Neonati disabili, serve più aiuto di Grazia Longo

Neonati disabili, serve più aiuto Neonati disabili, serve più aiuto «Essenziale una maggiore collaborazione fra ospedali e le AsI» Grazia Longo «Per aiutare i neonati disabili e le loro famiglie occorre potenziare la collaborazione tra gli ospedali e il servizio sanitario territoriale». Medici, assistenti sociale e genitori lo hanno ribadito più volte, ieri a Torino Incontra, durante il convegno promosso dal Lions Club Solferino. Ogni anno in Italia nascono 10 mila bambini con gravi patologie, 300 in Piemonte di cui quasi la metà al Sant'Anna (un quarto proviene da fuori provincia). «Un disagio sottolinea il presidente del Lions Club Gianni Farina - di cui abbia¬ mo ritenuto doveroso occuparci» Handicap legati a patologie respiratorie, neurologiche e cardiopatiche sono i problemi principali del 10nZo dei bambini nati sotto un chilo e mezzo di peso. «Il 300Zo di loro nasce da mamme straniere che spesso hanno difficoltà con la nostra lingua - precisa il professor Claudio Fabris, responsabile di Neonatologia all'ospedale Sant'Anna di Torino -. In passato abbiamo abbattuto muri, aprendo i nostri reparti specialistici ai genitori, ora l'obiettivo è quello di dare un miglior supporto ai familiari dei piccoli». In aiuto dei genitori ci sono anche associazioni, come la «Zero- Tré» di Torino, un gruppo di autoaiuto con una quarantina di volontari, nata nel 2000, che si occupa di bambini fino ai 3 anni. «È indispensabile - ribadisce Maurizio Valente, presidente dell'associazione - attivare un'adeguata integrazione tra genitori e operatori ospedalieri e del territorio, per una comune presa in carico del problema socio-sanitario del bambino». La segretaria dell'associazione, Ketty Brucato, aggiunge: «Sarebbe utile trasferire ai genitori cognizioni che possano fare meglio comprendere le terapie proposte e l'uso delle apparecchiature sanitarie installate in casa». Tra le iniziative della «Zero- Tré», oltre al confronto e alla discussione dei problemi, c'è il servizio baby-sitter offerto alle coppie per «consentire loro un po' di libertà dagli impegni con i figli malati». Sull'importanza dell'equilibrio psicologico dei genitori, interviene anche la dottoressa Mariangela Membro del Sant'Anna: «Spesso le famiglie si sentono smarrite, soprattutto dopo la dimissione dall'ospedale, perché devono gestire una situazione molto complessa. Occuparsi di un figlio disabile non è facile. Per questo motivo ogni aiuto diventa prezioso, com'è dimostrato anche dai risultati ottenuti in altre regioni». Come l'Emilia Romagna, al convegno partecipa anche la neonatologa Rosina Alessandroni dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna che conferma «il grande risultato raggiunto con il raccordo tra strutture ospedaliere e delle Asl, raggiunti negli ultimi anni grazie a una delibera regionale».

Persone citate: Claudio Fabris, Gianni Farina, Ketty Brucato, Mariangela Membro, Maurizio Valente, Rosina Alessandroni

Luoghi citati: Bologna, Emilia Romagna, Italia, Piemonte, Torino