Piccolo e bello ottimo per lo sport

Piccolo e bello ottimo per lo sport Piccolo e bello ottimo per lo sport papà e mamme che felici e orgogliosi di avere un figlio tanto bello e fotogenico lo propongono alle agenzie pubblicitarie. «Ci scrivono via Internet genitori da ogni parte d'Italia» dice Roberto Maglietti, uno dei soci della Fashion Team, agenzia che si occupa di moda, spettacolo, eventi. «Siamo agenti teatrali a tutti gli effetti, quindi segnaliamo e inviamo ai casting i bambini a seconda delle richieste». Come li «arruolate»? «Dieci anni fa, quando abbiamo cominciato, li andavamo a cercare uno a uno, dopo poco è stato tale il passaparola fra genitori e conoscenti che ormai ci cercano loro». Come per altri ambiti pubblicitari Torino subisce la concorrenza milanese, quindi non sono numerose le agenzie che si occupano di trovare il pupo con le caratteristiche ad hoc. «Noi abbiamo lavorato per Chicco, Quercetti. Carioca Universal, Seven, e anche Lines, Ferrerò, come pure per il cinema». Un mondo lavorativo con le stesse regole di quello degli adulti: conta l'esperienza per ottenere la parte, per il debutto la naturalezza è premiata, e un buon genitore-manager fa la differenza. C'è da dire che i bambini possono premiare una campagna pubblicitaria, sicuramente con costi diversi da quelli degli adulti. «I ragazzini non guadagnano cifre da capogiro - dice Monica Marzocca, zia di Arianna Martuscelli, la bimba dai capelli rossi delle merendine Ferrerò -: da 100 a 700 euro, a seconda dell'impegno». «Noi comunque la portiamo ai casting solo se lei ne ha voglia, se quel giomo non ha altri impegni». Ora sta aspettando l'uscita nazionale della Nesquik: «E' divertente, conosco tante persone ogni volta» dice Arianna, 10 anni e un'unica lamentela: «Ci si stanca, mi è capitato di rifare una scena 15 volte». E le amiche che dicono? «Certe sono gelose, non mi parlano più». Da grande cosa farai? «Mi piacerebbe la modella, o essere come le protagoniste di "Streghe"». Su questo futuro tra la passerella e il palcoscenico già ci sta facendo un pensierino David Holderbach, 14 anni, al primo anno di liceo scientifico e in pubblicità da quando ne ha 4, in questi giorni il suo viso accanto a quello della biondina Susanna Palavenditti ha tappezzato Torino e non solo grazie all'affissione regionale per le «pari opportunità». «Quando qualcuno ti incontra e ti riconosce è bello, anche se quando ero più piccolo e andavo due o tre volte a Milano, avrei mollato». Perché lui nel frattempo studia pianoforte, si prepara al lancio del giavellotto e ai 300 ostacoli: «Mai questo lavoro ha interferito con la sua vita, ci sono sempre stata io a tutelarlo» dice la mamma Rebecca, «Fin da piccolo, perché così bruno, lo chiamavano per pubblicità che andavano in Medio Oriente, in Portogallo, anche negli Stati Uniti». Vista la sua lunga esperienza, come sono i suoi colleghi genitori sul set? «C'è chi dopo tre pubblicità pensa di mandare il figlio a Hollywood, o quelli che si sentono divi per procura, o che sgridano i figli perché criticano il prodotto che pubblicizzano». Gironzola Fabio, non ha voglia di stare fermo, ha appena tre anni: come fanno i fotografi a fargli fare quello che vogliono? «Lo tranquillizzano, gli danno dei giochi» spiega il papà Alfonso Fasano, 49 anni, impiegato Asl e a disposizione del figlio: «Ho preso la paternità quando è nato». Come ha cominciato la carriera? «Aveva tre mesi, l'hanno scelto per il film con Lino banfi "Piovuto dal cielo", poi ha fatto cataloghi di abbigliamento, di giocattoli». Non ha mai pensato potesse essere una forzatura vista l'età di Fabio? «Mai, quando non ce la fa smette, per un lavoro ha fatto 250 scatti». Un altro rosso, ricciolino e esuberante, è Antonio Faruzzi, 13 anni, il Precossi di «Cuore», poi scelto per una pubblicità dell'Enel. «Da quando sono bambino sogno di fare qualcosa nello spettacolo: il ballerino, ho cominciato una scuola di danza classica proprio quest'anno». E mamma Angela annuisce sorridendo. Un Billy Elliot pieno di risorse, gioca a pallavolo, ama i libri e scrive sceneggiature, ambizione massima il giornalismo. Come ti senti quando fai un casting e scelgono un altro? «Tranquillo, penso che ci saranno altre occasioni». Anche per Carlotta Previati, 9 anni, la prima esperienza è stata cinematografica, fra i protagonisti del film della Tonini «Elisa di Rivombrosa», «E' stato un caso, aveva accompagnato al casting il fratello Federico, chiamato perché Garoffi in "Cuore", e hanno preso lei» racconta la mamma Giovanna Bosco che adesso in casa ha ben due divi. «Io la vivo come una possibilità lavorativa in più, quando, studiando, vorranno guadagnare qualcosa». Lo sceneggiato tratto da De Amicis ha aperto tante strade a giovati i talenti torinesi. Luca è stato il ribelle Franti e da lì catapultato sul Peter Pan di «4 salti in padella»; «Mio figlio si diverte, ma restano altre le priorità, la scuola ovviamente» dice papà Bardella, che per un attimo ha dimenticato l'orgoglio sportivo: «E sì, il calcio». Bambini con gli òcchi azzurri e riccioli biondi e volti da monello animano i casting, accompagnati dai genitori «Una volta li cercavamo uno a uno, ora ci pensano papà e mamma a spedire le fotografie dei loro figli» In alto a sinistra David, con la mamma Rebecca; sotto, Carlotta e la mamma Giovanna; sopra, Fabio in braccio al papà Alfonso; qui accanto, Antonio e la mamma Angela

Luoghi citati: Hollywood, Italia, Medio Oriente, Milano, Portogallo, Stati Uniti, Torino