L'Europa trova l'unità sul <<dopo>> di Emanuele Novazio

L'Europa trova l'unità sul <<dopo>> L'Europa trova l'unità sul <<dopo>> i LEADER DEtl'UNIOWE EVITALO IL FALLIMEWTO DEL VERTICE RILANCIO DELLE RELAZIONI TRANSATLANTICHE, MA «LA RICOSTRUZIONE VA AFFIDATA ALL'ONU» U n difficile compromesso ignorando la guerra CmsmialA Mnifsvin Emanuele Novazio inviato a BRUXELLES Un documento centrato sull'impegno dell'Unione europea per garantire «gh aspetti umanitari in favore delle vittime civili della guerra in Iraq», sulla necessità di «garantire l'integrità territoriale» del Paese,, sul «rafforzamento dell'impegno europeo» per la soluzione della crisi in Medio Oriente e il «rilancio deUe relazioni transatlantiche che restano una fondamentale priorità strategica»: con una sottolineatura significativa sul ruolo che l'Onu - l'intera Comunità internazionale e non la sola Uè, dunque - dovrà avere nella ricostruzione dell'Iraq. La risposta dell'Unione europea alle lacerazioni innescate dalla crisi nel Golfo è un compromesso che ignora il presente per puntare al futuro: con una dichiarazione firmata a tarda sera dai Quindici in cui il Consigho prende un impegno politico di prospettiva, sottolineando che «è assolutamente imperativo ripristinare l'unità della comunità intemazionale». Un testo, sottolinea il ministro degli Esteri Franco Frattini, basato su punti qualificanti presentati dal governo itahano al Parlamento. Ma un testo, ammette il presidente di turno Costas Simitis, che fotografa soprattutto la situazione difficile nella quale si trova l'Unione in seguito alle spaccature provocate dalla crisi irachena: «Dovremo lavorare ancora molto», è il commento del premier greco. «Siamo d'accordo che sulla guerra non siamo d'accordo». Per raggiungere un compromesso, il documento si concentra infatti su obiettivi che non impegnano giudizi sulla risoluzione 1441 dell'Orni, sul disarmo del'Iraq e sulla guerra, dunque. Ma come nota Simitis, «in queste condizioni era il massimo che si poteva sperare», per evitare un clamoroso faUimento di uno dei vertici più drammatici della storia Uè. Il compromesso affiora a tarda sera e dopo segnali scoraggianti che per tutta la giornata hanno preceduto il vertice di primavera Uè scosso dai bombardamenti su Baghdad. Quando fonti della presidenza greca confermano che «si sta lavorando con buone probabilità di successo» a un testo comune, le possibilità di sanare la gravissima frattura fra i Quindici arrivati al vertice accompagnati dalle rancorose dispute sulle responsabilità del fallimento della diplomazia - sembravano esaurite. La necessità di salvare l'Unione dal precipizio ha invece aiutato la presidenza greca. Chiave del documento, come spiega il ministro Frattini, è stata la scelta di puntare su quello che avvicina e unisce ignorando quanto divide: «Rimaniamo convinti della necessità di rafforzare la partnership transatlantica, che rimane una priorità strategica fondamentale per l'Ue», sottolinea il docu¬ montn mento All'interno di questo assunto di principio, «dettagh» che non coinvolgono soltanto il futuro dell'Iraq: ITJe intende rafforzare il cammino verso una pohtica estera comune, intensificare la lotta al terrorismo, contribuire alla stabilità regionale. «Vogliamo affermare il ruolo delle organizzazioni multilaterali per ricostituire condizioni di prosperità agli iracheni», sottolinea il testo soffermandosi in particolare sulle Nazioni Unite: «Pensiamo che l'Onu debba continuare a svolgere un ruolo centrale durante e dopo l'attuale crisi: il sistema Onu ha una capacità e un'esperienza uniche per coordinare l'assistenza negh Stati in situazione di dopo conflitto», si legge nel documento. Un modo per dire che alle Nazioni Unite do¬ xrrà accoro nffiftatn la rir-nctm^in- vrà essere affidata la ricostruzione dell'Iraq affinché le spese siano condivise da tutti e «non gravino soltanto su chi non ha partecipato alla guerra», come hanno sottolineato con forza Francia e Germania. Fin dall'inizio la presidenza greca aveva insistito sulla necessità vitale per l'Ue di «ritrovare posizioni comuni», confortata in questo da Romano Prodi: «Il nostro primo obiattivo, stasera, è cominciare a ridurre lo strappo», aveva dichiarato il Presidente della Commissione arrivando al Palazzo che ospita il vertice. «Siamo qui per ricucire», aveva convenuto Silvio Berlusconi. C'era insomma una diffusa volontà di abbassare i toni della jolemica, alla riunione che i bombardamenti su Baghdad hanno trasformato in un'incan¬ Hpcronto rotrmna nnlìHra* l'nr- descente retrovia politica: l'urgenza di trovare un equilibrio che consentisse di salvare il vertice da un naufragio devastante per i destini stessi deh' Unione. Ma se i simboli hanno un senso e contano, notavano fonti britanniche, la freddezza al limite della scortesia con la quale si sono confrontati all'arrivo il premier Tony Blair e il presidente Jacques Chirac - protagonisti di un duro confronto a distanza nei giorni che hanno preceduto il vertice - «aprono un interrogativo inquietante sul futuro prossimo dell'Ue». L'abilità della presidenza greca, appoggiata da Berlusconi e Frattini, è stata quella di rovesciare i termini del confronto di un summit che avrebbe dovuto essere dedicato allo sviluppo dell'economia e dell'occupazio¬ np VplanHn alla finp miplla rhf ne. Velando, alla fine, quella che sembrava la sola certezza all'avvio dei lavori: il fossato fra i sostenitori dell'intervento militare contro l'Iraq e quanti invocavano la continuazione delle ispezioni Onu. Esemplari, in proposito, le parole con le quali Simitis ha aperto il vertice: davanti ai colleghi, il premier greco ha «profondamente deplorato che si sia giunti a una guerra nonostante gh insistenti tentativi» di Atene per unire i Quindici intorno alle deliberazioni del Consigho di Sicurezza dell'Onu. «Su questo vertice grava l'ombra della guerra, non è stata trovata una soluzione pacifica alla crisi irachena», ha ammonito Simitis. Non a caso, probabilmente: «Agitare lo spettro del baratro - sottolineano fonti greche - alla fine ha pagato». Diit Bll il ii dli Ei dll G B Jk S il lld il iii biilid il iiii Da sinistra a Bruxelles, il ministro degli Esteri della Gran Bretagna Jack Straw, il suo collega greco George Papandreu, il primo ministro britannico Tony Blair ed il premier greco Costas Simitis "^^^^^01^^ JavierSolana