DEGAS S C. mpressionisti da ritratto
DEGAS S C. mpressionisti da ritratto DEGAS S C. mpressionisti da ritratto ,,*-«.-. Wi vviVv^-'V ,, ■''•: ..■..,r.~-;'V- :: - C. E' un luo' go comune legato agli impressionisti: è quello che li vuole paesaggisti a tutti i costi, addirittura espressione della vita della Francia della seconda metà dell'Ottocento trascorsa prevalentemente tra case di campagna, campi coltivati e prati fioriti. Niente di più falso. Il movimento impressionista nasce parigino e nella modernità della città trova la sua maggiore fonte di ispirazione. Inoltre, gli impressionisti (tutti tranne Sisley) non hanno mai rinunciato a rappresenta re la figura. Anzi. Maria Teresa Benedetti, che è una delle studiose italiane più attente di questo gruppo di appassionati rinnovatori della pittura, ha deciso di mostrare nell'esposizione romana, che fino al 6 luglio affollerà le sale LA MODESETTILea Ma LA MOSTRA DELLA SETTIMANA Lea Mattarella STRA LA ANA arella bia avuto assolutamente l'intenzione di farne un ritratto, ma una figura parigina dell'epoca, la somiglianza è perfetta». Questo dipinto in cui Gamille è raffigurata di spalle con il volto un po' girato in modo da mostrare il profilo, è qui in tutta la sua sfolgorante bellezza che si nutre di verdi traslucidi e di neri intensi, questi ultimi poi cassati per sempre dalla tavolozza di Monet. Ed è un quadro che ha davvero il sapore dell'epoca. In quei gloriosi anni in cui Manet, Degas, Monet, Renoir, Pissarro, Cézanne stanno cambiando il corso della pittura, è Charles Baudelaire a prefigurare e auspicare la nascita del «pittore della vita moderna». «Vero pittore - scrive - è colui che sa afferrare il lato epico della vita di ogni giorno e sa farci vedere quanto siamo DISEGNI E DIPINTI IN MOSTRA AL VITTORIANO RIBALTANO IL LUOGO COMUNE CHE VUOLE IL MOVIMENTO FATTO DI PAESAGGISTI LEGATI ALLA VITA CAMPESTRE «Studio per il ritratto di Giulia Bellelli», 1858-1859 di Edgar Degas del Vittoriano, l'altra faccia dell'Impressionismo, quella appunto dei ritratti e delle figure. Che poi finiscono per diventare sinonimi. Perché il ritratto per i vari Manet, Degas, Renoir è la rappresentazione di una figura che è spesso rappresentata in atteggiamenti quotidiani, mai idealizzata, spesso nemmeno in posa. Insomma è quasi il furto di un attimo, di un momento di passaggio, di un frammento di esistenza, oltre che l'espressione di qualcosa di vitale, di non imbozzolato. Lo chiarisce benissimo Claude Monet che, parlando di Camille, la sua superba opera dipinta nel 1866, afferma: «È la signora Monet, la mia prima moglie che ho utilizzato come modella, e nonostante non ab- grandi e poetici nelle nostre cravatte e nelle nostre scarpe di vernice». Gli fa eco Emile Zola che nel suo resoconto del Salon del 1868 scrive a proposito di questi pittori: «le loro opere sono vive perché le hanno prese nella vita e le hanno dipinte con tutto l'amore che provano per i soggetti moderni». Vivo e moderno quel capolavoro di Degas che ritrae un ufficio di New Orleans. Nella città americana l'artista arriva nel 1872 per raggiungere i fratelli che lavorano in una ditta di esportazione di cotone di proprietà dello zio. E li ritrae così, nel disordine del posto di lavoro e non sai bene se sia la pittura di interni del Seicento o la fotografia la fonte principale di queste luci e tagli inusuali. E le scarpe di vernice, la tuba, il ventaglio e i lunghi guanti neri del Ritratto diAntonin Proust e della Donna in abito da sera di Edouard Manet, quanto devono alle esortazioni di Baudelaire. Tra coloro che interpretano la vita mondana di una Parigi che ama le corse dei cavalli e le colazioni sull'erba, i salotti e l'Opera c'è l'italiano Giuseppe De Nittis. E se Zandomeneghi si rivela epigono di un impressionismo di maniera, zuccheroso e leccato. De Nittis non teme il confronto con i più grandi (come peraltro di recente aveva confermato l'ampia personale alla Galleria d'Arte Moderna di Torino). È molto efficace aver accostato, nel percorso della mostra, il Ritratto di Jeanne DUval di Manet a Perla e conchiglia di De Nittis: due figure femminili abbandonate su un divano (la prima era l'amante di Baudelaire) tra vesti fruscianti e morbide sete. Un ruolo importante in questo periodo hanno anche le donne che lentamente conquistano un proprio ruolo nel campo delle arti. Un esempio è quello di Berthc Morisot, cognata e musa di Mp.net, creatrice di soffici figure femminili. E per i visitatori italiani la scoperta sarà certamente Frédéric Bazille, meno noto del gruppo di punta anche perché morto a soli 29 anni, ma artista di grande potenza. Lo dimostrano un nudo adolescente inedito, luminoso e non finito, la singolare Piccola cantante di strada e la Donna nera con peonie. Qui Bazille riesce a sintetizzare la tradizione della pittura antica con quel nuovo linguaggio che ne avrebbe scardinato le regole per sempre. Ritratti e figure. Capolavori impressionisti Roma, Complesso del Vittoriano Ora: da lun-gio 9,30-19,30 ven. sab. fino alle 23,30. Dom. fino alle 20,30. Fino al 6 luglio
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