Salvo il Maurìziano di Lanzo di Gianni Giacomino

Salvo il Maurìziano di Lanzo L'ACCORDO RAGGIUNTO IERI, VERRANNO MANTENUTI I POSTI DI LAVORO Salvo il Maurìziano di Lanzo nterviene la Regione, farà parte dell'ÀsI di Ciriè Gianni Giacomino LANZO Adesso è ufficiale; l'ospedale Maurìziano di Lanzo non chiuedrà e non sarà riconvertito ma entrerà a far parte dell'Asl 6 di Ciriè. L'accordo tra Regione, comune di Lanzo, Asl 6 e Comunità Montana Valli di Lanzo è stato illustrato ieri mattina a Palazzo Lascaris dove era presente anche il sottosegretario alla Giustizia Michele Vietti. «E' un ottimo risultato perché per quella zona l'ospedale non rappresenta solo una struttura di riferimento per circa 30 mila utenti, ma la principale fonte occupazionale che garantisce un reddito a più di 300 famiglie» ha sottolineato Vietti. Così sono stati tutelati tutti i posti di lavoro anche se 102 dei 362 dipendenti del Mauriziano verranno ricollocati in altre aziende del Piemonte a partire proprio dalla numero 6 di Ciriè. I posti letto aumenteranno addirittura da 127 a 131 e saranno mantenuti tutti gli ambulatori e le specialità tranne la chirurgia per i casi definiti «acuti» (gli altri verranno risolti con interventi in day surgery). Anche il pronto soccorso rimarrà operativo 24, ore su 24 e i casi più urgenti finiranno a Ciriè. «Inserendo l'ospedale Mauriziano di Lanzo nell'Asl 6 si otterrà un triplice scopo: la riduzione dei costi, la razionalizzazione dei servizi e il mantenimento dei livelli di occupazione» hanno spiegato il presidente della Regione Enzo Ghigo e il commissario dell'Asl 6 Sergio Bertone. L'accordo arriva dopo mesi vissuti con l'angoscia da parte dei lavoratori ma da parte soprattutto degli utenti che nel Mauriziano hanno sempre trovato un ambiente familiare, lontano dal'anonimato dei grandi ospedali della città. Basti pensare che a Lanzo si è formato un Comitato per la difesa della salute, si sono raccolte ben 35 mila firme e anche il clero di zona è sceso in campo per scongiurare un ridimensionamento del Mauriziano. E la stessa ricetta sarà impiegata anche per mantenere l'ospedale Valdese di Pomaretto. «In questo caso la Regione si farà carico degli 86 dipendenti del personale sanitario mentre stiamo cercando di risolvere il problema per i 35 amministrativi - ha ammesso l'assessore alla Sanità Antonio D'Ambrosio -. L'altra struttura valdese a Torre Pellice resterà ancora sotto la gestione della Chiesa Valdese». Ma, forse, i più soddisfatti di tutti erano il sindaco di Lanzo, Andrea Filippin e il presidente della Comunità Montana Mauro Marucco che negli ultimi mesi hanno dovuto fare i conti con una serie di problemi riguardanti il Mauriziano, a cominciare dal malumore e dalla preoccupa¬ zione che si respiravano nelle corsie. «Una quindicina di anni fa avevamo già perso l'ospedale dell'Eremo e non avremmo accettato la chiusura o il ridimensionamento del presidio di regione Oviglia - ha spiegato il primo cittadino -. D'altronde a Lanzo infermieri e medici hanno cominciato ad operare dal 1867». Anche il deficit di Lanzo che negli ultimi tre anni ha superato i 30 milioni di euro (nel 2002 è stato di dieci milioni e mezzo di euro) sarà ripianato con la vendita dei beni immobiliari dell'Ordine che è in rosso per più di 300 milioni di euro. Adesso non rimane che riorganizzare i servizi sul territorio dell'Asl 6 e forse, dopo anni di polemiche e di incomprensioni tra azienda sanitaria e Mauriziano, scompariranno i servizi doppione. Conclusione positiva per la vicenda del Mauriziano di Lanzo

Persone citate: Andrea Filippin, Antonio D'ambrosio, Enzo Ghigo, Lascaris, Mauro Marucco, Michele Vietti, Oviglia, Sergio Bertone, Vietti