Emendamenti in bianco, Albertini indagato
Emendamenti in bianco, Albertini indagato MILANO, LA «STRATEGIA» SUL BILANCIO IDEATA PER BATTERE L'OSTRUZIONISMO Emendamenti in bianco, Albertini indagato Coinvolto anche il vice; De Conato. Il pm: «Un atto dovuto» MILANO La notizia è piombata come un missile nella già disastrata aula consigliare di Palazzo Marino, proprio durante la maratona per l'approvazione del bilancio: il sindaco Gabriele Albertini (Fi) e il suo vice Riccardo De Cerato (An), iscritti nel registro degli indagati della Procura della Repubblica. Le ipotesi di reato parlano di tentato abuso d'ufficio e falso idologico per gli emendamenti «in bianco» presentati dal centrodestra per superare l'ostruzionismo dell'opposizione all'approvazione del bilancio, il cui termine scade il 31 marzo. Secondo le accuse, il primo cittadino avrebbe saputo «che qualcosa sarebbe successo». De Cerato invece «sarebbe stato il regista» dell'operazione. Una vicenda per la quale è già stato inquisito il presidente del consiglio comunale Giovanni Marra, di Forza Italia, e un funzionario che si sarebbe prestato a coprire l'irregolarità dei 92 emendamenti firmati da cinque consiglieri comunali: i capigruppo Vincenzo Giu¬ dice (Fi), Marco Ricci (An) e Giovanni Testori (Udc) oltre a Riccardo Albertini (vicepresidente Consiglio) e Carlo Masseroli (presidente della Commissione Bilancio) entrambi di Forza Italia. Tutti indagati per un totale, finora, di 9 persone. A dare la notizia, è stato direttamente il procuratore «reggente» Ferdinando Vitiello che, con la fronte imperlata di sudore e la mano tn-nante, davanti ai giornalisti si è affannato a ridimensionare il più possibile l'annuncio: «È un'emergenza istruttoria, un atto dovuto, una necessità di garanzia... La loro immagine non è minimamente scalfita». Ma non basta a ridurre l'entità del terremoto: dopo più di un decennio un sindaco di MÙano viene coinvolto in un'inchiesta giudiziaria. Insieme al suo fedelissimo vice. Entrambi incassano la solidarietà dei presidenti Berlusconi, Foimigoni, Golfi, oltre che dei segretari regionali dei partiti della Cdl. Così le cautele del procuratore servono a poco. In serata dagli uffici del sindaco parte un comunicato stizzito: «Al di là dell'impegno dimostrato dal procuratorp Vitiello per tutelare l'immagiue d. .ertici dell'amministrazione comunale di Milano, sorprende che il , magistrato sia stato costo^ac*tóV(f | Rcare la stampa per attenuare il prevedibile impatto dell'uscita di una hpti.zia che dovrebbe rimanere secretata' | a terzi». Ma forse, la notizia non era poi così segreta. Non è un caso infatti, che i nomi del primo e del secondo cittadino di Milano siano comparsi tra le carte dell'inchiesta venerdì scorso, proprio in seguito alle dichiarazioni di alcuni funzionari che avrebbero partecipato a una riunione dove sarebbe emersa la «strategia» degli emendamenti in bianco. Riunione alla quale erano presenti anche Albertini, De Corate e Marra. Una circostanza confermata da più testimonianze. Ed è per questo che lo stesso procuratore Vitiello ieri ha spiegato di essere stato «costretto a vincere il riserbo perchè le indiscrezioni già trapelate avrebbero avuto conseguenze più dannose di quello che è in realtà». [r.m.] MNP♦ R<TyV
Luoghi citati: Milano
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