Bettini da Oscar in una Sanremo mai così italiana

Bettini da Oscar in una Sanremo mai così italiana CICLISMO: DOPO L'ESALTANTE STAGIONE 2002, LA PRIMA PROVA DI COPPA DEL MONDO HA CONFERMATO AL VERTICE I NOSTRI CORRIDORI Bettini da Oscar in una Sanremo mai così italiana Hanno stupito soprattutto Celestino e Paolini. Cipollini tradito dalla squadra Sfortunati Petacchi e Pozzato, da rivedere Bartoli, soltanto Di Luca ha deluso Giorgio Viberti La Sanremo è come uno spartiacque. Ciò che succede prima della Classicissima è come un lungo prologo della stagione, spesso terreno di conquista di interpreti estemporanei che poi, mestamente e ineluttabilmente, lasciano la scena ai protagonisti veri. La prova d'apertura della Coppa del Mondo è la prima vera cartina di tornasole dell'avvio di stagione, un test vero e sincero del quale fidarsi. Ricordate chi vinse la Sanremo l'anno scorso? Un certo Mario Cipollini, diventato sette mesi più tardi campione del mondo sul circuito belga di Zolder. Quest'anno gli è succeduto Paolino Bettini, che era il detentore della Coppa del Mondo 2002. Dunque la Sanremo ci permette già di tracciare i primi bilanci sui protagonisti che l'hanno interpretata. BETTINI voto 10. Da dilettante lo soprannominarono «Grillo» perché non stava mai fermo sulla bici, saltando sulla sella con scatti continui, in pianura come in salita. Così ha fatto anche nella Sanremo di sabato, sulla Cipressa e sul Poggio, malgrado fosse reduce da una leggera forma influenzale e avesse perso la Tirreno-Adriatico soltanto perché era stato attardato da una caduta di altri corridori. Impeccabile. PAGLINI 9. Soltanto i taciti accordi di scuderia gli hanno impedito di conquistare la Sanremo. Ha trascinato sul Poggio il compagno e capitano Pettini, tirandogli poi la volata conclusiva ed esultando ugualmente per il terzo posto finale. Ma siamo certi che, in una volata testa a testa con Bettini, questo 26enne milanese sicuramente non partirebbe battuto. Anzi. Ne sentiremo ancora parlare. Altruista. CELESTINO 9. Poteva lasciare un segno indelebile nella «sua» Liguria, anche se si è trovato tra i big della corsa quasi per caso. E' infatti partito a razzo sulla Cipressa soprattutto per preparare il terreno al capitano Di Luca, sapendo poi sfruttare le sue eccezionali doti di discesista per arrivare a giocarsi la vittoria allo sprint. Potrebbe essere tornato quello del '99, quando vinse il Gp di Amburgo e il Lombardia. Sorprendente. CIPOLLINI 8. Mai visto Re Leone andare così forte su Cipressa e Poggio, tanto da mettere in difficoltà persino i propri compagni, mancatigli al fianco nel momento decisivo. Un solo appunto: perché un campione straordinario come lui ha bisogno di fare pretattica, annunciando alla vigilia della Sanremo un'indisposizione fisica rivelatasi poi del tutto inventata? Spumeggiante. POZZATO s.v. Il 21 enne enfant prodiga della Fassa Bortolo stava pedalando benissimo quando è caduto lungo la discesa della Cipressa per evitare un altro corridore, finendo la Sanremo in ambulanza. Peccato, perché alla sua prima prova di Coppa del Mondo avrebbe potuto confermare il talento espresso pochi giorni prima nella vittoriosa Tirreno-Adriatico. Rimandato. DI LUCA 5. Da come è partito sul Poggio, il «killer» pareva in grado di fare il botto. Invece si è afflosciato di fronte al vento contrario ed è stato l'unico ad arrendersi fra i 4 corridori rimasti soli in testa sull'ultima salita. Dopo la caduta del 2002, era atteso al riscatto. Deludente. REBELLIN 5. Sulla Cipressa si è trovato nella fuga giusta accodandosi a Bettini, ma mentre quest'ultimo ha ritentato dopo la reaziono del gruppo il veneto della Gerolsteiner è rientrato nell'anonimato. Incompiuto. PETACCHI 5. Non merita certo la sufficienza, anche se ha un alibi di ferro. I suoi successi in questo avvio di stagione - al Trofeo Puig e in una tappa della ParigiNizza - lo avevano eletto capitano della Fassa Bortolo, ma un'influenza ha rovinato tutto, togliendolo quasi subito di scena fino al ritiro. Sfortunato. BARTOLI 5. Anche il Guerriero invoca giustamente le attenuanti, visto che rientrava dopo l'ennesimo infortunio (doppia frattura al bacino). Vederlo retrocedere non appena la strada ha cominciato a salire ha però accresciuto la nostalgia del Bartoli trionfatore dell'ultimo Lombardia. Ha comunque finito la corsa. Coraggioso. GLI STRANIERI 4. A parte i nove ardimentosi partiti già al 70 chilometro, si sono visti soltanto il kazako Vinokourov e lo spagnolo Freire sulla Cipressa, entrambi senza troppa convinzione. Il solito tedesco Zabel (60) è stato il primo degli «invasori» in una Sanremo mai così italiana dai tempi di Coppi. Respinti. Milano-Sanremo: trionfa Bettini (al centro), il compagno Paolini esulta (a sinistra) mentre Celestino (a destra) china la testa, sconfitto