Morto Romita, fu leader della socialdemocrazia

Morto Romita, fu leader della socialdemocrazia FU SEGRETARIO DEL PSDI, NEL '97 ENTRO' NEI DS Morto Romita, fu leader della socialdemocrazia Giuseppe Sangiorgio È morto l'ex segretario del Psdi, e più volte ministro, Pierluigi Romita. Lascia la figlia Stella, quarantenne, e la sorella Gemma. Aveva 78 anni ed è spirato ieri mattina a Milano, città nella quale, fino al 1997, insegnò Idraulica agraria all'Università. Il successore di Giuseppe Saragat alla guida della socialdemocra- zia italiana era nato a Torino il 27 luglio del 1924 ed incominciò la sua lunga carriera politica giovanissimo, nel 1942, ad appena 18 anni, respirando l'aria di una famiglia in cui il padre Giuseppe, fu fra i fondatori della Repubblica, ministro dell'Interno, era il 1946, nel dicastero De Gasperi, durante il referendum che cassò la Monarchia. Pierluigi Romita, non ancora ventenne entrò nel partito socialista, partecipò alla Resistenza, avviando quella lunga militanza al socialismo che lo portò nel tempo ai vertici della politica, a Montecitorio per nove legislature, più volte ministro, deputato europeo, anche se per poco, perché l'incarico risultò incompatibile con quelli del governo di Roma. Torino lo ricorda sui banchi del Consiglio comunale, capogruppo del partito di cui fu segretario, puntuale ad ogni seduta, anche se era ministro, prima della Ricerca scientifica poi agli Affari regionali, quindi del Bilancio e alle Politiche comunitarie. E dalla città della Mole fece proprie le battaglie a favore del socialismo, a fianco del Pei con la svolta delle giunte rosse nel 1975, nuovamente con i democristiani dopo il 1985, periodo nel quale si parlò di lui come possibile candidato sindaco laico, quando poi la scelta cadde sul liberale Valerio Zanone. Interpellato dai cronisti, all'epoca, il ministro si limitò a dire; «Sono qui, al servizio del paese e di questa città. Se lo si ritiene necessario sono pronto». Pierluigi Romita è ministro della ricerca scientifica a fine Anni Settanta nel Governo Fanfani. Dal luglio 1981 al dicembre 1982 è presidente della commissione Istruzione e Belle arti. Poi viene richiamato al governo come responsabile della Ricerca scientifica nel quinto governo Fanfani. Ritoma nell'esecutivo con Bettino Craxi premier; nel suo primo e secondo dicastero è ministro per gli Affari regionali, quindi, nel 1984 (periodo in cui è anche consigliere comunale a Torino) passa al Bilancio. Eletto al Parlamento europeo nel 1984, si dimette per incompatibilità con l'incarico di ministro nel governo italiano. Nel febbraio del 1989 Romita costituisce, con un gruppo di dirigenti e militanti del Psdi, il Movimento di unità e democrazia socialista (Uds) che, in seguito, si unifica con il Psi. Di nuovo nel 1989 è eletto al Parlamento europeo, nelle liste del Psi, e ancora lascia per incompatibilità ministeriale. Nel VI e VII governo Andreotti è ministro per il Coordinamento delle politiche comunitarie. Rieletto deputato nel 1992 nelle file del Psi, nel 1997, entra nei Ds con Massimo D'Alema, successivamente sostiene la candidatura di Piero Fassino al vertice della Quercia e instuara con lui una stretta collaborazione. «Ci sentivamo molto spesso», ricorda il leader. I funerali si svolgeranno doma- ' ni o mercoledì a Roma, dove Pierluigi Romita sarà sepolto al Verano accanto al padre e alla madre. Dalla Resistenza all'impegno politico Eletto a Montecitorio per nove legislature, più volte ministro Pierluigi Romita con un altro ex segretario del Psdi, Franco Nicolazzi

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino