Martins si regala una notte da Vieri

Martins si regala una notte da Vieri CHAMPIONS LEAGUE: DOPO MILAN E JUVE ANCHE L'INTER SI QUALIFICA PER I QUARTI BATTENDO IL BAYER A LEVERKUSEN CON UNA PRESTAZIONE CONVINCENTE Martins si regala una notte da Vieri Il giovane Primavera nigeriano diventa grande protagonista: segna il gol decisivo, ne fallisce un paio, fa dannare i difensori tedeschi e si procura il rigore che Morfeo fallisce. Emre raddoppia nel finale Marco Ansaldo inviato a LEVERKUSEN La cpsa vera della partita che ha introdotto l'Inter ai quarti della Champions League è stata la gioia di «Oba» Martins, il ragazzino nigeriano, quando ha segnato il gol dell'1-0. S'è levato la maglietta, l'ha gettata a terra e ha cominciato a volteggiare tra il campo e l'aria: uno, due, cinque salti mortali come Yuri Chechi ai bei tempi o un saltimbanco nelle fiere di paese. Era tutto lì, nella euforia naif del diciottenne portato in Italia quattro anni fa, nelle piana di Reggio Emilia, e che si gioca ogni giorno un futuro più ricco di quello che l'attende a casa. Bello. Persino commovente. Gli spettatori hanno sorriso, i compagni l'hanno sotterrato di abbracci. Martins, l'unica punta a disposìzipne di Cuper dopo che Créspo aveva dato forfait in mattinata perchè non si sentiva ancora pronto, è stata la scheggia incontrollabile dal Etoffi^: h^,segnato il gol, ha conqipSjjto K rigore al 45',. del primo tèmpo, poi sbagliato da Morfóét^l'se affisse avuto la freddezza del veterano avrebbe chiuso il njatch con un altro paio di reti. La'gna velppità ha mandato in crisi gli spilungoni dèlia difesa' renana; ^ Kaluzny e Kleine, due broccacd della peggior razza, Kleine perfettamente allineato al proprio numero di maglia, il 47, secondo la smorfia napoletana «il morto che parla» anche se di lui non abbiamo sentito la voce. Martins a parte, sul resto della rappresentazione non mettiamo la mano sul fuoco. A tratti è parsa una recita già scritta tra una squadra che non aveva niente da vincere e una che poteva perdere tutto. Questi del Bayer, che l'armo scorso vedemmo infilare1 la Juve con una sicurézza che sfiorava la tracotanza, o sì sono fatti dì aspirine e insetticidi, le specialità del posto, oppure c'è qualcosa che non quadra nella loro involuzione che scontano anche in campionato ma ieri sera si è espressa con visioni patetiche. Quanto potevano sbagliare i tedeschi Ihanno sbagliato, almeno nel primo tempo. Sono arrivati due volte soli davanti a Toldo (al 25' con Franca e al 30' con Bierofkal e sono riusciti a incespicare nella palla o a scagliarla sugli spalti. E nelle azioni offensive dell'Inter, il Bayer ha messo volentieri lo zampino. Il gol nerazzurro nasce da tre errori consecutivi dei tedeschi chie hanno riconsegnato la palla agli avversari finche Cònceìgao non ha lanciato Martins nell'autostrada lasciata libera al centro della difesa ^nóal portiere. Soltanto nella ripresa, per un rigurgito di orgoglio e di coscienza, il Bayer s'è tirato su le braghe. Appena un pochino. Sono entrati Schneider e Neuville, due veri. Sono' usciti Basturk e Brdaric, due finti. Toldo ha tremato per tre conclusioni secche, finite però addosso alla muragha nerazzurra o di poco fuori porta. Il brasiliano Franga s'è divorato da par suo la palla del pareggio al 38'. Buon per l'Inter che ha portato a casa la qualificazione senza aspettare le notizie, seppure otti- me, da Newcastle, anzi raddoppiando nel finale con il tiro sinistro di Emre dopo la bella discesa e il cross di Coco. Già l'anno scorso i nerazzurri persero lo scudetto per una sconfitta contro chi non aveva più niente da chiedere, se si fossero fatti spiazzare anche in Champions League la lezione del 5 maggio non sarebbe servita a niente. L'Inter non ha giocato in maniera memorabile. Era una for-' mazione rattoppata, tra le assenze eccellenti e la presenza di gente al limite della rottura, come Okan che dopo 19' ha dovuto uscire lasciando il posto a Cristiano Zanetti. Il forfait di Crespo ha aggiunto nuovi pettegolezzi. Cuper martedì era stato ottimista sul recupero del centravanti suo connazionale. Lo voleva in campo dall'inizio. Invece Crespo ne spegneva gli ardori. «Ho un dolorino, non me la sento». Cuper non lo portava neppure in panchina e c'è chi ipotizza ruggini tra il tecnico e l'attaccante. Comunque la mosceria dei tedeschi metteva presto l'Inter in condizione di segnare. Morfeo al- , tornava giocate inguardabili a qualche intuizione: dai suoi tocchi arrivavano le prime occasioni per Martins, che le sprecava al 6' e al 16', mentre al 24' Butt era fortunato nel ritrovarsi la palla tra le gambe. Infastidiva l'Inter la posizione di Bierofka, che Javier Zanetti lasciava giocare troppo. Guai però non ne venivano. Anzi arrivavano il gol di Martins e il rigore per l'atterramento del nigeriano scappato via a Kleine. Morfeo si faceva parare il tiro e non agganciava la ribattuta. Poi la ripresa un po' più volitiva dei tedeschi, comunque controllati a dovere, mentre dall'Inghilterra arrivavano le notizie rassicuranti sul Barcellona. mrn (4-2-3-1) Butt 7; Ojigwe 5, Kleine 4, Kaluzny 4, Placente 6; Ramelow6,5, Basturk 5 (V st Schneider 6); Brdark^d' st Neuville 6), Simak 5 (18' st Cris 6), Bierofka 5; Franqa 4,5. AII.HorsterS (4-4-2) Toldo 6; J. Zanetti 6, Cordoba 6,5, Cannavaro 6, Coco 6,5; Conceiqao 6 (38' st Guly sv), Okan sv (19' pt C. Zanetti 6), Di Biagio 6, Emre 6; Martins 7, Morfeo 5 (30' st Pasquale sv). AH. Cuper 6,5' Arbitro: Ivanov (Russia) 6 Reti: 36' pt Martins, 45' st Emre. Ammoniti: Ojigwe, Kleine, Martins Spettatori: 22 mila circa. Obafemi Martiris, 1 Banni, attaccante della Primavera interista: cinque capriole per festeggiare il primo gol in Champions Grespo ha dato forfait dopo l'ultimo provino e adesso si parla di dissapori con il tecnico

Luoghi citati: Barcellona, Inghilterra, Italia, Newcastle, Reggio Emilia, Russia