L'esercito iracheno incendia sette pozzi nel Sud del Paese

L'esercito iracheno incendia sette pozzi nel Sud del Paese LA STRATEGIA DELLA TERRA BRUCIATA, COME GIÀ' NELLA RITIRATA DAL KUWAIT L'esercito iracheno incendia sette pozzi nel Sud del Paese Non si conoscono le località che sono state sabotate, si teme anche per gli oleodotti Baghdad smentisce: in fiamme trincee riempite di greggio per frenare l'offensiva Usa Maria Chiara Bonazzi LONDRA Saddam sta di nuovo cercando di fare terra bruciata intomo all'avanzata delle truppe alleate. L'esercito del dittatore avrebbe deliberatamente appiccato fuoco a sette pozzi petroliferi. Lo ha annunciato ieri mattina il ministro della Difesa britannico Geoff Hooii, il quale ba cercato di ridimensionare la notizia spiegando che finora non c'è stato un tentativo sistematico di sabotaggio e che le piattaforme incendiate «rappresentano solo una piccola parte del totale nel Sud dell'Iraq». Hoon ha aggiunto che i progressi nella presa della penisola di Al-Faw sono stati «vitab» nello scongiurare un disastro ecologico: «Saddam voleva riversare il petrolio nel Golfo, ma abbiamo sventato questo suo tentativo». Il regime iracheno ba smentito di avere dato alle fiamme dei pozzi, affermando invece di avere incendiato sempbci fossati e trincee riempiti di greggio, nell'intento di frenare l'offensiva delle forze angloamericane. La località precisa dei pozzi in fiamme non è stata specificata, ma il capitano Lockwood, dal comando centrale nel Oatar, ba assicurato: «Non appena ci arriveremo, cercheremo subito di spegnerli». Non sarà un'operazione così facile. Nel 1991 ci vollero sette mesi per spegnere i circa 750 pozzi che Saddam aveva fatto saltare in aria durante la ritirata delle sue truppe. I danni ambientali furono disastrosi e la produzione di petrolio fu ripristinata ai livelli originari soltanto dopo due anni e una spesa di 50 mibardi di dollari. Il secondo giacimento petrolifero più importante dell'Iraq si trova proprio nella parte meridionale del Paese: si chiama Rumaila Sud ed è situato a Ovest di Bassora. Con la sua produzione di 750 mila barili al giorno, la sua capacità è superata soltanto da Kirkuk, situato nel Nord dell'Iraq, che arriva a 850 mila barili ia! giorno. Gli altri giacimenti più preziosi del Sud sono Rumaila Nord (450 mila barili al giomo), Zubair (200 mila barili al giorno) e Ouma Ovest (150 mila barili al giomo). In tutto, i giacimenti meridio¬ nali producono 1,7 milioni di barili al giomo, sul totale iracheno di 2,8 milioni di barib al giomo. Ecco perché il comando alleato considera essenziale prenderne possesso prima che Saddam U incendi. Il sottosuolo contiene altri 3 milioni di barili al giomo di capacità potenziale, stando ai dati del Ministero iracheno del Petrolio. Anche gh oleodotti sono potenziah obiettivi di sabotaggio. Il segretario all'Energia americano, Spencer Abraham, ha minimizzato, dicendo che «le riserve mondiali sono più che adeguate». Le riserve ambientaìi invece potrebbero non esserlo affatto. Il potenziale per un disastrg ecologico questa volta è ancora più orrendo di quanto già non fosse nel 1991 : l'Iraq ha circa duemila pozzi petroliferi, sparsi in un'area grande circa 25 volte il Kuwait. Dodici anni fa, la nube nera che oscurava il sole del mezzogiorno generò zolfo, residui di petrobo e piogge acide che contaminarono zone lontane fino a 1.900 chilometri dai pozzi che bruciavano. Per non parlare del greggio che nuotava in mare: nel 1993 una commissione ambientale mista - europea, kuwaitiana e saudita - stabilì che una lungo tratto della linea costiera del Golfo era ancora invaso da petrobo e catrame. Poiché Saddam aveva riversato il greggio in mare per impedire uno sbarco, molti impianti di desalinizzazione sono rimasti inservibili e, secondo alcune fonti, ancpra oggi il 30 per cento dell'acqua in Kuwait è inutibzzabile a causa della contaminazione del 1991. Jonathan Lash, presidente del World Resources Institute di Washington, ha detto alla BBC di temere, fra l'altro, per le risorse idriche dell'Iraq: «Gb iracheni dipendono dal Tigri e dall' Eufrate per l'acqua, che nella regione è più importante del petrolio. Ma non sembrano esserci Umiti a quello che possono fare quando sono sotto pressione». Lash avverte: «Non è l'ambiente il fattore che deve determinare se entrare in guerra o no, bensì l'impatto sulla gente e sulla pace mondiale. Ma abbiamo bisogno di grande cautela: la vittoria in ima guerra contro l'Iraq potrebbe avere un prezzo troppo alto, sia per la gente, che per l'ambiente». Nel settembre del '91, Greenpeace aveva denunciato il disastro ambientale prodotto dal micidiale cocktail di veleni immessi nell'atmosfera dai pozzi in fiamme: a quell'epoca, ne bruciavano ancora 250. Le piogge acide, accusava l'organizzazione ambientabsta, avevano provocato gravi danni anche in Oran e in Bahrein ed era prevedibile che la «continua inalazione forzata» dei gas avrebbe provocato «imo spaventoso aumento dei casi di cancro al sistema respiratorio». Spegnere un pozzo petrolifero che brucia non è cosa da poco. Dodici anni fa, la ditta Adair, americana, specializzata in operazioni di questo genere, calcolò che per ogni pozzo ci sarebbero voluti tra i 45 e i 60 mila Utri d'acqua al minuto e gh sforzi di trenta uomini alla volta. La sabbia tutt'intomo si surriscalda tanto che si sciogbe: per chi ci lavora, equivale a camminare sul vetro fuso. Marlnes americani avanzano nel deserto: sullo sfondo le fiamme di un pozzo di petrolio. Non si sa con esattezza quanti siano i giacimenti incendiati, né se si tratti in ogni caso di un'azione deliberata dei militan iracheni o piuttosto il risultato degli scontri armati COME SI SPEGNE L'INCENDIO Nella Guerra del Golfo spegnere gli incendi nei PQ'zzi di petrolio del Kuwait era stata un'impresa difficile e.costosa. In Iraq potrebbe.essere ancora peggio. Queste le tecniche di spegnimento;,. j Gli oleodótti vengonoranverti.ti.ln condotte ' per il trasporto dell'acqua di mare. L'acqua viene immagazzinata in pozzi scavati nella saBb - Cannoni da acqua la lanciano sui pozzj di petrolio. U'nagru foderata di scudo termico sgombra i detriti, . 2 La gru colloca un'intelaiatura di metallo sopra .■ .: il pozzo in fiamme ... - .u Azoto liquido ò acqua vengono pompati dentro l'intelaia per ridurre la pfesa'.di ossigeno, che dà fiato alle fiamme 3 Si scavano pozzi di drenàggio che intersecano il. pozzo principaleln fiamme Il flusso di petrolio viene incanalato in altra direzione, ' riducéndo la pressione sulramo principale Attrezzi montati in cima-alla aru Veicolo progettato per contrelìare gli attrezzie téaere l'operatore éìóManza di sicurezza Sala operativa PERICOLO I pozzi iracheni sono ad alta pressione. Contengono solfati di idrogeno una forma letale di acido solforico. Una volta spento l'incendio, dal pozzo fuoriesce anidride solforosa, che può danneggiare l'apparato respiratorio

Persone citate: Adair, Geoff Hooii, Hoon, Jonathan Lash, Lash, Lockwood, Maria Chiara Bonazzi, Ouma Ovest, Spencer Abraham