La notte degli Oscar in stato d'assedio

La notte degli Oscar in stato d'assedio GRANDE FAVORITO RESTA IL MUSICAL «CHICAGO» CON RICHARD GERE La notte degli Oscar in stato d'assedio Il dima di incertezza pesa a Los Angeles, annullate molte feste L'Academy ha deciso di non stendere nessun tappeto rosso Rubato a Londra l'abito di Angelina Jolie dall'auto del suo stilista Lorenzo Soria LOS ANGELES Procedere come se niente fosse o adattarsi alle circostanze cambiando il tono della serata? E se con domenica si sarà passati dagli attacchi chirui^ici a una guerra massiccia, che fare? Cancellare? Per Frank Pierson questi sono giorni difficili. E un po' surreali. Mentre l'amministrazione Bush mette a punto i piani militari e i suoi compatrioti hanno il lusso di poter continuare a dibattere l'opportunità e i rischi dell'intervento in Iraq, il presidente della Academy e i suoi produttori devono decidere che cosa fare con gli Oscar, in programma per domenica. Uno degli eventi mediatici più seguiti del mondo ha assunto, di colpo, un sapore ridicolmente frivolo. E con la situazione nel Golfo che evolve ora dopo ora, tutti i piani messi a punto e studiati per mesi stanno saltando. «Siamo alla mercè dei venti di guerra», ammette Pierson. Se, le ostilità^ avranno inizio prima di domenica, la cerimona potrebbe slittate o venire addirittura cancellata. Ma nel frattempo è chiaro che l'edizione numero 75 degli Oscar sarà molto diversa da quella in programma sino a pochi giorni fa'. Per la prima volta nella storia della premiazione, non ci sarà il tappetò rosso. Non ci saranno fans che urlano sulle transenne e non si sa neppure se le loro stelle del cuore finiranno per farsi vedere. «Mi sentirei a disagio e chiedo con rispetto di venire scusato», ha fatto sapaere Will Smith, che doveva presentare uno dei premi. Si sa intanto che il Kodak Theatre, dove dovrebbe aver luogo la cerimonia, verrà trasformato in un fortino, con un dispiego di forze di sicurezza senza precedenti. Di fronte alla distruzione della guerra, la perdita del «red carpet» è una notizia insignificante. Ma il tappeto rosso degli Oscar è una sorta di istituzione nazionale, oltre che la «big night» per designers di moda e gioiellieri di tutto il mondo e per i paparazzi e le troupes televisive che li immortalano. Ora è saltato: una decisione, dicono alla Academy, presa per volontà dei divi. «Farci vedere saltellanti e sorriden¬ ti sul tappeto rosso mentre la gente muore sarebbe osceno», sostiene Daniel Day-Lewis , il favorito per la statuetta di miglior attore per il suo ruolo in «Gangs of New York». Per il personale addetto alla «security», l'assenza del tappeto rosso e deUe transenne con i fans in adorazione è un sollievo. Un problema in meno. Ma nonostante questo le misure di sicurezza, nelle ultime ore, sono state ulteriormente rafforzate. Tra FBI, polizia locale, poliziotti privati e guardia nazionale ci saranno oltre mille uomini a disposizione, incluse alcune unità pronte a ripondere a un attacco chimico, biologico o radiologico. A partire da lunedì, tutte le strade attorno al Kodak Theater sono state già chiuse e gli alberghi e i palazzi attigui sono stati evacuati. Domenica verrà pure bloccato il trafico aereo in un raggio di cinque migUa. Più che l'aria di una festa gli Oscar avranno insommma quel- la di una cittadella sotto assedio, sempre ammesso che la cerimonia non sia costretta a un rinvio. Non sarebbe la prima volta. Mei 1938 l'Oscar è stato posticipato a causa di un allagamento, nel 1969 in seguito all'assassinio di Martin Luther King e nel 1981 dopo il tentato assassinio del presidente Reagan. Ma un posticipo comporterebbe problemi logistici enoraii. La settimana prossima il Kodak Theatre è già prenotato. E con una buona percentuale dei presentatori e dei candidati che risiede o che sta lavorando in altre città, molti finirebbero inevitabilmente per perdersi per strada. In mezzo, a tutte queste incertezze, una cosa è certa ed è che se l'Oscar avrà regolarmente inizio alle cinque e mezzo di domenica, ora locale, sarà una cerimonia più sobria di quella prevista sino a pochi giorni fa'. «Rifletterà il tono dei tempi che ci circondano», so- stiene Gii Cates, produttore dello show. Sarà anche un'occasione per la Hollywood che si oppone alla guerra per esprimere le proprie vedute e si sa già che alcuni divi come Dustin Hoffman, Salma Hayek, Jim Carrey, Fedro Almodovar e Meryl Streep indosseranno in segno di protesta delle spille a forma di colomba. Il materiale? Oro e diamanti. Di sicuro invece Angelina Jolie non potrà indossare l'abito che aveva scelto per la cerimonia di consegna degli Oscar. Il vestito, infatti, è stato rubato dall'auto dello stilista che l'ha disegnato a Londra. Scotland Yard ha confermato che le indagini sul furto (per un valore di 45.000 euro) sono in corso. Scott Henshall, il designer britannico, è volato oggi a Los Angeles per informare di persona l'attrice dell'accaduto. Una scena di «Chicago», grande favorito: la notte degli Oscar sarà trasmessa in diretta su La 7

Luoghi citati: Iraq, Londra, Los Angeles, New York