Niente accordo alla «Cms»

Niente accordo alla «Cms» SI SPOSTA IN REGIONE LA TRATTATIVA PER LA DITTA NATA DAL FALLIMENTO DELL'EX OP DI SCARMAGNO Niente accordo alla «Cms» Sindacati divisi sulle proposte dell'azienda Mauro Revello SCARMAGNO Tre organizzazioni sindacali, altrettante posizioni diverse nella trattativa sulla crisi della Cms di Scarmagno, l'azienda nata due anni fa da una scissione di Ics, a sua volta creata dal fallimento di Op Computer. Ieri, nell'incontro all'Associazione Industriali a Ivrea, i responsabili territoriali di Firn, Fiom e Uilm hanno espresso opinioni differenti sulle proposte dell'azienda. Cms continua a indicare la mobilità (inizialmente doveva interessare 110 lavoratori, ora il numero è nettamente inferiore e riguarderebbe coloro che hanno le condizioni per la pensione) come strumento per uscire dalla crisi e per abbattere i costi, con l'aggiunta di un anno di cassa integrazione straordinaria per 120 dipendenti. Giudici critici arrivano dalla Fiom. Per il segretario Federico Bellono nella trattativa non sono stati fatti passi avanti, e la mobilità non è affatto la soluzione per uscire dalla crisi. «Ci chiediamo - dice - se sia convincente un piano industriale che ha l'obiettivo di ridurre il personale. E' un buon passo verso il declino, anche perchè lo stesso piano non offre garanzie a chi resta». Più morbida la posizione della Uilm, che non dà un significato esclusivamente negativo all'utilizzo della mobilità insieme alla cassa integrazione. «Non dobbiamo dimenticare - dice Alberto Mancino - che sino a pochi giorni fa si parlava soltanto di 110 esuberi. Dovranno essere usati tutti gli strumenti a disposizione. Va bene la mobilità, se è accompagnamento verso la pensione per un certo numero di lavoratori; con tutte le garanzie del caso». Opposta alla Fiom la posizione di Donato Spinazzola, segreterio della Fim. «Nella proposta presentata da Cms - afferma - vedo un passo in avanti, soprattutto perchè non si discute più di 110 licenziamenti. E' una proposta positiva, anche se ci sono ancora molti punti da chiarire: dobbiamo evitare di ritrovarci tra un armo nuovamente a parlare di esuberi». Il mancato raggiungimento di un accordo, ora, farà spostare la vertenza negli uffici della | Regione. Og^i sono previste le assemblee in azienda con le Rsu, mentre è fissato per mercoledì prossimo l'incontro tra i lavoratori (ieri nuovamente davanti all'Assindustria, con un presidio di protesta) e i segretari di Fim, Fiom e Uilm. Nel frattempo, dal momento che il 23 marzo scadono i termini per la procedura in sede sindacale. i vertici di Cms chiederanno lo spostamento della trattativa alla Regione. «Ci sono valutazioni diverse - dicono le Rsu -, ma lavoriamo per cercare i punti in comune così da procedere il più possibile in maniera unitaria». Ma i problemi non finiscono con la crisi di Cms. Anche in Ics, l'azienda creata da Carlo Fulchir, la situazione sembra essere tutt'altro che serena. Nulla è ancora ufficiale, ma in questi giorni si sta parlando con insistenza di un centinaio di posti di lavoro a rischio. Per domani i sindacati sono stati convocati dall'azienda, ma è certo che a Scarmagno sta per riaprirsi un'altra difficile partita. Tra tante voci negative, comunque, spunta anche il raggiungimento di un'ipotesi di accordo per quanto riguarda l'Elea, che da inizio aprile trasferirà a Castelletto di Settimo Milanese la sede di Ivrea e i suoi 50 dipendenti. L'azienda si farà carico del trasporto dei lavoratori con una speciale «navetta», mentre l'orario lavorativo per gli eporediesi è ridotto a sette ore e 15 minuti (comunque pagate come otto). Non si esclude, inoltre, la possibilità di ricollocare parte dei dipendenti in aziende di Ivrea o dintorni. "'t«ffi« Manifestazione dei lavoratori Cms davanti all'Assindustria di Ivrea

Persone citate: Alberto Mancino, Carlo Fulchir, Castelletto, Donato Spinazzola, Federico Bellono, Mauro Revello

Luoghi citati: Ivrea, Scarmagno, Settimo Milanese