La truffa della multiproprietà

La truffa della multiproprietà I FINANZIERI HANNO SEQUESTRATO UN FALDONE PIENO DI PRATICHE La truffa della multiproprietà Nell'acquisto coinvolti centinaia di torinesi Alberto Caino Al comando della Guardia di Finanza, in corso IV novembre, sono arrivate centinaia di telefonate dall'Italia intera dopo le prime notizie di stampa sulle perquisizioni per «la truffa della multiproprietà». Soltanto a Torino x preliminari d'acquisto conclusi e onorati da cambiali garantite da ima società (l'Intercontinale spa di Firenze) in liquidazione da febbraio sono stati numerosissimi. Nella sede trevigiana della Max srl è stato sequestrato un faldone con l'intestazione «Torino». All'interno centinaia di pratiche. I conti della truffa ipotizzata dal pm Roberto Furlan si cominceranno a fare non appena giungeranno in città i mezzi delle Fiamme gialle con il materiale portato via da Treviso e dalle città (Roma e soprattutto nel Vene¬ to) dove erano attivi «agenti» dell'organizzazione messa su a dicembre e in procinto di sparire a maggio, nel segno della miglior tradizione della grande stangata. Nel cali center di Treviso (ciascuna delle cinque signorine effettuavano 150 telefonate in media ogni giomo) è stato rinvenuto un file con 9000 contatti. Non tutti hanno portato denaro all'operazione truffaldina; 13.500 euro per rilevare i diritti di acquisto di ima settimana in multiproprietà, in Spagna, «promessi» con cambiali in scadenza il 30 maggio prossimo. Sin qui, passi. Chi vendeva, doveva anticipare una commissione alla North Fast (altra scatola vuota dell'organizzazione) di 2.800 euro per l'intermediazione. Metà subito, il resto con assegni esigibili anch'essi il 30 maggio. La Compagnia Torino della Guardia di Finanza è arrivata prima; ancora una volta gli uomini del'maggiore Ermanno Palombini (quelli delle inchieste sulle tangenti alle Molinette e sullo scandalo degli emoderivati) si sono distinti intervenendo discretamente, (in seguito a una segnalazione di un cittadino contattato da una delle segretarie della Jem System di Treviso, altra si^la dell'organizzazione), al meetmg del r febbraio all'Hotel Glis di San Mauro (zona autoporto Pescarito). In quell'occasione hanno «annusato» la truffa. Nelle settimane successive hanno raccolto importanti indizi e dalle perquisizioni della scorsa settimana sono emersi i riscontri: i tre indagati si erano preoccupati di fornire false identità persino al proprio personale e un quarto personaggio, forse il vero artefice della stangata spal¬ mata su migliaia di venditori, aveva persino indicato un recapito cui è stato trovato un pensionato; «Mi pagano l'affitto per stare qui». La banda intendeva sparire nel nulla dopo aver incassato milioni di euro. Il primo provvisorio e frammentario bilancio indica un business di almeno 3 milioni di euro. Se non fossero intervenute le Fiamme Gialle, i meeting sarebbero proseguiti a tamburo battente e a fine maggio sarebbero stati incassati gli assegni post-datati appena sequestrati. Il danno per i truffati è stato sicuramente contenuto. L'inchiesta vera comincia solo ora; in primo luogo gli investigatori devono scoprire come mai l'organizzazione avesse gli elenchi di tutti i proprietari di multiproprietà sparse per la Spagna. Le assolate località della Spagna e le Canarie fra i luoghi preferiti di queste società fantasma

Persone citate: Alberto Caino, Ermanno Palombini, Fast, Roberto Furlan