Lux, Odeon, Reale, Royal, Savoy, Stardust Village, Trianon, Tristar, Uci Marconi, Universa!, Warner Medici, Warner Moderno, Feronia, Planet, Cineland, Quirinale di Roma

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino, Usa