La Uè cerca dì ripartire dall'economia di Enrico Singer
La Uè cerca dì ripartire dall'economia La Uè cerca dì ripartire dall'economia Il vertice di Bruxelles minato dai contrasti di politica estera Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES Spaccata sulla guerra in Iraq, la Uè cerca di ripartire dall' economia: il suo primo motore. Sembra quasi un ritorno al passato. Ma Costas Simitis, premier greco e presidente di turno dell'Unione, chiudendo il vertice di Bruxelles, lo ammette senza falsi pudori: «Sulla politica estera abbiamo linee contrastanti. Dobbiamo trovare l'unità sulle cose che ci danno forza». Qualcuno, dice Simitis, aveva sostenuto l'inopportunità di «parlare di riforme strutturali e di competitività mentre in Iraq stava per cominciare la guerra che, poi, è iniziata». Qualcuno, insomma, voleva rinviare l'incontro di Bruxelles. Ma il summit «non doveva essere una vittima della guerra e non lo è stato». La prova migliore di unità - di quella che resta, almeno - è «non abbandonare gli obiettivi che sono strategici per la Uè e guardare al futuro». Una prova ostinata di ottimismo quella di Simitis. Ma scorrendo le 36 pagine del documento conclusivo sottoscritto ieri dai Quindici, ci si rende conto che anche gli «obiettivi strategici» dell'economia europea corrono seri rischi. Per gli effetti della guerra, nell'immediato, naturalmente. Ma non solo. L'elenco dei ritardi supera quello delle realizzazioni. Nel 2000, a Lisbona, fu stilata un'ambiziosa agenda di cose da fare per rendere il mercato unico europeo - entro il 2010 - il «più competitivo del mondo». Oggi, a tre anni di distanza, senza una decisa accelerazione, l'obiettivo sembra difficile da raggiungere. «Mancano sette anni. Ce la possiamo fare», dice Romano Prodi, che è accanto a Simitis nella conferenza finale del vertice. «Ma è necessaria la volontà di farlo», avverte il presidente del- la Commissione europea. «All'attuale ritmo ci vorrebbero vent'anni soltanto per risolvere il problema della rete dei trasporti europei», nota Prodi. Ma l'impegno della Commissione è di «ridurre alla metà il tempo». Per questo e per altri obiettivi ci vuole la collaborazione dei governi che devono approvare le direttive. Simitis ha fatto il bilancio di quelle passate nei primi tre mesi del tormentato semestre di presidenza greca. Il brevetto europeo, prima di tutto: «Ci sono voluti 14 anni, adesso c'è». E, proprio ieri, in dirittura d'arrivo, la nuova normativa comu- ne per la tassazione dei prodotti energetici. Un terreno sensibile, adesso, con il rischio concreto di uno choc petrolifero indotto dalla guerra in Iraq. Un conflitto che potrebbe dare un colpo anche alle già deboli prospettive di crescita per il 2003, tanto che alla vigilia del vertice si era parlato della possibilità di «allentare» in qualche modo i vincoli del Patto di stabilità. Su questo punto l'accordo generale è stato di mantenere l'osservanza dei parametri fissati a Maastricht, a partire dal limite del 3 per cento di deficit. «La Commissione - ha detto Prodi - continuerà a vigilare sul Patto di stabilità, ma terrà conto, come è doveroso e come è anche scritto nel Trattato, dei fatti straordinari come una guerra». Niente «allentamento preventivo», insomma. Ma quando si tratterà di tirare le somme dei conti europei, il fattore-guerra sarà preso in considerazione se avrà prodotto effetti gravi sull'economia europea. E per gli effetti della guerra - quelli sul terreno in questo caso - la Commissione, subito dopo la conclusione del summit, ha preso già un impegno. Tre milioni di euro sono stati sbloccati e saranno versata alla Croce Rossa intemazionale per aiutare gli sfollati che si attendono all'interno dell' Iraq. I fondi fanno parte della prima «tranche» di 21 milioni di euro stanziati dalla Commissione che ritiene necessario destinare complessivamente cento milioni di euro per la crisi umanitaria. le Simitis, premier greco e presidente di turno dell'Unione: «Abbiamo linee contrastanti su temi internazionali Dobbiamo trovare l'unità sulle cose che ci danno forza» Apertura di Prodi sugli obiettivi strategici «La Commissione continuerà a vigilare sul Patto di stabilità, ma terrà conto dei fatti straordinari come una guerra» II presidente della Commissione europea Romano Prodi I presidente di turno Costas Simitis
Persone citate: Costas Simitis, Prodi, Romano Prodi, Romano Prodi I, Simitis
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