LIBRI se li ami li liberi

LIBRI se li ami li liberi SOCIETÀ': IL FENOMENO BOOKCROSSING LIBRIsei amiiiberi Capita anche a Torino. Mentre passeggiate senza fretta in piazza Carlina, godendovi il primo sole primaverile, notate su una panchina un libro senza proprietario, lo raccoghete e trovate, stampato su un'etichetta, oppure scritto a mano, questo messaggio: «Buongiorno, questo non è un libro abbandonato, ma un libro che cerca lettori. Chi lo trova lo legga e lo faccia circolare». Alcuni lettori non si separerebbero mai dai libri che hanno amato. Li siglano a penna, li ripongono con cura nella Ipro libreria e non li presterebbero a nessuno. E' partita dagh Stati Uniti due anni fa un'iniziativa che ha rivoluzionato i tradizionali metodi di circolazione della cultura. «Se ami un libro lascialo libero. Non costringerlo negli spazi soffocanti di uno scaffale ma abbandonalo sulla panchina del parco, nei vagoni della metropolitana, in una stazione ferroviaria, sul tavolo di un caffè, in spiaggia o al cinema». E' il BookCrossing, o passalibro. L'idea nasce a Kansas City, dalla mente del trentaseienne Ron Hombaker che si propone di creare una comunità virtuale di lettori che comunicano attraverso Internet. Il risultato è il sito www.bookcrossing.com, che significa letteralmente «incrocio di libri». Per entrare a far parte di questa comunità occorre, innanzi tutto, possedere un libro da cui si è disposti a separarsi o essere così fortunati da trovare un volume già libero. Nel primo caso il tomo va, per prima cosa, registrato sul sito, che fornisce al libro un numero di identificazione (codice Bcid). Al libro deve essere poi apphcata im'etichetta che riporti il Bcid e anche le istruzioni minime per entrare a far parte del gioco (tutto scaricabile dal sito). Dopo aver etichettato il libro si può «liberare», segnalando sul sito il luogo e la data della liberazione. E' poi possibile controllare se il vostro volume è stato trovato da qualcuno ed eventualmente entrare in contatto con questa persona. Se invece siete voi ad aver ritrovato il libro, dovete solo segnalarlo sul sito, leggerlo e poi rilasciarlo a vostra volta. In Italia questa iniziativa è stata importata dalla trasmissione «Fahrenheit» di Radio Tre Rai. I libri possono essere liberati ovunque, in luoghi qualsiasi, o strategici. Ci sono infatti delle Officiai Crossing Zone, che sono locali che mettono a disposizione uno spazio dove i boockcrosser possono depositare e prelevare i loro libri. Ci sono poi degli incontri durante i quali i bookcrosser portano con sé libri già registrati e se li scambiano; infine i libri possono essere spediti per posta o venduti, per esempio, nelle bancarelle dell'usato. Questa l'idea originale. In realtà non è obbligatorio segnalare la liberazione di un libro, non è indispensabile apporvi l'etichetta e nemmeno rilasciarlo. Solo che, se non lo si rilascia, il gioco finisce. Ih città si stanno moltiphcando le iniziative di bookCrossing. La Provincia di Torino, grazie alla collaborazione delle librerie Città del Sole, La Torre di Abele e Cs Coop Studi, ha rilasciato 100 libri, abbandonandoli nelle sue sedi torinesi o decentrate. Chi li trovasse è pregato di dame comunicazione con una e-mail all'indirizzo internet@provincia.torino.to. Anche la Marco Valerio Editore, editrice specializzata in testi universitari, ha contribuito alla diffusione del passalibro in città, liberando parecchi volumi e raccoghendo sul sito, www. marcovalerio.com, le segnalazioni dei libri ritrovati. Spiega l'addetto stampa Emanuele Romeres: «Una casa editrice è un luogo dove, non solo i libri prendono vita ma spesso giacciono per molto tempo e, qualche volta, muoiono. Noi non liberiamo i nostri volumi; ma libri pubblicati da altri editori, o quelli ritirati da catalogo o ancora quelli che non verranno mai pubblicati, seppur meritevoli di essere letti. Una casa editrice non semina i propri libri in giro per la città. Ma è innegabile che un libro tira l'altro, o così si spera, e più si legge più viene voglia di leggere. Di certi libri non ti libererai mai. Il bookcrossing è un invito e una speranza. I libri vanno acquistati, ma anche fatti circolare». Alla prossima Fiera del Libro; in un angolo dello stand della Marco Valerio Editore, verrà messo un piccolo espositore con dei libri e chiunque vorrà scambiare un volume potrà lasciare il proprio e prenderne un altro, fra quelli a disposizione. In città sono stati avvistati libri un po' dappertutto, ma gli Officiai Crossing Point (Ocp) torinesi, ufficiahzzati solo dall'uso e dal passaparola, sono ancora pochi. Ne abbiamo trovati due. Il primo è la Pasticceria Prima¬ vera, in via Sant'Ottavio 51, vicino a Palazzo Nuovo. Un pasticciere siciliano che ama i libri e fa ottimi dolci (tra cui torte a forma di libro) mette a disposizione dei suoi clienti tavolini ai quali, fra un caffè e una cassatina, si può leggere e discutere di libri, in modo informale. Il secondo Ocp è la Tisaneria della Consolata, in vicolo della Consolata 2/d. La signora Angiola, che gestisce con una socia il locale, racconta: «I giovani bookcrosser si incontrano nel mio negozio e tra ima tisana e una fetta di torta si scambiano libri ed opinioni, coinvolgendomi spesso nei loro discorsi. I volumi che ho visto circolare più spesso qui sono testi di narrativa, saggistica e anche molta poesia. I ragazzi si ritro¬ vano circa con cadenza quindicinale, ma non c'è una regola fissa e anche le persone cambiano: ogni volta si aggiunge qualche volto nuovo. E un'iniziativa molto utile perché si ha modo di scambiarsi opinioni in un ambiente diverso. La lettura diventa un motivo per uscire di casa e un modo di socializzare». Un altro luogo d'incontro, segnalato via internet da uno dei partecipanti al bookcrossing torinese, attraverso Marco Rinaldi, webmaster di Bookcrossing Italia, è il Ristorante Eritreo Mar Rosso, in via Principe Tommaso angolo via Silvio Pellico. Riccardo Bosizio, formatore marketing ebookcrosser, incontrato alla Pasticceria Primavera, suggerisce: «Sarebbe bello che chi trova un libro non si limiti a segnalarne il passaggio su un sito piuttosto che su un altro, ma aggiunga due righe a margine delle pagine. Internet è servito ad innescare il meccanismo. Il libro, vagando, dovrebbe arricchirsi di una nota o di un'osservazione come gh antichi manoscritti che vivevano nel passare da un lettore all'altro. Se il libro ci è piaciuto è come ringraziare il padrone di casa con una frase nel libro degli ospiti, un'usanza che ormai si è 'perduta. A proposito, ieri sera ho liberato una copia del libro "Le irregolari. Buenos Aires horror tour", di Massimo Carlotto, su ima panchina in corso Galileo Galilei, vicino al contenitore raccogli abiti di Amnesty International. Buona lettura...». In città ne sono stati avvistati un po' ovunque ma gli «Officiai Crossing Point» sono due: la pasticceria Primavera vicino a Palazzo Nuovo e la tisaneria della Consolata Da Kansas City a Torino cresce la comunità di lettori che aderiscono al «Passalibro»: per incoraggiarli la Provincia ha abbandonato un centinaio di volumi

Persone citate: Angiola, Emanuele Romeres, Marco Rinaldi, Marco Valerio, Massimo Carlotto