Franks sotto accusa, tn I ir i~r errori di Maurizio Molinari

Franks sotto accusa, tn I ir i~r errori Franks sotto accusa, tn I ir i~r errori Partono altri 30 mila uomini per «tappare le falle» nella strategia Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Il comandante Tommy Franks è bersaghato dalle critiche di numerosi suoi ex colleghi e decide di modificare la strategia: ci sarà maggiore impegno di forze nella caccia ai Fedayn per eliminare le sacche di resistenza che minacciano le retrovie, mentre sono in arrivo in Kuwait 30 mila uomini della IV Divisione di fanteria, in un primo momento destinata al fronte Nord. Le critiche nei confronti del comandante di «Iraqi Freedom» sono essenzialmente tre: ha sottovalutato la resistenza, adopera contingenti troppo ridotti e avanza troppo velocemente. «La previsione era che il regime di Saddam sarebbe collassato in fretta e che quindi avremmo colto una veloce vittoria sul campo - osserva Wesley Clark, ex comandante supremo della Nato durante la guerra in Kosovo - ma in realtà nessuna di questa previsioni si è avverata». L'errore di valutazione sulla tenuta del regime di Saddam e sulla sua capacità di continuare a coordinare le difese è da attribuirsi all'intelligence militare, mentre nei confronti di Franks l'addebito è quello di aver preparato una campagna troppo «leggera». «La forza d invasione avrebbe dovuto includere almeno un'altra divisione pesante - sottolinea Bairy Mc- Caffrey, ex comandante di una divisione americana durante la Prima guerra del Golfo - ma il ministro della Difesa Donald Rumsfeld ha l'ossessione per i piccoli contingenti e si è così lasciato alle spalle linee di rifornimento lunghe 480 chilometri in gran parte prive di protezione». E' questo il punto debole dell'avanzata della coalizione: spingendo troppo sull'acceleratore con poche truppe si è resa vulnerabile alla guerriglia dei Fedayn di Saddam, come i recenti agguati hanno dimostrato. «Ciò che manca alla coahzione è un'altra divisione pesante e un reggimento di cavalleria corazzata - aggiunge l'ex generale Thomas Rhame - che si occupino di difendere le spalle all' avanzata e di proteggere i rifornimenti». Un altro ex generale con esperienza nelle guerre balcaniche, William Nash, picchia duro: «Franks ha calcolato tutto in funzione del presupposto che il regime sarebbe crollato come un castello di carta, ma ciò non si è avverato e il piano di guerra adesso è sbagliato». ' Questo tipo di critiche nei confronti di Franks e Rumsfeld non è nuovo da parte degli alti gradi: lo scorso dicembre, in occasione delle audizioni al Congresso, due dei maggiori responsabili militari - il comandante dell'Esercito Eric Shinseki e quello del corpo dei marines James Jones - avevano apertamente sollevato il dubbio che il rischio di invadere l'Iraq era stato «sottostimato». Il dubbio allora fu che Rumsfeld vedesse ripetere in Iraq la campagna afghana - vinta con poche truppe, forze speciali e munizioni aeree «intelligenti» a sostegno di consistenti fazioni locali mentre lo scenario era completamente diverso. «1 taleban so- no stati i combattenti meno seri con i quali l'esercito degli Stati Uniti si è confrontato dai tempi dei pirati - ha detto Clark - la Guardia Repubblicata è tutt'altracosa». Nella Prima guerra del Golfo l'allora capo degli Stati maggiori congiunti, Colin Powell, applicò una strategia opposta a quella di Franks, non a caso denominata «uso soverchiante della forza» perché basata sul principio che le truppe alleate dovevano disporre di un numero considerevolmente maggiore di uomini e mezzi rispetto a quelli necessari. Franks, Rumsfeld ed il capo dello Stato maggiore congiunto, Richard Myers, negli ultimi quattro giorni hanno difeso il piano di guerra definendolo «brillante e decisamente sui binari previsti», ma ieri per la prima volta il Pentagono ha fatto capire che alcune modifiche sono in corso. Quella più consistente riguarda la «necessità di dedicare più attenzione alle sacche di resistenza nel Sud», e questo potrebbe portare a un rallentamento della marcia verso Baghdad e quindi a un allungamento dei tempi della guerra. La seconda viene invece con l'annuncio dell' arrivo di altri 30 mila uomini in Kuwait nel fine settimana: si tratta della prima metà della IV Divisione di fanteria di Fort Hoòd, in Texas, che avrebbe dovuto essere schierata in Iraq del Nord se Ankara non avesse rifiutato il passaggio sul suo territorio. Do^o il «no» turco il riposizionamento era previsto, ma servirà ora a far fronte alle critiche. LA DIFESA DI BAGHDAD 0E5 Bombardamenti,' americani A Prima linea della difesa irachena a circa 20 km da Baghdad DIREZIONE ■pELL'irnm^ce MlUTAftE 0 QUARTIER 'Tn, GENERALE DlAt AMN KHASS .(SERVIZI SPECIALI DI SICUREZZA) /AEROT'ORTO /MILITARE DIMUTHENNA ;: QUARTIER GENERALE S DEUE FORZE « AEREE IRACHENE t \ QUARTIER GENERAR ♦. DELL'INTELLIGENCE ?Vf j *. IRACHENA * V AEROPORTO \ : INTERNAZIONALE \ SADDAM w AtAZIMIYA/ MINISTERO DELL'INFORMAZIONE E TELEVISIONE Il raid . sul ministero La televisione. . irachena è stSTa colpita ma ha ripreso a trasmettere poco dopo; la rete satellitare rivolta all'estero no MINISTERO Nv DIFESA \ --iD^R^MISSIONE MINISTERK NDÙSTRIA, CONSIGLIO )Ei MINISTRI,. ìlàwb : '' OUARTIER C :N|lALE SailK r DELIA SICUjEZM) s^PHiitó^N^ GUARDIA R|PU8BLICANA lESIDEf^AÉ^W: :. - :\ QUARTIER GENERALE Ì^0 di DiFESA DEL PARTITO BAATH 'r6^ A Sud bombardate' le postazioni della " Guardia Repubblicana Tigri /' y' AER MILITARE DML-RACH10 SM