La rete dei teenager alza la bandiera della pace di Giulia Zonca

La rete dei teenager alza la bandiera della pace 8L LOGO RIEMPITO CON UN ARCOBALENO E UN PALINSESTO RIVOLUZIONATO La rete dei teenager alza la bandiera della pace La «Mtv» italiana sceglie l'impegno contro la guerra con canzoni e dibattiti retroscena Giulia Zonca DI consigli non ne danno spesso, di indicazioni meno che mai, la loro regola è «nessun moralismo e molta comunicazione», però stavolta si sono schierati. Mtv è diventata pacifista, da subito, pesantemente, dal logo tridimensionale riempito con l'arcobaleno, alla giornata monotematica «War is not the answer» che ha spianato il palinsesto, comprese costosissime pubblicità, per lasciar spazio a messaggi e canzoni sul tema guerra. Una presa di posizione strana per una rete che si rivolge a ragazzi tra i 15 e i 35 anni, refrattari alle verità assolute, in fuga da divieti e frasi fatte. Mtv ha parlato spesso di droghe di ogni genere, ma non ha mai detto «non drogatevi», trasmette video di ogni tipo, compresi quelli dei rapper inaciditi, stile Snoop Doggy Dog, che trattano qualsiasi genere di teppismo con assoluta leggerezza. Vuole essere un marchio di tolleranza e responsabilità e come tale pretende di avere un interlocutore attivo in grado di capire e di decidere. Niente pappe pronte, ognuno può vedere, ascoltare e sbrigarsela da sé, ma dal 14 febbraio qualcosa è cambiato. Dal giorno di San Valentino, Mtv ha addobbato il marchio e detto esplicitamente come la pensa. Il 20 marzo, primo giorno di bombardamenti in Iraq, l'emittente ba interrotto la programmazione. Tutto saltato, sito compreso e a rullo continuo messaggi dei telespettatori (ne sono arrivati 30 mila e l'R2 per cento erano contro la guerra), e video a tema. «Enoia gay» degli Omd, «Out of Time» dei Blur, «Zombie» dei Cranberries, «Everybody Hurts» dei Rem e l'immancabile «Imagine» di John Lennon. Molte di queste clip, in questo momento, sono vietate in Gran Bretagna e non per una politica della reto, ma per un regolamento interno. L'«Itc code», il codice che controlla la televisione inglese, è piuttosto restrittivo, non è permesso «urtare nessuna sensibilità» e bisogna «presentare un punto di vista neutro», quindi i video dichiaratamente pacifisti sono di parte e non vanno in onda. Per l'Italia nessuna censura anzi, il messaggio è più volte reiterato e le canzoni in questione passano di continuo. Come le bandiere che sbucano nelle trasmissioni e le magliette con messaggi dei deejay, anche uno spettatore occasionale ci sbatterebbe contro. «Abbiamo un po' cambiato rotta» concede il direttore di Mtv Italia. Antonio Campo Dall'Orto è molto giovane e molto convinto: «Volevamo dire "la pensiamo così", con il rischio di scontentare qualcuno, di sembrare un po' ruffiani, ci siamo esposti, ma non abbiamo destabilizzato chi ci segue. E' molto più logico di quanto sembri: la maggioranza del nostro pubblico non capisce questa guerra, noi per primi non riusciamo a spiegarcela e abbiamo voluto renderlo esplicito. Questo non significa tappare la bocca a chi la pensa diversamente, abbiamo mandato in onda i pochi messaggi a favore della guerra e abbiamo invitato proprio chi la sostiene a spiegare le sue ragioni». Il 12 marzo, Mtv ha trasmesso un Forum con Tony Blair: il premier britannico seduto accanto al logo pacifista a rispondere a ragazzi dubbiosi. Tutti molto educati e perplessi. «Lo hanno tempestato di domande e, a parte qualche considerazione un po' naif, mi sono sembrati molto determinati. Blair ha argomentato la sua posizione, ma davanti all'insistente "Perché proprio adesso?" non ha dato risposte plausibili». Dall'Orto nor è solo al comando della Mtv di casa nostra, fa anche parte del ristret¬ to consiglio direttivo "di Mtv Europa, ovvero decide strategie comuni e soprattutto i nomi dei seguitissimi Forum. Finora ci sono stati tre ospiti: Colin Powell, Bill Clinton e Tony Blair, ora si sta lavorando per Putin. «Aveva già detto sì, ma adesso si trova in una posizione talmente delicata che ha chiesto tempo. Lo capisco, anche se stiamo facendo pressione. A dire il vero stiamo lavorando per un vero sogno: un forum con il Papa. E' difficile cbe vada in porto, ma nemmeno da escludersi». Mtv è cresciuta abbastanza da potersi permettere certe aspirazioni, non è solo questio- ne di audience, ma di capacità comunicativa, quello che viene fuori da lì è tenuto in grande considerazione da gente che di solito non ha orecchie troppo attente (15-25 anni) e da chi è molto diffidente, per non dire sprezzante, nei confronti della maggior parte dei media (25-35 anni). Mtv Europa è «incisiva», lo sanno gli ospiti e anche gli investitori che non hanno gradito molto vedere i loro spazi pubblicitari appaltati a Bono e Jovanotti, ma non hanno neppure potuto protestare un gran che. E un'azienda che può mettere, almeno per un giorno, la pubblicità in secondo piano, un certo potere ce l'ha. Anche se ora proprio da un certo spot vorrebbero un miracolo: «Desidero disperatamente una campagna sociale sulla tolleranza, ma serve un'alchimia impossibile. Quel tipo di messaggio è per sua natura, sfumato, non urlato... Come può competere con le immagini che vediamo? Ho commissionato questo progetto a diverse agenzie, ma i risultati sono deboli. Suona tutto ridicolo e sproporzionato». Mentre quella M arcobaleno regge ancora. Il premier inglese Blair durante il forum a Mtv ti direttore di Mtv Italia Antonio Campo Dall'Orto Tra i programmi più seguiti un forum con Blair messo in difficoltà dalle incalzanti domande dei ragazzi Il direttore Dall'Orto «Abbiamo contattato Putin che ha chiesto tempo e abbiamo un sogno: il Papa»

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