«Maschi fascisti, ma non li odio» di Fulvia Caprara

«Maschi fascisti, ma non li odio» «Maschi fascisti, ma non li odio» La regista resta fedele al suo stile brillante «Racconto i cambiamenti della società» Fulvia Caprara ROMA Nel 1985 Coline Serreau ha girato «Tre uomini e una culla», il film che, insieme con la valanga di premi francesi più la soddisfazione del remake americano, le ha dato notorietà internazionale. Da allora, il suo sguardo sull'universo femminile, soprattutto in rapporto a quello dei maschi, è diventato ancor più lucido, diretto, combattivo: «Le donne - dice la regista - sono l'avvenire del mondo, la speranza dell'umanità perchè, con la loro lotta, incarnano la forza rivoluzionaria del cambiamento. Non si può negare che l'entrata massiccia delle donne nel mondo del lavoro abbia rappresentato la principale evoluzione della nostra società». E questo nonostante «le tre grandi religioni monoteiste abbiano sempre fatto di tutto per schiacciare la cultura femminile». In «Chaos» Serreau sceglie di concentrare l'attenzione sulla condizione delle donne medio-orientali, oppresse, anche quando vivono in Occidente, da «un Islam mal interpretato». Ma, accanto alla storia della ribellione di Malika, «Chaos» racconta altre cose: «Mi interessava mettere a confronto il mondo mussulmano e cristiano, ma anche quello dei ricchi e dei poveri». E poi quello di chi soffre e chi no: «La violenza ci colpisce solo quando ci tocca da vicino; penso che, invece, bisognerebbe cercare di capire la sofferenza altrui anche quando non siamo direttamente coinvolti». Con il suo stile sorridente («Esiste un cinema che coltiva la depressione, ma io non ne faccio parte») Serreau descrive un mondo di donne diverse che si danno la mano e di uomini violenti, incapaci di fronteggiare la realtà: «Puntualmente, ogni volta che faccio un'intervista, c'è un signore che si alza e mi chiede perchè odio tanto gli uomini. Così devo sempre spiegare la stessa cosa, e cioè che sono eterosessuale, che ho un padre, dei fratelli e dei figli maschi che amo più di me stessa. Insomma, non c'è nessun odio personale alla base delle mie convinzioni, solo il desiderio che certi comportamenti fascisti non esistano più». Impegnata in varie attività, tra' cui le lezioni per un corso di recitazione, la scrittura di un romanzo, la preparazione di alcu¬ ni dvd dei suoi film, Serreau fa la regista con «l'obiettivo di osservare ciò che cambia nella società, di riflettere sui progressi. Ho sempre creduto in un cinema politico; non ho un approccio psicologico nei confronti dei personaggi che scelgo di raccontare, mi interessano i rapporti che si stabiliscono tra loro, il modo con cui si evolve una società e soprattutto la maniera in cui tutto,, questo può diventare una storia emozionante, da raccontare agli altri». Inevitabile una valutazione sul presente, quindi sulla guerra appena iniziata: «Ci troviamo di fronte a un colpo di stato fascista: Bush, Aznar e Blair stanno compiendo un crimine contro l'umanità e sono convinta che, in futuro, dovranno rendere conto di quello che stanno facendo, contro il parere dell'Onu e dell'opinione pubblica. Bush, tra l'altro, non è neanche stato eletto davvero, e di Berlusconi poi, è inutile che vi parli. L'unica cosa che mi consola è che i colpi di Stato durano poco».

Persone citate: Aznar, Berlusconi, Bush, Coline Serreau, Malika, Serreau

Luoghi citati: Roma