Le Borse puntano sulla guerra breve di Federico Monga

Le Borse puntano sulla guerra breve Le Borse puntano sulla guerra breve Volano tutti gli indici e il dollaro torna a essere forte Federico Monga Tutto il contrario rispetto al 1991. Fin dall'inizio della prima guerra in Iraq i prezzi del petrolio e dell'oro avevano cominciato a correre al rialzo. Al terzo giorno del nuovo attacco, 12 anni dopo, il valore del greggio continua a scendere, mentre gli scambi sul metallo pregiato restano piatti. All'epoca di Bush padre le Borse, dopo un primo giomo di euforia, avevano preso un andamento negativo destinato a continuare quasi per tutto il conflitto. Con Bush figlio operatori, fondi e banche d'affari comprano e comprano scommettendo su un'operazione militare di successo a breve termine. Il mondo della finanza è incollato alla tv e connesso ad internet per seguire tutto il conflitto minuto per minuto. Altre indicazioni, altre tracce non se ne vedono. 0 se ci sono certo non appaiono così importanti come la speranza di un guerra lampo. E così ieri Wall Street ha azzerato le perdite dall'inizio dell'anno. I mercati europei hanno incassato guadagni tra il 2,5 e il 50Zo. L'indice del Brent londinese ha segnato un'altra flessione a 24,20 dollari il barile, 0 minimo da 4 mesi a questa parte, ben 15 dollari in meno rispetto alle quotazioni di tre settimane fa. IMERCATI AMERICANI. L'economia continua ristagnare. L'inflazione K0,607o a febbraio) è peggio- re rispetto alle stime. Le attese per i dati dei consumi, in programma per martedì prossimo, segnano un'altra diminuzione dai minimi di dieci anni a questa parte. GU americani stanno tappati in casa a guardare il succedersi degli eventi. Tutti i siti dei grandi network hanno visto i lettori balzare quasi del 400Zo. Negli ultimi giorni gli acquisti nei supermercati, secondo il colosso Walmart, sono crollati soprattutto per i beni non alimentari. Dow Jones e Nasdaq però hanno allungato ad otto la serie delle sedute positive con un salto rispettivamente del 2,840Zo e dell'1,31.1 grafici di Borsa hanno seguito pedissequamente il susseguirsi delle notizie di guerra e l'avanzata degU eserciti da terra e in cielo. Partenza in rialzo, ma stentata, in concomitanza con il discorso di Bush - «la guerra sarà difficile» - e poi immediato slancio con l'inizio dei bombardamenti e le mani in alto dei soldati iracheni di fronte alle truppe anglo-americane. BORSE SU, EURO GIÙ'. Al mercato dei cambi la legge del dollaro non viene abrogata dallo stato di guerra: se la Borsa americana va, il bighetto verde si rafforza contro tutte le altre monete, euro compreso. Anche se i mercati del Vecchio Continente rispondono con performance persin migliori rispetto agli Usa. Ieri la valuta europea è scesa a 1,0507 dollari, minimo da 4 mesi. Anche lo yen (121,84) e il franco svizzero(l,4049),sonoaibvellipiù bassi dall'inizio dell'anno. Le piazze finanziarie cavalcano la guerra. Le migliori in Europa sono Amsterdam (-l-4,9807o) Francoforte (4-4,2307o). L'indice paneuropeo Dj Stoxx 50 ha segnato un progresso del 3,80Zo. Acquisti indistinti su tutti i settori, con performance sopra la media per assicurativi e bancari. Rialzo del 2,53(!4 a Londra, del 2,5507o a Madrid e del 3,4307o per Parigiv Bene anche Milano H-2,9407i)). A Piazza Affari, in evidenza soprattutto Generali (H-5,4007o, con scambi intensi), Ras (4-2,8807o) e Fondiaria Sai (4-3,4107o). Rally dei bancari con Capitalia (H-6,4307o), San Paolo Imi (5,2107o), Intesa (4,5307o), Unicredit (-H4,3107o). LABENZINA TIRA IL FIATO. Leo Drollas, direttore del centro studi sull'energia Globale di Londra spiega: «L'Opec sta producendo di più di quanto si è perso con il blocco dell'export dall'Iraq. E' più la quantità di petrolio ad incidere sui prezzi che le bombe». Le riserve sono a liveUi di sicurezza e i grandi fondi che nelle scorse settimane avevano speculato su un lungo conflitto e sulla carenza di offerta ora si stanno affannando nel vendere i contratti futures. Ieri c'è stato solo un piccolo sbalzo nervoso quando notizie non controllate dall'Iraq riferivano di trenta pozzi in fiamme. Bientrato l'allarme, la discesa è continuata. Il greggio Usa tipo Wti è stato scambiato in ribasso del 507o. Le compagnie petrolifere, che si stanno apprezzando in Borsa, hanno ritoccato al ribasso i prezzi della benzina. In Italia è tomata sotto gli 1,1 euro al litro con un taglio di 10 centesimi. Droller però avverte: «Bisogna considerare come sia facile che le cose si mettano male». La speculazione è in agguato. Ieri Wall Street ha azzerato le perdite dall'inizio dell'anno In Europa rialzi trail2,5eil507o Rispetto al 1991 l'andamento dei mercati è del tutto opposto Finita la speculazione cala il greggio

Persone citate: Bush, Intesa, Leo Drollas