Tra zia e nipote, ci si mette l'ossessione dell'amore di Simonetta Robiony

Tra zia e nipote, ci si mette l'ossessione dell'amore «DILLO CON PAROLE MIE», IL NUOVO FILM DI LUCHETTI («IL PORTABORSE») Tra zia e nipote, ci si mette l'ossessione dell'amore in ottobre il regista comincerà a girare «Il dono di Gabriel» dal libro di Kureishi Simonetta Robiony ROMA Una ragazzina di 15 anni ossessionata dal desiderio di perdere la verginità, si fa portare in vacanza a los, l'isola greca dell'amore, da una zia di 30 anni che si è lasciata da poco con lo storico fidanzato. E per un caso del destino succede che la ragazzina si innamori proprio dell'ex fidanzato della zia, partito da solo in vacanza per superare il trauma dell'abbandono. Da qui, come dice il regista Daniele Luchetti, «Chiacchiere, equivoci, miti, dolci, eritemi solari, questioni omeriche, fissazioni, diete mancate, antistaminici, messaggeri d'amore, camping gas, tende canadesi, ragazze nervose, zaini, sacchi a pelo, orgasmi multipli, vestiti ripiegati, vicoli e scalette, preservativi, birre, giovinette che fanno l'amore, ex fidanzate, recriminazioni, compiti per le vacanze, materassini, baci rubati, criceti in calore. ingredienti segreti, affinità elettive». Questi, ma anche molto mare e molto sole, «Ufo robot» e «Happy days». Mina che canta «Taratala» e i Village People che fanno «Yamca», più alcune frasi significative in neretto, alla Romher, come a scandire i capitoli di un racconto e alcune video-foto di turisti stranieri in discoteca a dare il senso del clima costituiscono gli ingredienti di «Dillo con parole mie», ultimo film di Daniele Luchetti, applaudito regista di «La scuola» e di «Il Portaborse», in uscita per la produzione di Conchita Airoldi con i francesi di Telepiù e la distribuzione di Medusa. A interpretarlo, oltre alla solita folla che d'estate staziona sulle solite isole greche, Stefania Montorsi, Giampaolo Morelli, Alberto Cucca e Martina Merlino, quindicenne autentica dai movimenti goffi e dalla faccia candida. Più che del film, però, una commedia leggerissima che vo¬ lerebbe via se non fosse punteggiata da battute che la tengono ancorata alla realtà, Daniele Luchetti preferisce raccontare come è arrivato a dirigerla, a cinque anni da «I piccoli maestri» che segnò per lui un insuccesso drammatico. Tentava inutilmente, Luchetti, senza trovar l'ispirazione, di scrivere un film che parlasse di morte, entropia e politica, mentre sua moglie, Stefania Montorsi, scriveva una storiella su una trentenne cresciuta nei favolosi anni ottanta e una adolescente d'oggi cresciuta nei vuoti novanta che in vacanza al mare parlano di sesso e di uomini, in totale libertà. A ispirare sua moghe l'amicizia anomala con una ragazzina preoccupata fin dai 13 anni della sua inutile verginità. Intanto, se il progetto di sua moglie, aiutata da Ivan Cotroneo, diventava ima vera sceneggiatura con tanto di produttore disposto a finanziare l'operazione, quello suo finiva nel cestino della carta straccia perchè troppo ambizioso e mutile. E' stato a quel punto che la coppia ha deciso di unire il loro destino e fare un film a quattro mani: lei sceneggiatrice e interprete, lui sceneggiatore e regista. «E dentro, senza dircelo mai apertamente, abbiamo finito col mettere anche un po' di noi stessi», ammettono. Evitando, però, di infilare nella commedia qualunque riferimento a fatti politici o sociali un po' perché nel vuoto estivo stonavano e un po' perchè le due donne dovevano essere esempi diversi di un comune disimpegno. Per Daniele Luchetti «Dillo con parole mie» è stato comunque una cura andata a buon fine. In ottobre, infatti, dovrebbe cominciare a girare un nuovo film: «Il dono di Gabriel» dal libro dell'anglo-pachistano Kureishi. Stefania Montorsi e Martina Merlino, protagoniste del film «Dillo con parole mie»

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