Schubert e Furtwàngler, libere coscienze di Armando Caruso

Schubert e Furtwàngler, libere coscienze DA OGGI IN EDICOLA A 6,10 EURO IL DOPPIO CD CON «LA STAMPA» Schubert e Furtwàngler, libere coscienze Magnifica versione della Sinfonia n. 9 e del Quartetto D 887 Armando Caruso Schubert e Furtwàngler, due nomi ed uno stesso modo di intendere la musica. Tutti e due nascono dal classicismo, sentono il bisogno urgente di comunicare che avvertiva anche Beethoven, ma escono dagli schemi, definiscono una visione nuova flessibile, immediata, sognano, avvertono la necessità di includere nel loro pensiero musicale un'infinità di caratteri. Un binomio forte, due coscienze libere che tendono a imporre, comunque, comuni caratteri poetici. Un compositore espressione del romanticismo austriaco e un direttore d'orchestra tedesco, umanista, figlio di un archeologo, nipote di un nonno di grande cultura (aveva fondato il Giardino Botanico di Napoli), che si completano, si abbandonano alla musica. Nel doppio ed della «Stampa», da oggi in edicola in Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, al prezzo di 6 Euro e 10 il grande Furtwàngler dirige la Sinfonia n. 9 «The Great», sulla cui catalogazione si ebbero non pochi dubbi. Sinfonia n. 9 (IO o 7), optando, alla fine, per il «nove». La sinfonia fu ritrovata da Schumann in casa del fratello di Schubert, Ferdinand, fu diretta da Mendelssohn a Lipsia nel 1839 e pubblicata nel 1840 con un grande articolo elogiativo dello stesso Schumann. Nell'esecuzione di questo Cd, Furtwàngler interpreta proprio quella atmosfera che Schubert aveva descritto: si apre infatti con una magica evocazione. Eccellente l'esecuzione deiIo «Scherzo», in cui si avverte nitido il vigore popolaresco unito alla tipica cantabilità viennese. Trascinante, il finale «Allegro vivace» con i Berli- ner di Furtwàngler, caratterizzato da una incredibile capacità visionaria, che anticipa il senso di una totale liberazione. Insomma, si tratta di unì'accoppiata di sognatori: la direzione di Furtwàngler è infatti sempre distensiva, tesa al raggiungimento di orizzonti che si aprono in continuazione e lasciano trasparire nuove soluzioni interpretative. Sta proprio qui, la grandezza di questo direttore filosofo che amava lasciare ai suoi stessi Berliner, la libertà di affrontare i grandi temi della musica, assecondato, se non sollecitato dalla stessa concezione compositiva di Schubert. L'altro Cd contiene il Quartetto d'archi D 887, eseguito ai limiti della perfezione da Norbert Brainin, Sigmund Nissel, violini; Peter Schidloff, viola e Martin Lovett, violon- cello. E si sa bene quanta mirabile fortuna avesse avuto Schubert sin da ragazzo nel comporre musica da camera si pensi al quintetto con pianoforte «La Trota» per fare un esempio - così come nella liederistica riuscì ad imporre un suo stile in tutto il mondo: nacquero «Winterreise» e «Die Schone Mullerin», gli straordinari cicli liederistici cantati mirabilmente da Dietrich Fischer Dieskau e da una fitta schiera di soprani, baritoni e tenori. Un Cd in compagnia di Schubert e Furtwàngler, perché la musica è godimento per lo spirito. La copertina del ed

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