LETTERE

LETTERE LETTERE I bisogni sul marciapiede Se vengono comminate sanzioni a chi definisce «bastardi» i cani che sono tali, quali pene irrogare a chi - inciampando - definisce «zozzoni» (o addirittura «st...»!) i proprietari dei cani che li incoraggiano a fare i bisogni sui marciapiedi e gradini? Alberto Arbasino Difendo l'Occidente ma voglio la Pace Ho letto con attenzione l'articolo firmato da Igor Man, finissimo osservatore. Il silenzio del mondo arabo ha, alle mie orecchie, un suono assordante. Non ci resta, come ha detto recentemente in una trasmissione televisiva lo stesso Igor Man, che pregare? Voglio dare voce a tutta la mia indignazione nel sentire taluni liquidare chi manifesta per la PACE come filo-terrorista. Sono attaccata e difendo molti dei valori che nutrono il mio essere «occidentale» ma di alcuni di essi vedo anche limiti e nefaste conseguenze. Che potevano essere, ritengo, del tutto previste. Questa guerra non risolverà problemi ma li accrescerà. E' stato appiccato un fuoco che nessuno sa quali dimensioni assumerà. Sono figlia di una donna nata nel 1916, orfana di guerra, che ha avuto la primissima infanzia (e conseguentemente la vita tutta) segnata da un padre dichiarato a lungo disperso. Il mio dolore non si esaurisce con i sentimenti di pietas per questa vita o quella vita oggi spezzata (americana, inglese, irachena ....), il mio dolore si gonfia al pensiero di quello che ogni vita spezzata produce nell'animo di chi rimane. Famiglia o nazione che sia. Temo e tremo all'idea di un'escalation di rabbia, violenza, devastazione, irrazionalità dalle proporzioni inimmaginabili. Un' altra cosa mi indigna profondamente: la mancanza di coraggiosa sincerità da parte dell'Occidente che non riesce a dire che dietro la «missione» tesa a portare in Iraq democrazia e giustizia c'è la volontà di continuare ad assicurarsi l'alto standard di vita a cui noi occidentali siamo abituati. EnzaDePetrillo Serenità di giudizio In Italia, in questi giorni, come se non bastassero le immagini e gli accadimenti, della guerra, e del pre-guerra: ho potuto leggere, o ascoltare un concetto diffuso: «chi non è con gli americani e anti americano». Così, dopo l'il settembre, quando mi sono sentito «americano», fratello nel dolore, nello strazio; oggi mi ritrovo ad essere «anti-americano», irriconoscente verso chi ci ha liberato dai nazi-fascisti, perchè non approvo la violazione della sovra¬ nità deU'Onu, e la conseguente guerra scatenata dagli anglo-americani. La differenza sta nel fatto, che come spettatore degli avvenimenti che ci soffocano cerco di mantenere vivi, valori come la sohdarietà verso un paese straziato dalla strage terroristica, appunto delle torri gemelle, dell'aereo dirottato, e dei morti del Pentagono ma, appena due anni dopo mi ritrovo etichettato nella mia coscanza critica da grigi individui che rivitalizzano concetti come: «chi non è con me è contro di me». Credo, sempre più, che gli Italiani, certi Italiani, hanno proprio bisogno di crescere e che il sentimento di riconoscenza verso il popolo a stelle e strisce non può fare perdere la serenità di giudizio. Gilill I dipinti di Caravaggio ingoiati dal buio In una recente visita a Roma ho ingenuamente tentato di ammirare alcuni dipinti del Caravaggio posti all'interno della Chiesa di S. Luigi dei Francesi. I dipinti laterali della nicchia erano pressoché in ombra. Un patetico macchinario mangiaeuro veniva continuamente alimentato dai visitatori affinché la luce artificiale potesse consentire la visione dei capolavori. La personale rabbia nasce dal fatto che a pochi centinaia di metri centinaia di dipendenti pubbhci (forze dell'ordine) fossero impiegati per il controllo della Basilica di San Pietro durante la funzione religiosa della domenica. Senza sindacare sull'evidente necessità di tale impiego c'è da chiedersi se una infinitesima parte di denaro non possa essere impiegata per evidenziare l'opera di chi i miracoli li ha creati con il pennello. Ivano Crepaldi, Torino Il viaggio di un giornale Scrivo come utente delle Poste Italiane, che tuttora lavorano in regime di monopolio, a parte rari casi. Vorrei sottoporvi un caso di peggioramento del servizio mascherarlo da riorganizzazione. Il settore è quello dei giornali. Ad Ivrea, dove abito, da quindici anni viene stampato un giornale quattordicinale che riguarda soprattutto le notizie locali e quindi è diffuso per il 900Zo solo in zona. Composto la domenica, stampato lunedì, arrivava nelle case il mercoledì, essendo impostato direttamente ad Ivrea. Dallo scorso numero il giornale arriva il sabato perché, come denunciato sul giornale stesso, Varieventuali, le Poste obbligano ad imbucare nella sede centrale di Torino (via Nizza, poi) dalla quale poi deve essere smistato e riportato alla sede di Ivrea che lo consegnerà. Questo per una riorganizzazione. del servizio, per cui solo Torino è autorizzata a ricevere i giornali! Aggiungiamo che le tariffe contemporaneamente sono quasi raddoppiate, che alla sede di Ivrea non avrebbero difficoltà a continuare come prima e il quadro è completo. Spreco di risorse (tempo, benzina, ecc.), aumento dei costi, peggioramento notevole del servizio. Vi sembra logico? Francesco Curzio, Ivrea ■ fratelli Karamazov Per uno spiacevole equivoco la scheda redazionale sui Fratelli Karamazov, che corredava l'articolo di Gustavo Zagrebelsky sulla Stampa di ieri (Giudici per diritto e per rovescio) indicava il fratello Alesha come una «novizia». Ce ne scusiamo con i lettori e con l'autore dell'articolo.

Persone citate: Alberto Arbasino, Francesco Curzio, Gustavo Zagrebelsky, Igor Man, Ivano Crepaldi, Karamazov